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venerdì 19 aprile 2013

Estasi










Teresa d'Avila:




«Noi non siamo angeli, ma abbiamo un corpo.
Voler fare gli angeli, stando sulla terra, è una pazzia; ordinariamente, invece, il pensiero ha bisogno d'appoggio, benché talvolta l'anima esca così fuori di sé, e molte altre volte sia così piena di Dio, da non aver bisogno, per raccogliersi, di alcuna cosa creata.
Ma questo non avviene molto di frequente». 






L'esperienza mistica riguarda il rapporto della persona con Dio. Il concetto di esperienza in realtà è di alquanto difficile definizione, come è stato sottolineato in altri luoghi. Se è vero che l'esperienza del divino produce nella persona un'esperienza passiva dell'azione di Dio sull'anima, è altrettanto doveroso ricordare come non sia essenziale per parlare di stato mistico (cfr. purificazione passiva, notte dell'anima). Pertanto, la passività, per quanto fondamentale, non è assoluta e non è per sempre: l'anima, si è detto, reagisce in modo vitale sotto la mozione dello Spirito, consente la volontà cooperando alla sua divina azione in una maniera libera e volontaria.







Teresa D'Avila 
( Edward Lazansky.)
















giovedì 18 aprile 2013

Eros










A far capolino nei testi socratici ritorna sempre, come figura di demone mediatore, Eros , identificato con quella forza demonica che consente all’uomo di elevarsi verso il sovrasensibile.


Kylix 510-500 a.C. (-Museo Archeologico Nazionale di Firenze-)

Eros deve la sua natura intermedia ai suoi natali: egli è infatti figlio di Poros, ossia il dio dell’espediente e della capacità di acquisire, figlio di Metis, dea della perspicacia; e di Penia, dea della mancanza e della povertà. Eros trasse i caratteri della madre e del padre mediati in modo sintetico e poiché fu concepito durante la festa di Afrodite, divenne suo seguace e ministro. Ecco come Platone descrive le caratteristiche di Eros desunte dai suoi genitori: “Dunque in quanto Eros è figlio di Penia e di Poros, gli è toccato un destino di questo tipo. Prima di tutto è povero sempre ed è tutt’altro che bello e delicato, come ritengono i più. Invece, è duro e ispido, scalzo e senza casa, si sdraia sempre per terra senza coperte, e dorme all’aperto davanti alle porte o in mezzo alla strada, e, perché ha natura della madre, è sempre accompagnato con povertà. Per ciò che riceve dal padre, invece, egli è insidiatore dei belli e dei buoni, è coraggioso, audace, impetuoso, straordinario cacciatore, intento sempre a tramare intrighi, appassionato di saggezza, pieno di risorse, filosofo ricercatore di sapienza per tutta la vita, straordinario incantatore, preparatre di filtri, sofista. E per sua natura non è né mortale né immortale ma, in uno stesso giorno, talora fiorisce e vive, quando riesce eni suoi espedienti, talora, invece, muore, ma poi torna in vita, a causa della natura del padre. E ciò che si procura gli sfugge sempre di mano, sicchè Eros non è mai né povero di risorse, né ricco”.



Correggio 1527-28, EDUCAZIONE DI CUPIDO (National Gallery, London) - particolare.


Nel discorso tenuto da Socrate nel Simposio, Eros viene descritto come un essere «intermedio» tra brutto e bello, fra cattivo e buono, perché è sempre alla ricerca del bello e del buono, essendone mancante. Il termine “intermedio”, che viene utilizzato per spiegare la natura dei demoni in generale, e di Eros in particolare, indica ciò che sta a mezzo fra due opposti: infatti, ciò che è intermedio, pur non essendo negativo, non è neppure positivo, in quanto include in sé negativo e positivo, anche se è più vicino al positivo che al negativo. Però Eros è ancora di più: oltre che “intermedio”, è anche mediatore: è forza propulsiva che collega gli opposti e porta sempre più vicino al termine positivo. La tesi secondo cui Eros implica mancanza di cose belle e buone e ha desiderio di esse proprio perché ne sente il bisogno, comporta, come conseguenza, che non sia nemmeno un dio, perché un dio è partecipe delle cose belle e buone in senso totale.


