lunedì 30 aprile 2012

domenica 29 aprile 2012

quotidiano




Sto lavorando tantissimo, in questi giorni, PER la PADRONA.
Praticamente non riesco a fare altro, in tutto il tempo che mi riesce di liberare.
E di questo sono contento: di essere sempre a LAVORARE PER LEI. PER IL SUO PIACERE.
Perchè Lei possa essere PADRONA, ed aver cura di sè, di ciò che Le piace, di Dominare.
Perchè diventi sempre più esigente, inflessibile, intransigente... nei miei confronti.
perchè mi aiuti.. ad esserLe schiavo, e voglia solo essere servita, da me. Completamente, e ne sia dispotica ed insoddisfatta.
Così da tenermi al posto che mi spetta, e a regime, con le punizioni che mi fanno e mi tengono schiavo, a Lei.
A servirLa, al suo Piacere. Godere.
Dominarmi, facendo uscire, ed esprimere, la sadica che è.
Perchè è magnifica, irresistibile, così. Crudele, come sa essere, in termini sessuali. O di dominazione sessuale.
Perchè del Suo piacere respira il mondo. E, completamente, il piccolo mondo di uno schiavo.


Torno al lavoro.
Il prossimo post, che ora non ho tempo per impostare, si chiamerà DOLORE .




Ringraziamenti e sogni. Ex..perimenta.






Ringrazio la PADRONA... per frustarmi stasera.
E non perchè ne abbia ragioni, come diceva qualche tempo fa, ma perchè non sta a me dirlo.
E, MENO CHE MAI, dirGlielo.

Ringrazio e spero che siano delle frustate prolungate e attente. Che siano misurate (sopra la mia misura,
...in modo da spostarla) e significative. Che le concluda ogni tanto, finita una sessione o... uno step, e poi le riprenda. Che la somma mi sposti.. e La sposti, che ne resti traccia e segnale, che superi e sottometta, la mia capacità di accettare.

Sapendo che comunque farà solo quello che vuole Lei, non ciò che io auspico o considero migliore.


Questa notte mi sono sognato, ovvero mi sono svegliato stamane, sognando.
-rimango ancora stupito dalla congruenza o dal rispetto dei miei sogni, per "questa" realtà da cui potrebbero prendere le distanze. AVERE, delle distanze. tanto nei sogni uno si sogna di un rubinetto che perde, se deve andare a pisciare. Della casa di nascita, al posto del conto in banca. Di una molletta da bucato, al posto di scopare.

E quindi mi stupisce, che i sogni piglino questa realtà per vera (o che questa si prenda la scena dei sogni..)

Ho sognato (stavo sognando, quando mi sono svegliato), di essere con La Padrona, o meglio che LEI Fosse con me.

Ero nella SUA CAMERA, e Lei mi aveva legato.
Ero steso sul Suo letto, legato mani e piedi alle quattro zampe di questo. Braccia e gambe aperte, quindi, e legato piuttosto stretto. O meglio Teso, mani e piedi verso i quattro angoli del letto.

E Lei con un'asticciola rigida (sembrava una bacchetta per tende), ovvero con l'ausilio di questa, mi torturava (lo scroto). Cioè lo stringeva, lo pinzava, con mollette (l'idea era alla fine... ance di quelle grucce per gonne: un'asta rigida in mezzo, e agli estremi dei morsetti o mollette.).
Mi stringeva, mi faceva male.
Ovviamente ne godeva.
mi torturava... in maniera accettabile, ma mi torturava.
Ed io non avrei voluto, naturalmente.
Giocoforza, non era quello che io volevo (e che anzi avversavo), ma quello che Voleva LEI. E questa era che una parte della lezione.
L'altra era Il SUO Piacere. E l'altra non so ancora cosa.
Io non potevo praticamente muovermi: mi toccava sopportare il dolore.
Che non apprezzavo per nulla ma... ero sottoposto (e sottomesso) alla Signora.
In questi casi vale più sottoposto, che sottomesso corre il rischio di andare a fa'n culo nel giro dio due minuti.

ed il dolore era intenso (mutuato forse dal laccio che avevo (e ho) attorno ai genitali, anche stanotte?).
E le torture (e il Suo sorriso) reiterate, continuate.
Si fermava e ricominciava. Si assentava per qualche minuto, rientrava e faceva altre cose, senza neanche parlare.
A me faceva male.
LEI ne godeva.






Faceva degli esperimenti; STAVA SPERIMENTANDO.
La qual cosa non è che le piacesse meno; anzi. PRENDEVA TUTTO il Suo INTERESSE: faceva i Suoi esperimenti, mi prendeva come cavia. per vedere come registrare, utilizzare, gestire il dolore, e il SUO PIACERE. PER il Suo PIACERE.

Io ero sudato e soffrivo (in silenzio tutte le volte che potevo, perchè ogni rumore produceva ancora dolore.
(Anche senza rumore se è per questo, ma con il rumore comunque). E Lei non demordeva.
Anzi: godeva.)

Era nuda attorno alla vita (memoria di ieri sera?) con LA VAGINA DEPILATA, un corsetto o qualcosa del genere sopra, scarpe coi tacchi e forse di vernice, sulle gambe nude.

Non parlavamo assieme; Lei agiva.
Testava, provava, sperimentava. (Sperimentava il Suo piacere, e la mia possibilità di sopportazione. aveva per me la stessa considerazione che per un circuito elettronico, o un telefonino. Anzi, forse sapendo che non lo ero, forse meno. Ero SUO schiavo, Suo oggetto di piacere.
Cioè... il mio dolore (e le mie reazioni, risposte a questo) erano l'oggetto del SUO investigare, essendo fonti del suo Piacere.
Stava imparando come accordare questo strumento, come GODERE.
In questo modo, stare nel PIACERE. Facendo soffrire. Giocando con il dolore, girandoci attorno.
Giostrandolo, proponendolo, Dominando lo schiavo ed il suo servizio. Il suo ruolo, lui e il suo mondo.
Con delle pinzette... a "coccodrillo". Ora il più delle volte queste sono insopportabilmente dolorose, proprio perchè sono fatte con i denti per non scivolare via, e mordere strettamente.
Praticamente sempre la molla è troppo stretta, perchè non sono pensati per stringere pelle umana ma contatti, o metalli.
Ma in questo caso se non erano "morbidi"... consentivano di essere messi in sito e davano il tempo di penare, di soffrire. Venendo spostati di tanto in tanto, o tesi, tirati. Tirati ai lati, all'indietro.
La Padrona giocava con pene e testicoli dello schiavo, che nulla poteva.
Se non subire il Suo Piacere.

Mi sono svegliato. Forse era il laccio che mi bruciava allo scroto.
Di certo non l'ho sentito: era più forte il dolore del sogno (ed il sogno..) del modesto (o tollerabile) male mattutino.
Per cui non l'ho rilevato: sono emerso dall'esperienza onirica come se fosse vera.

Ho guardato l'ora, e mi sono immerso di nuovo nel sogno, che a questo punto era dormiveglia.
C'ero e non c'ero nella lucidità, nell'intenzione. La Padrona era troppo intensa.
Ho catturato le ultime immagini prima del risveglio: sulla vagina della Signora luccicavano, traparivano gocce di piacere. Grosse, come piccole sfere di cristallo, (in cui veder il futuro..), come appena prima di cadere.
Pulsavano ... (o pulsava la vagina), o era una mia impressione. Non era una mia fantasia, una mia impressione... La Padrona -ancora nel sogno- era tremendamente eccitata.


Nel dormiveglia del mattino (o forse non ce l'ha più fatta Lei).. mi ha detto (mi ha guardato, e ha rinunciato -a continuare- con quel Piacere), era troppo forte la tensione:.
"Esco. Vado a prepararmi. Mi metto un paio di stivali". E' tornata con un impermeabile di plastica nero, nuda dall'inguine in giù. "Io devo uscire. Spero di trovare qualcuno; anzi: PREGA che io trovi qualcuno, e che non torni a casa fra poco. SE non trovassi NESSUNO al bar che mi piace, dovrei tornare. E TI FAREI PIANGERE di DOLORE per tutta la notte, per l'eccitazione che provo.
Ti farei piangere fino a che torna giorno, per non aver trovato nessuno.
Ti lascio legato.
Prega di passare la notte in questo stato (so dei crampi, e del dolore). Non mi interessa niente, non sto a metterti a tuo agio.
Sappi, quando non ne potrai più, che è meglio per te che io non arrivi.
E che io torni domani.

Siccome sono una Padrona BUONA... ti tolgo le mollette e ti lascio SOLO legato...
Ringraziami, che si fa tardi. Ed augurami buona SERATA. "

-Grazie... Padrona.  -

"E' STATO UN PIACERE per ME. Anzi: E'.. UN piacere...
Buona notte. E spero che tu NON riposi.
MIO, ma che
PENSI ALLA TUA PADRONA. "

E si è spenta la luce.
Ho ripreso a dormire. O forse non mi ero svegliato.


























  


























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domenica, 21 febbraio 2010
 

 Sono lo schiavo di Mimosa, "Secondo"