Quadro intero


Se non è un dio, non può quindi neppure essere immortale. Per spiegare la sua condizione tra mortalità e immortalità, Diotima, sempre nel Simposio, ricorre anch’egli al concetto di “intermedio”  : « Eros è un gran Dèmone, o Socrate: infatti tutto ciò che è demonico è intermedio fra Dio e mortale. » (Platone, Simposio 202, D-E)
Ma, come abbiamo spiegato, il suo potere, è soprattutto quello di essere mediatore fra ciò che è divino e ciò che è umano: “Ha il potere di interpretare e di portare agli Dèi le cose che vengono dagli uomini e agli uomini le cose che vengono dagli Dèi: degli uomini le preghiere e i sacrifici, degli Dèi, invece, i comandi e le ricompense dei sacrifici. E stando in mezzo fra gli uni e gli altri, opera un completamento, in modo che il tutto sia ben collegato con sé medesimo. Per opera sua ha luogo tutta la mantica e altresì l’arte sacerdotale che riguarda i sacrifici e le iniziazioni e gli incantesimi e tutta quanta la divinazione e la magia. Un dio non si mescola all’uomo, ma per opera di questo dèmone, gli dei hanno ogni relazione e ogni colloquio con gli uomini, sia quando vegliano, sia quando dormono. E chi è sapiente in queste cose è uomo demonico; chi invece, è sapiente in altre cose, in arti e mestieri, è uomo volgare.”








Bisogna innanzitutto ricordare come la differenza tra dèi e dèmoni consiste nel fatto che il dio manifesta la totalità del mondo, ossia l’intero dell’essere, in quella particolare dimensione che gli è propria; il dèmone, invece, ha una potenza circoscritta a un ambito specifico particolare. Ma per quanto riguarda Eros, non è così scontato ricorrere a questo tipo di distinzione: infatti, Eros ha una dimensione che riguarda la totalità dell’essere. La sua differenziazione dagli dèi, si può spiegare facendo riferimento al termine intermedio che implica in Platone, una distinzione di gradi differenziati dell’essere: Eros si presenta quindi come essere intermedio tra l’essere eterno del mondo ideale e l’essere in divenire del mondo sensibile. Queste due sfere, che Platone aveva profondamente separato nella sua filosofia, allontanando del tutto gli dei dall’uomo, trovano il loro punto di contatto attraverso la teoria dell’Amore. Come scrive Krüger: “Se non c’è un amore di Dio verso gli uomini, che è la grazia, il quale supera il baratro che li separa, allora solo la potenza di un desiderio autonomo, l’amore demonico dell’uomo, che lo spinge, insoddisfatto, al di là di ogni cosa mondana, può condurre a Dio, o quanto meno, può voler condurre. In luogo di Cristo sta, nel «mistero» della filosofia platonica, il mediatore Eros, e questa è la dottrina propriamente «teologica» di Diotima.”
Proprio la natura “intermedia” di Eros comporta la sua identificazione con il Filosofo. Gli dèi sono già sapienti, e in quanto tali non possono avere desideri di sapienza perché la posseggono per intero, e quindi non fanno Filosofia che è appunto ricerca incessante di sapienza. Ma neppure gli ignoranti fanno Filosofia, in quanto non hann sapienza, ma sono convinti di averla, quindi sono convinti di non averne bisogno, e, di conseguenza, non hanno alcun desiderio di ciò di cui credono di non aver bisogno. Pertanto, filosofo è chi sta in mezzo fra sapienza e ignoranza e tale è appunto Eros stesso. Scrive Platone: “ Infatti la sapienza è una delle cose più belle e Eros è amore per il bello: per ciò è necessario che Eros sia Filosofo, e, in quanto filosofo, che sia intermedio tra sapiente e ignorante. E causa di questo è la sua nascita: infatti, ha il padre sapiente pieno di risorse, e la madre non sapiente e priva di risorse”. Questa descrizione di Eros serve anche a comprendere la sua identificazione con Socrate quale perfetto uomo erotico.




Come scrive Krüger nel saggio Ragione e passione: “La filosofia è un «mistero», perché è un amore puro, appassionato. E quest’amore è il desiderio, inappagabile nel mondo, della sapienza quale può possedere solo un essere divino; e viceversa: Filosofia è l’essere afferrato dalla potenza demonica di un tale amore, non il sapere banausico di un razionale dominio del mondo, ma l’inquietudine di ciò che è lontano, per l’essere che è veramente divino, che solo è sapiente. Come l’Eros in generale, in quanto potenza indigente è simile all’uomo, così anche in quanto dèmone filosofico è simile all’uomo filosofico: si è sempre osservato che la descrizione fisica di Eros scalzo ricorda la figura di Socrate. È l’Eros, tuttavia, la potenza da cui dipende la natura indigente dell’uomo. Non possiamo quindi comprendere Eros solamente come una raffigurazione di Socrate, ma dobbiamo, al contrario, comprendere Socrate, in quanto uomo dèmonico secondo l’immagine di Eros.”