leiLa confezione, contenente la CBT, l'aveva ritirata Lei stessa; mancava solo la mia presenza ed il rito si sarebbe consumato tra noi ... tre: Lei (Mimosa), solo_di_Lei (il Suo schiavo), ed io aspirante sottomesso a cui la Padrona avrebbe data la possibilità di essere adottato dopo un breve ma intenso scambio di sensazioni e soprattutto di reciproche convergenze di interesse. Il mio viaggio, in treno stavolta, mi aveva dato il tempo e la possibilità di valutare tutto quello che di lì a poco mi sarebbe accaduto. Mi aveva dettato le condizioni perchè io potessi diventare Suo sottomesso: appartenerLe.. rinunciando a qualsiasi mio diritto su di me: Lei avrebbe deciso ogni cosa per me, a cominciare dalla mia vita sessuale. La quale non sarebbe stata più gestita da me: la cintura di castità, cbtappunto, ne avrebbe sancito la pienezza! Tante paure ballavano nella mia mente; molte incertezze anche: avrei potuto adeguarmi, io che avevo avuto, negli ultimi 5 anni, un'attività sessuale piena ed intensa? 
Paure ed incertezze che di colpo svanivano, appena la mia mente andava a Lei. In fondo Lei mi aveva scelto e aveva realizzato che io potessi essere la persona giusta perchè potesse realizzare ciò che Le stava a cuore da molto tempo: uno schiavo, sottomesso, devoto, convinto che l'appartenenza fosse qualcosa di compiuto a prescindere dal possesso fisico. 
Per me sarebbe stato un cambiamento decisivo e voluto: delegare ogni mio potere di me stesso ad una persona (che ritenevo) superiore, carismatica, convinta di voler perseguire un obbiettivo, di aver individuato la persona adatta per raggiungerlo e coronare con successo una medesima aspirazione: dominare possedendo, appartenere e esere posseduto.
" In ginocchio, entrambi "
La Sua voce appena lieve senza toni minacciosi o imperiosi giunse mentre, nudi, eravamo al Suo cospetto. Lei nella Sua mise di Mistress, minigonna in lattice nera, corpetto rosso, scarpe con tacchi, frustino in mano.
"Dimmi con voce chiara cosa chiedi alla tua Padrona, alla quale ti sei offerto".
Così mi rivolse la parola. In ginocchio; testa china, occhi bassi, esitando solo un attimo pronunciai ciò che mi proveniva dalla testa più che dal cuore.
"Questo aspirante schiavo, Signora, Le offre la sua più convinta sottomissione, senza condizioni. Mi affido alle Sue cure, rinunciando a tutte le mie facoltà di autodeterminazione: le offro fedeltà, devozione e l'impegno di farLe onore, riconoscendo in Lei tutte le capacità di dominarmi e di possedermi. A Lei, Signora, la mia mente, il mio cuore ed il mio corpo: ne faccia Suo possesso" .
Tacqui, emozionato. Sentivo il Suo sguardo su di me imperioso ed importante, ed aspettavo una parola sola che sancisse la mia appartenenza a Lei. La sentii rivolgersi con calma ma con un'autorevolezza mai avvertita in una donna, prima, al Suo schiavo che mi era vicino, in ginocchio come me, nudo anche lui. "Accetti che la Tua amata Padrona abbia deciso di servirsi di un altro schiavo, senza nutrire alcun sentimento di gelosia nè riserva sull'esercizio della Sua dominazione su entrambi?"
Il mio compagno tacque per alcuni secondi che mi parvero lunghissimi, come per contemplare una possibilità di opporsi a quella che sicuramente gli sarebbe suonata come una divisione da Lei, sia pur parziale. 
Lei , lo incalzò:
"Allora? che fai, non sei d'accordo? Osi mettere in discussione la mia determinazione di possedere uno schiavo totale che mi dia quel che non posso avere da te?"
Immediatamente, come una liberazione, solo_di_Lei esalò:
"Si mia Padrona, accetto che Tu possa sottomettere e possedere lo schiavo che mi è vicino e Ti assicuro che mai mi riterrò meno importante per Te.
Lui sarà il mio compagno ed insieme faremo in modo, ognuno per la propria parte,
di onorare la Tua supremazia e di esserTi devoti".
chiaveImmediatamente Mimosa riprese la parola e ci invitò ad alzare la testa e rivolgerLe lo sguardo. 
Poi, con la calma e suadente voce , si rivolse a me, guardandomi intensamente:
" Da questo momento sarai mio schiavo, il mio secondo schiavo; il tuo nome sarà, quindi, Secondo; e a te sarà riservato un trattamento diverso; da te voglio solo il sacrificio della castità come principale imposizione. Mi servirai come esigo io ed in più rinuncerai ad ogni forma di sessualità. Essa appartiene alla mia determinazione: ciò perchè tu stesso me l'hai offerta in segno di totale cessione della tua facoltà di decidere di te. Da adesso, dipenderà da me ogni comportamento che riguarda la tua esistenza; avrai solo doveri e nessun diritto, tanto meno potrai fruire dela tua libertà sessuale. Adesso ti imporrò la cintura di castità come segno di rinuncia al sesso che sarà mia facoltà decidere come e quando potrai farne. Verrai da me ogni volta che lo riterrò opportuno , utile o semplicemente per mio piacere"
Così concluse mentre, con l'aiuto del mio compagno schiavo,dopo una macchinosa operazione di assemblaggio dell'attrezzo, alla fine, fece scattare il meccanismo di chiusura del lucchettino che sancì la mia definitiva castità.
In treno,di ritorno a casa, ebbi tutto il tempo e la serenità di convincermi che il mio sacrificio è donato alla persona giusta e che è quello che volontariamente, con piena consapevolezza, desideravo.
Sono lo schiavo di Mimosa! 
 
 
 
 
 

sabato 28 aprile 2012

Fiori, e "uccelli" per Madame.
















... io appartengo... all'unica Padrona al mondo, forse, che si pulisce il trucco con gli asciugamani.
(che è un po' come soffiarsi il naso con un tendone da circo...)
Questo fa sì che dovrò fare un corso apposito, per pulire gli asciugamani dai colori del trucco, senza inquinare IL PIANETA. E riuscendo a farli venire puliti.
Inoltre, ritengo, verrò frustato per non aver trovato degli asciugamani-lavatrici-schiavi...
in grado di pulire-pulirsi da soli, da trucchi più resistenti dei nanocurie degli atomi caduti
(deposti) sugli atolli Himalayani. Hawaiani. Fall-out si chiama, mi dice google che mi aiuta.


Inoltre... tutti gli uomini che porto, che posto, che pesto, fanno schifo a Madame. LEI dice ORRORE,
e non è poco.





Ragione per cui ho deciso di dedicarmi ai maschi floreali, sperandomi di esimermi dagli errori.

E questo è un dono per Lei. Di oggi, DA... oggi.




(Sempre per mettere "in ginocchio", l'agenzia di vendita. Che sarebbe la Coop.
Che se li pianti... "dove vuole" Lei.
Con i miei omaggi, più botanici che mai. )






N.B 2. Comunque grato a Madame... per l'uso del trucco
con cui la Sua condiscendenza ci allieta. Ed il Suo piacere di Sè stessa e di lei, che questo (muove e..) sostiene











Ieri sera













forse sono della vecchia scuola (pensavo ieri sera), " old fashion " dice la mia amica schiava, statunitense,
perchè penso che uno schiavo deva essere trattato da schiavo, veramente.

Mi stavo facendo da cena, mentre la Padrona era fuori, e consideravo il genere, il tipo di pietanze.
Secondo me è giusto che uno schiavo mangi avanzi.
Ma proprio serenamente e senza tanti pensieri complicati.
Mi sembra insensato, fuorviante che mangi leccornie... che ne so.. che si strafoghi di manicaretti.
Quando è da solo ad esempio, che si conceda poltrone e prelibatezze.
Ma pulisca il frigo, delle cose stantie o abbandonate. Utilizzi le verdure più stanche, i formati di pasta che non vengoo usati.
Pulisca la dispensa PER la PADRONA.

Io credo che uno schiavo vada trattato veramente da schiavo, e non qualche volta, o a tratti, in maniera "esemplare". Cioè non servono gli esempi (se non in misura significativa o eccezionale) ma la continuità della PRATICA, e la sostanza. Cioè uno è schiavo quando è trattato sempre, e in tutto, da schiavo, non qualche volta, o in qualcosa, o una volta tanto.
Non per modalità esemplificativa.
"Ti faccio pulire con la lingua una volta per terra, così poi sai che così potresti essere -o "sei"- perchè te l'ho dimostrato". Oppure in maniera simbolica.
O normale con "simboli" da schiavo.

Credo che le umiliazioni debbano esere VERE umiliazioni, e non simboliche, le punizioni VERE punizioni, le frustate VERE frustate.
Il lavoro, la servitù, il disprezzo per il suo tempo libero (le serate "libere" o l'osteria) reale disprezzo della sua possibile (o teorica) libertà, la negazione di questa: senza compensazioni. appunto perchè non simbolica. "Ti ho fatto stare a casa questo fine settimana, e pulire i lampadari... adesso ti lascio due giorni di tempo libero, così che recuperi la libertà che hai perduto, perchè così mè giusto e civile."
Io credo non debbano esserci recuperi, libertà, vacanze, ma che la schiavitù debba essere reale. Senza ritorni, senza doni, senza compensazioni.
Anzi l'unica compensazione è che deva essere ancora più forte, più completa.

Questo non significa che per lo schiavo sia gradevole: ovvio, naturale, giusto, necessario non significa affatto gradevole. Non significa che questo, questa prospettiva.. mi piaccia (anzi non mi piace affatto), se devo essere sincero,  non mi piace l'idea che lo sia materialmente, che lo sia nel concreto, E soprattutto che lo sia integralmente, a non su certi aspetti o per una parte del tempo, appunto come esperienza messa in un recinto, a cui c'è anche il fuori dal recinto, o per un certo tempo, tre giorni, cinque, sette.  Che non sia un... esempio. Accettabile ma a cui c'è un esterno, che lo comprende. Non mi piace che la cosa si estenda, che diventi la  vita... l'universo, la realtà. (Il modo vero con cui mi rapporto con La Padrona.) Voglio delle compensazioni. Delle libertà, dei manicaretti. Tutti vorrebbero una Padrona che però poi sia anche "madre, amante, fidanzata, sorella, amica.
(Tutti hanno paura di avere una Padrona che non controllano. Che non possono, in altri ambiti o con spazi marginali o laterali di relazione, compensare o mitigare. Non avere sere in cui non sono liberi, non si rilassano e mangiano manicaretti, a compensazione delle sere in cui sono "occupati").

Il che non significa che non creda (pensi, sappia) che è proprio così che debba andare; alla maniera della "vecchia scuola", di padroni e schiavi. In cui ci sono le Padrone (La Padrona) e glòi schiavi, lo schiavo. Ed essere schiavo significa precisamente essere schiavo... non fare delle cose gradevoli.
Anzi, per quel che mi consta, personalmente, uno dei piaceri più evidenti.. più chiaramente percettibili, nei Padroni, è far fare agli schiavi esattamente quel che non gradiscono, che di solito o di loro non farebbero. Ma è proprio un preciso piacere dell'essere Padroni far fare agli schiavi quello che non farebbero. Farli, averli come schiavi. Altrimenti che schiavi sono: sono collaboratori.