lunedì 15 aprile 2013

per La PADRONA













cave lion ivory, 68 mm 
Gravettiano, 27.000-18.000 a.C.





testa di Leone delle caverne, 25 mm
sempre... Gravettiano











per la Padrona, Sì







lunedì 8 aprile 2013

Un'antica formella in ceramica russa,





raffigurante un cupido... con la frusta!



































 vorrà pur dir qualcosa.  :)
bah, boh, buh.

tanto, i messaggi che ci arrivano sono tutti criptati. O non apprezzati, o non compresi o indifferenti.
praticamente, mettono un francobollo per niente.
siamo tutti analfabeti. Siamo molto analfabeti









domenica 7 aprile 2013

Salomè, Alfredo Claros Garcia



















Alfredo Claros Garcia (1893 – 1965)  Spagna.









Giuditta, Salomè.


























Giuditta  I, Klimt 1901 -Vienna.
Giuditta II (Salomè), Klimt 1909 -Venezia Cà Pesaro.































nel particolare, la testa di Giovanni, o Oloferne






domenica 31 marzo 2013

Cleopatra






( ...e cesare )













Cleopatra e Cesare
-Jean Leon Gerome, 1866-





















.

mercoledì 20 marzo 2013

sistemando fatture...







Libracci per lo schiavo. 
dello... schiavo





























La Dama col liocorno. (o "unicorno"). Nel museo di Cluny.
Arazzi medioevali






venerdì 22 giugno 2012

UCCELLI... classici. (e pose classiche. Cioè... impudiche)



















Oinochoe, Berlino,  scena erotica con uomo giovane ed etera




Il pittore di Shuvalov era un pittore attico di vasi a figure rosse, attivo tra il 440 e il 410 aC, cioè nel periodo Alto Classico (periodo del Partenone).
Il pittore di Shuvalov è un nome convenzionale assegnatogli per un'anfora che è ora all'Hermitage acquisita nel XVIII secolo dal collezionista Ivan Ivanovich Shuvalov.  La maggior parte delle circa ottanta opere attribuite al Pittore di Shuvalov sono stati scoperti in Italia, principalmente in Campania e Lucania. I suoi dipinti raffigurano vivaci figure piccole, spesso con sguardi intensi. Le sue opere, siano raffiguranti scene mitologiche o temi di vita quotidiana, sono annoverati tra i migliori del loro tempo.




La piuttosto piccola oinochoe è stato trovata a Locri nel sud Italia. La brocca di terracotta è ricoperta quasi nella sua interezza da uno smalto nero, rendendo così l'unico piccolo dipinto a figure rosse particolarmente suggestivo.  L'immagine ritrae un uomo giovane e una ragazza o una donna immediatamente prima di un rapporto sessuale. La gioventù dell'uomo è chiaramente indicata dai suoi lunghi riccioli pendenti dalle tempie e sul collo. Lui è seduto, ben sprofondato in una poltrona di cuoio. Inoltre, le sue mani sono aggrappato al sedile. Il suo manto è stato tirato giù, coprendo solo le gambe. Le gambe sono unite insieme e tese; il suo pene eretto ben visibile mostra che egli è pronto per l'unione. Sembra chiaro che l'iniziativa spetta alla donna che è raffigurata completamente nuda ad eccezione di una larga fascia per capelli. Ha una mano sullo schienale della sedia, la sua gamba destra è alzata indicando che al prossimo movimento sta per sedersi sulle gambe dell'uomo. Il fatto che i loro sguardi si incrocino e le teste si tocchino indica una connessione, anche intimità e tenerezza, che può essere un po 'inaspettata in una scena del genere. Le norme note e le convenzioni della società ateniese suggeriscono che doveva essere una comune prostituta o, nella migliore delle ipotesi, un'etera. Un'onorevole cittadina ateniese non sarebbe mai stata rappresentata in quel modo; inoltre, non le sarebbe stato permesso  prendere l'iniziativa in una relazione sessuale con un uomo. Così, la scena dovrebbe essere ambientata in un bordello, o forse più probabilmente, ad un simposio. La postura tesa e sguardo timido del giovane sono state suggerite per dire che lui sia sessualmente inesperto, forse anche che la scena rappresenta la sua prima introduzione alle attività eterosessuale.







giovedì 21 giugno 2012

Shunga














The Lovers
Kitagawa Utamaro 1753 – 1806











 Utamaro  -Okita-









 Happiness
Utamaro