E quindi giocoforza trovarsi in una situazione s/gradevole, quotidianamente sgradevole, scomoda, di servizio -e integralmente, non "a tratti"..- e  la condizione di schiavitù.
Sottomissione (subita, non "spontanea..."), umiliazione... violazione... punizione... è la condizione di schiavitù. Secondo la vecchia scuola,  costante e continuata. Dispiegata. reale, piena, completa.
Non nei giorni feriali o nei fine settimana.
Ed è inutile voler cercare piacere dove piacere non dev'esserci e non c'è. Schiavitù è sottomissione e devozione, dedizione alla Padrona. E servizio, nelle Sue comodità e servirLa nei Suoi Piaceri.
Non altro, e non per scherzo.
Le umiliazioni sono (e DEVONO essere..) UMILIAZIONI Vere... Le Punizioni punizioni VERE, il dolore il Dominio la sottomissione Dolori Domini e Sottomissione VERE, e non devono essere compensati (mitigati o confinati), per il Piacere della PADRONA.
E a questo non c'è scampo.
Piaccia o non piaccia, io non posso che riconoscerlo per vero. Per necessario, per sostanziale.
Chiaro che non mi piace essere umiliato, controllato "sempre", punito. Mi piacerebbe "per un po'". quando dico io. "Comandare" io.
Ma so che non è così che va, che funziona. Con una Padrona.
A cui sono grato di appartenere (altra verità) come schiavo. E non come altro. A cui sono grato per essere PADRONA, e non altro.
Contraddizioni dell'essere schiavo. Desiderio di avere una Padrona e continui, fisiologici, desideri di fuga. Di sottrarsi, di fuga. Ineliminabili, che solo una Padrona Può DOMINARE essendo una Padrona, per l'appunto. Prevaricando lo schiavo. Costringendolo. Adattandolo e ADDESTRANDOLO ad essere Suo schiavo. E "costringendolo" ad essere schiavo. Condizione a cui lui fuggirebbe, per poi cercare di tornarvi, per poi fuggire, per poi esserne attratto, per poi desiderare ma non volere... per tutta la vita.
Solo una Padrona (un Padrone) possono mettere (e tenere) in schiavitù un'altra persona. PERCHE' A LORO PIACE; fondamentalmente. Sostanzialmente.
Ci sono delle persone che possono essere (diventare) schiavi, ci sono delle persone a CUI PIACE essere... PADRONI. Godono e ne godono. Se si incontrano perdono tempo a fare tanti tentennamenti, ad andare avanti e indietro. A fare le recite o a farlo per finta.
Secondo la "vecchia scuola". Possono solo impugnare la frusta e farla finita. Con tutta la sgradevolezza per lo schiavo. Il suo innamoramento, la dipendenza. Dalla e per la Padrona.
Questo pensavo ieri sera, mentre mi facevo da cena.
Non mi piaceva per niente l'idea di lavare i piatti, fare ulteriori lavatrici e riordinare qualcosa.
Ho fatto il sapone, con dei vecchi pezzi di sapone per bucato, che ho trovato sistemando lo stanzino della lavatrice. (Iniziando a sistemare). Sapone per lavare i tappeti da terra ad esempio, che non hanno grosse necessità di dosaggio, e che non si sbaglia mai.

F. mi ha mandato un messaggio dicendo se volevo fragole, che lei non può mangiarle e ce n'è una vaschetta di là. Ho detto di sì (mi piacciono le fragole). Ma poi ho pensato che mi avrebbe fatto piacere (o ritenevo, sentivo giusto) chiedere alla Padrona se potevo farlo.
Non vi è un perchè, e che mi è venuto così.
Ritengo (secondo la "vecchia scuola") che un Padrone abbia il controllo, il Potere Totale su uno schiavo, in quanto suo PADRONE, e per il proprio piacere.
Se dipendo dal Padrone per TUTTI i dolci che posso mangiare, per una singola pastina (e lui può o mi dice di no, sempre, non per un motivo ma per il Suo Piacere... se mi impedisce -mi nega, mi distacca dai dolci-) che piacere (e che gratitudine) è quella "volta l'anno..) in cui mi fa mangiare una pastina?
E quanto schiavo sono davanti alla vetrina del pasticcere (o alla mia mente) quando so che mi sono vietate?
Che non mi sono permesse, che non mi sono concesse?
In questo, si capisce il chiedere al Padrone (Padrona) il permesso per andare al cesso. Per espletare  le "PROPRIE.. " funzioni fisiologiche.
Per uscire dalla stanza.
Per bere un bicchiere di vino, per mangiare del pane.
Ringraziarlo per OGNI cosa; dipendere da Lui, dal suo capriccio/volere... per ogni cosa. Essere, fare tutto precisamente per il Suo piacere. non in generale, ma in quell'istante.


Mi seccava però spedire un sms alla Padrona, che aveva tutt'altre cose per la testa, e da fare, per chiederLe di mangiare le fragole. Uno probabilmente non avrebbe capito, tutto questo mio processo successivo, emozionale. Cognitivo.
Due perchè mi sussurravo che era una bella "scusa"/ragione per contattarLa, per dirLe/dirmi che ero vivo.
E così ho pensato di non mangiare le fragole (che sicuramente non mi servivano), e scoprire se la Padrona me le avrebbe proibite o meno.. per PURO PIACERE. E magari non solo quelle ma per tutta la stagione. Ad esempio. O altro.

Ed ero felice (anche se scomodo, "sgradevole") di essere Suo Schiavo.
E di fare le lavatrici e pulire il Suo Pavimento. Mentre LEI era in giro con i Suoi amici, e a Fare "La CURIOSA".

Suo

















venerdì 27 aprile 2012

Ed allora,

arrivati a questo punto,




io sostengo,






scommetto, ed affermo:




che non ci sarà NEANCHE UN RAGAZZO, uomo,  vecchio, ...adolescente
INTERESSANTE (bello, potabile, gobile o contattabile)
STASERA in discoteca. 
Che allora la stessa potrebbe essere un seminario o un sanatorio, una gabbia di polli o una collezione di stie, ostie o sacrestie. Il santuario della Verna
Una cabina elettorale.

E allora "discoteca" è solo un cartello o un nome


Come "Pigafetta" o Via dei Pollai.

Come diceva una persona, "musica tanta..  ma sesso NIENTE".

Scommetto un numero qualsiasi, da mettere nel cartellino dei punti.

Ecco...










22 Aprile, un regalo...





parte II°. O l'Apertura,
la "sorpresa."
















Oggi mi sono emozionato, quando la Padrona è uscita.
Davanti all'idea, alla palese considerazione, condizione, che ero Suo schiavo.
Di essere Suo SCHIAVO. ( e qui mi permetto la maiuscola.)
Di essere davvero schiavo, di quella persona.
E schiavo per Lei (secondo LEI, nella Sua opinione). che non è cosa da poco







25 aprile, San Marco.














Bocolo




 per la Padrona.
La Madama... La Signora.







27 aprile, altra sorpresa.
Per la Madama, per la Signora.  La Padrona.




Rivoltata la carta; il sotto diventa sopra.
.
Sul Suo letto.
 ...








Lo schiavo invece, per sè...









ha fatto l'acquisto adatto: al mercatino della roba dismessa, della parrocchia, ha comperato delle vecchie lenzuola di cotone, bianche, tipo caserma o ospedale (matrimoniali però, perchè ha il materasso grande -quando non dorme per terra. Ma allora gli basta una coperta-), al folle prezzo di 2 euro le lenzuola, 0,50 le federe. In quel patronato sono dei ladri. Delle ladre.. che sono signore.



ed ora lo schiavo (con quelle recuperate che però avevano gli angoli) ha sufficienti lenzuola.
La Padrona pare rimanere comunque senza quelle di raso.
Ha questa fissazione. 

Che non ammetterà mai essere tale.






Sogno

Stamattina lo schiavo si è svegliato (ha aperto gli occhi) nel mezzo di un sogno.
Stava sognando di dover (voler) regalare un libro alla Padrona sull'ipnosi.
Affinchè Lei potesse addestrarlo meglio, a diventare come Lei vuole, o A LEI piace.

Nei sogni si fanno cose strane: lui ha completamente trascurato che esiste la frusta, ad esempio.
E che per la Padrona può essere più piacevole.. o più agevole dell'ipnosi. O praticabile.
Quello che non gli è spiaciuto, al risveglio, è stato di non aver visto la Padrona in modo diverso che nella realtà, in questo sogno. Nè lui stesso.















martedì 24 aprile 2012

Pomeriggio.




A Mogliano col 65% di sconto non compriamo niente:

meglio le lenzuola dure delle suore.



Peccato che alla Padrona non piacciano le lenzola di raso, a differenza della Regina di Saba, Marylin e Cleopatra. La principessa d'Egitto e quella del giappone.


Peccato che le amino solo i Suoi Amanti e le Sue amanti.

perchè erano in offerta speciale, davvero con notevoli sconti.


Compreremo dei teli paramilitari, per le sere con sceneggiature di reclute, capitanesse, e prigioniere sotto le torture, ed il piacere.

Le lenzuola di raso (di cotone, non di seta) le metteremo nelle cucce dei cani. Nei dormitori per gli schiavi.






 









solo perveted-nuns, in quell'alcova.
Metteremo anche dei reticolati.
che fa più sesso, estremo. Anche per le fanciulle, i tulipani in fiore. Kepì, Araba fenice e legione straniera. Metteremo una riproduzione del carrarmato di Lawrence d'Arabia, a grandezza naturale.
Verde mimetico. purchè sia verde, comperiamo Tutto.




F.  Le ha per l'appunto portato in dono un'impermeabile, probabilmente per quando vorrà fare l'esibizionista in giardino. Ai giardini, aprendolo a sorpresa per quando sotto è tutta nuda.

E' una sorpresa, ma l'anticipiamo qui, di seguito, per il suo Piacere. Delle sorprese
e doni.





 


nel quaderno nero sul fondo (della prima foto), c'è scritto:

"Quando stiamo parlando (è una sbadataggine, grammaticale: sta per "Quando STO PARLANDO, con te. ") trovo inopportuno e sgradevole che tu esca dalla stanza dove siamo (errore: " SONO" ) , mentre io sono ancora lì.
Quindi d'ora in poi NON dovrà PIU' ACCADERE."

Ordini . Sì, Padrona.

         "            Rispondere all'avvocato, della puttana P.
         "            Spostare il frigo dall'appartamento di mezzo all'ultimo, per P. (non puttana questa: santa.)
         "            Pulire (sistemare) detto appartamento.
         "            Decisioni per i prossimi giorni, di festa. Possibilità e mete.













Oggi










Ordini

Ricordarsi di tirare fuori le capsule di miglio alla Padrona.
Per le unghie. Tre al mattino e tre la sera.
(gli ordini sono quasi inesistenti e poco significativi in questo periodo; sarà la stagione: la fine dell’inverno.
Sopravviviamo con quelli che arrivano.)

Feed-back


Franco, che era il più grande sodomizzatore, forse, d’europa... sosteneva che il miglior lubrificante anale non fossero creme, od oli, ma il sapone liquido, quello nei flaconi con lo stantuffo. Neutro, normale.
Diceva fosse il migliore, in assoluto.
Ovviamente ne aveva sempre dozzine di flaconi.
Non macchia, non ingrassa, non sporca. E, non bagnandosi e non abbisognando di acqua, è sempre pronto all’uso. Nel suo flacone (“insospettabile”, direbbero alcuni.)

 






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Sera












Ieri sera la Padrona è uscita. Tornata a casa (Sua) per due minuti è uscita di nuovo.
Dicendo : "Esco" allo schiavo, il quale Le ha baciato la mano.
E "Buona serata Signora."


Anzi, per essere precisi: al suo rientro la Signora ha trovato lo schiavo che riassettava le cose sul soppalco. Dopo due minuti questi è sceso e Le ha reso omaggio. A questo punto la Signora con tono sorridente e molto gentile, in modo molto premuroso ha chiesto: " Hai finito ?" 
"Sì Padrona" ha risposto lo schiavo.
"Bene... io adesso esco."
"Sì Padrona".
Circa un minuto dopo lo ha chiamato sulla porta, lui Le ha fatto gli auguri e Le ha baciato la mano.
Quindi ha riaccompagnato e chiuso la porta dopo che la Signora giustamente gli ha dato le spalle e se ne è andata. Senza badarlo e sapendo che lui La badava.
E che l'avrebbe badata fino a quando avesse avuto piacere di tornare.


Lei non era necessario che gli badasse, che pensasse a lui o si ricordasse di lui, della sua presenza, o esistenza: sapeva che nella sua esistenza pensava a Lei, incessantemente. Era dedicato a Lei. Era sua proprietà. Suo schiavo.
E ciò Le bastava, nella percezione del "Suo": che Le fosse totalmente, che fosse TUTTO Suo. E questo accadeva non per un qualsiasi caso ma perchè Lei ne faceva un uso totale, cioè era Lei che faceva sì che così fosse perchè faceva così "materialmente", nella sostanza delle cose. Era "tutto Suo" perchè LEI faceva questo, e solo questo. "Tutto" questo. E indipendentemente o al di là che lui lo volesse, lo desiderasse, fosse d'accordo o meno, lo apprezzasse. Era Lei che lo FACEVA Suo ( e Suo schiavo, totalmente Suo) trattandolo da schiavo, senza segnali contrari, alternati, difformi.
E così  La pensava (LA SERVIVA, era dedicato a LEI) incessantemente (e senza via di fuga, o di scampo), mentre Lei poteva anche "dimenticarlo..", sapendo..lo. Sapendo che era SUO (schiavo ), Sempre. E che nel SEMPRE c'era la qualità dell'intensità, che si faceva esclusiva; cioè escludeva altre (minori, intensità). E l'essere schiavo escludeva distrazioni, deviazioni, incertezze. Dubbi.. allontanamenti. Escludeva legittimità, dubbi, scuse... alternative. L'essere schiavo, e il conseguente (e antecedente, perchè era questo lo faceva) 
trattarlo da schiavo chiudeva il cerchio della botte dell'attenzione, totale, esclusiva, della dedizione e della devozione, della funzione e della presenza, dell'appartenenza.


Per questo gli girava le spalle, non lo badava (ad esempio nell'alzarsi o andarsene da lui, nei gesti del fare quotidiano. Così come nel decidere le cose, le sere o -a esempio- dei fine settimana. O il Suo -e il suo- tempo -o ciò che voleva-): proprio perchè così lui la badava (costantemente), la seguiva, l'attendeva, rimaneva nella Sua attesa. Dipendeva (nella sua attenzione).. dalla Sua Non-attenzione; nella sua cura, dalla Sua Non-cura (che era esigenza, controllo, rigore. Non disattenzione, trascuratezza, indifferenza. Era tenerlo, e volerlo, schiavo. Volerlo, e vederlo schiavo, garantiva la sua attenzione. Non la sua (presunta?) disponibilità a questo. La sua oscillante, alternante intenzione.).

Per questo gli dava le spalle, come a uno schiavo, come a una cosa.
Perchè così lui la seguiva costantemente (umilmente), come uno schiavo, come una cosa.
Lo faceva felice. Lui La seguiva come una regina, come la sua... Regina, Lei. Come la sua Padrona. lei ne era appagata. E così si appagava... nel girargli le spalle: perchè così accadesse. Per avere uno schiavo, per essere REGINA. E Padrona.









Lo schiavo ha finito di fare quello che stava concludendo... e poi ha preso l'aspirapolvere, e si è messo ad aspirare i pavimenti.
E' andato in magazzino a cercare lenzuola dismesse da riusare (per il suo cambio di biancheria), e... ha continuato con i lavori domestici che gli competono (e che non sa ancora assolvere nè in maniera dignitosa, nè come si deve. immaginarsi come deve).


Ecco, quello che è un po' strano (o che appare strano, parrebbe apparire strano) è che lo schiavo, finita una giornata di lavoro (cioè dopo aver lavorato un numero sufficiente e congruo di ore -badate bene: di ore, non di lavori) e giunto alla chiusura di questa, desideri vedere la Padrona. Come Padrona, e non come vecchia zitella... che gli racconta del derby, di Epson.
Ebbene, e se questo non accade (perchè La Padrona è libera di fare ciò che vuole) che prenda la palla al balzo per rilassarsi, per riposarsi, ritemprare il fisico o le membra, o la mente.
Cioè tutto fuorchè prendere l'aspirapolvere in mano. Anche se i pavimenti sono lerci.. finchè non smette di piovere. Ma "è colpa della pioggia".. (Certo che la casa, dallo stanzino della lavatrice ai vasi di conserve sotto al tavolo, per non parlare della stanza dove lavora... è un disastro. MA... "ha lavorato tutto il giorno!". Ed alla sera anche gli schiavi riposano.
Soprattutto se la Padrona non ha detto niente, dato alcun ordine (e... negli ultimi dieci giorni -"dodici..." giorni come direbbe clò..- l'unico ordine che ha dato è stato di pulire la porta del ripostiglio".. in un silenzio stampa che si fa assoluto. Ah no, che sono impreciso. Anche "togli la tua roba dalla tavola".) si stima lo schiavo si tuffi in giochi di ruolo, o nel fare il templare.
Nel coltivare le belle lettere, o riordinare la sua collezione di foto di padrone discinte, di fruste e collari.


Ah:

                                                                             "cattle slap" non vuol dire questo,
anche se cattle non vuol dire "fuoriserie", come dice la Padrona. O qualcosa di analogo e senza senso, ma "bestiame". E slap manata, schiaffo. Questa è l'immagine che propone google, mettendola sul motore di ricerca. Ed qui in effetti il secondo tipo sta per affibbiare una bella manata sul culo della bestia. Ma ciononostante non è questa; non è la seconda persona...)



Ed invece -tornando a noi-... vediamo lo schiavo che, uscita la Padrona neanche due minuti dopo essere rientrata, ed auguratole buona serata, si gira e, fuori da ogni ordine e fuori da ogni obbligo e necessità, orario e nella spritz-hour.... prende l'aspirapolvere in mano, lo smonta lo pulisce, lo rismonta perche non funziona un cazzo, trova un pezzo segreto da poter smontare ancora, lo pulisce, sporca tutto per terra, ripulisce, sbatte i tappeti (lerci anche quelli che se trova lo schiavo agrario gli dà una bella spazzolata al fondoschiena, per fargli capire come va la vita..) va a cercare le lenzuola per gli slavi (o gli schiavi) moldavi (il Nick non esiste, ha detto la Padrona), carica la caldaia e porta le bottiglie vuote, riporta quelle piene, di vino, ecc.
Ma soprattutto passa l'aspirapolvere, rimaniamo su quello. Mettiamo a fuoco l'uomo che passa l'aspirapolvere.





Perchè. "Perchè gli piace", direte voi. Non è vero un cazzo. 
Signori, avete davanti un uomo che NON GLI PIACE, neanche a morire, passare l'aspirapolvere. che piuttosto che passare l'aspirapolvere fa venire i russi che invadano l'Europa e scatenino la terza guerra mondiale, che non ha mai passato l'aspirapolvere in vita sua, anzi l'ultima volta era quando aveva otto anni, sotto le bastonate di sua madre che poi le ha fatto causa al tribunale delle nazioni e l'ha avuta vinta (passare l'aspirapolvere non è una necessità nazionale..) e da allora non l'ha più fatto, e soprattutto non nello spritz-auar (o nel tempo delle fragole, delle seghe o delle ciliege..). Cioè non "gli piace", e non è uso, a passare l'aspirapolvere.
"Perchè non sopporta lo sporco, e la casa disordinata" direte voi. Ed è la seconda possibilità.
dalle risate è caduta la volta del teatro.
Non dico altro.


Perchè una persona alle otto di sera prende l'aspirapolvere e si mette a spazzare (riordinare, piegare la biancheria.. ecc)? Perchè si sente in colpa?
Perchè si annoia, perchè è stato colpito sulla via di damasco dal demone della pulizia? Perchè non sa cosa fare? O meglio, perchè una persona fa queste cose che non farebbe neanche col rischio della condanna a morte, tanto SONO DISTANTI DA lui?

Perchè è schiavo.
Perchè la Padrona è uscita, trattandolo come uno schiavo. Perchè spera che si diverta, che faccia qualcosa di interessante, di piacevole. Perchè spera che in qualche misura "goda" (e non senta i discorsi di vecchie zitelle che parlano di Epson) e perchè lui non può che servirLA. Non deve che servirLa; non è che uno schiavo.
Ed è felice di passare l'aspirapolvere PER La Padrona. Ed è felice che Lei ci sia, che Lei sia uscita, e che l'abbia lasciato due minuti dopo essere rientrata, girandogli le spalle.
E lasciandolo con l'aspirapolvere. 
Che lo ignori (che se ne freghi che passi l'aspirapolvere, o altro) e che VOGLIA solo avere la casa pulita, senza applaudire, felice, ogni volta che lava i piatti o pulisce il pavimento.
Che lo voglia schiavo.
Che lo voglia schiavo con l' "aspirapolvere mentre Lei va a bere gli spritz o chissà cosa, e nudo a quattro zampe a ricevere frustate quando ritorna.
o il contrario... a Sua discrezione.
Perchè E' PADRONA. E perchè uno schiavo passa le sere con l'aspirapolvere, o sotto la frusta, a discrezione della Padrona.

E lo schiavo passa l'aspirapolvere (non solo latex, ma anche spazzatura. Anzi: PRIMA la spazzatura. La Padrona Solo "Latex", e niente spazzatura. Ma "solo latex..." con chi vuole. E dove vuole.. questa è la seconda parte della figura.
Che la Padrona non "è fedele" allo schiavo, e lo schiavo.... non è fedele alla Padrona. 
Perchè "la fedeltà è quasi una libera scelta. Una possibilità. Lo schiavo appartiene alla Padrona. Al Suo Piacere.
Alla Sua, anche crudeltà; al Suo Dominio, alle sue perversioni, al Suo potere. Assoluto, e che si fa.. si va facendo.. assoluto, col trattarlo come schiavo.
La Sua BELLEZZA è la sua paga. Il Suo PIACERE, il suo dovere (e la sua ricompensa.).
E non c'è altro, che IL PIACERE, e il DIRITTO AL PIACERE, della padrona.

Le punizioni, servono a farlo rigar dritto. E a darLe  Piacere.
Per questo, prende l'aspirapolvere. non perchè ami il pulito. O gli elettrodomestici, ma perchè schiavo. Servo, domestico di una Padrona. Domina e sadica.
Queste tre cose, lo fanno schiavo. Lo fanno SUO.
E il Suo sorriso, di compiacimento e piacere.
La Sua Bellezza, di Padrona, lo ubriaca.
Per questo adora poterLe baciare i piedi. non perchè sia feticista (di questi), ma spesso perchè è l'unica cosa che osa guardare.
Toccarli, un gesto di grande condiscendenza; non dovuto.

Quando Lei non c'è, lo lascia, se ne esce, l'unica cosa che lui può fare è pulirLE la casa, se non è troppo stanco per non riuscire a farlo.
Ed è contento di farlo.
Usare l'aspirapolvere esprime la sua gratitudine per la Padrona, e il suo dovere.
Essere Suo schiavo.