La Padrona ha attivato delle memorie, l'altra sera. Che sono uscite dal corpo ovvero dai gesti, e poi si sono fatte ricordo, cognizione.
Ma prima segnale, sensazione. Percezione esatta, di un passato. Di una valutazione.
Istantanee (come spesso le memorie del corpo) come flashate; come frustate.
La prima volta quando mi ha detto di baciarLe gli stivali, ed io nel farlo Le ho inavvertitamente toccato un tacco, con le mani. Con una mano. Questa si è istantaneamente ritratta, ritirata, come se il tacco (dello stivale della Signora) fosse stato "rovente", e la seconda quando, qualche tempo dopo, nel toglierLe lo stivale con la stessa mano (quella sinistra, "di servizio") le ho sfiorato un polpaccio.
Per non dire qualche secondo dopo, quando da sola ha preso la linguetta della cerniera in mano, e l'ha abbassata fino alla fine.
In questo caso la reazione (o il dispiacere) è stato più lento, più mentale o concettuale (come più lenti i gesti); ma nel caso delle prime due è stato istantaneo, più veloce di qualsiasi pensiero, anche se consapevole di quanto stava accadendo.
E la ragione è che, attraverso ricordi destati (o ritrovati) a causa di una domanda della Padrona, avevo ricontattato esperienze sepolte da strati o eoni di tempo.
E con stupore sono arrivate prima le reazioni di risposta (a detti fatti) che la memoria consapevole.
Che era di attenzione minuziosa, esatta, "puntiforme..", puntuale, diciamo "esigente" o estremamente esigente, di una Padrona (di tanto tempo fa...), assolutamente e... diciamo... perennemente insoddisfatta, praticamente di ogni gesto, o di ogni esecuzione negli ordini che dava.
E... stupito da tanta "stronza.." o sadica modalità/attenzione, me ne sono chiesto la ragione.
Ho cercato di ricordare la forma (le forme), e quali fossero le ragioni, di tanto incaponimento.
O perfida esigenza, esasperata acuta precisione.
Che poi non era solo su quello (ciè su palesi errori, trascuratezze, imprecisioni), ma anche di fronte ad ogni alternativa, che si palesasse. Se ordinava di andare a prendere un bicchiera d'acqua in cucina era sbagliato se mi alzavo in piedi (per farlo), ed era sbagliato, se mi ci si dirigevo in ginocchio.
Sbagliato se le davo le spalle, stupido se arretravo senza girarmi. E il bicchiere sarebbe stato troppo pieno, o perchè non pieno? Troppo fredda o troppo tiepida l'acqua, sbagliato perchè impercettibile la carezza alle gambe velate, oppure pesante come quella di carrettiere.
Non c'era cosa che andasse bene (oppure, perche non era pazza.... e quindi non sollevava giudizi negativi su TUTTE le cose, anche se su molte: TUTTE le cose potenzialmente non erano fatte come si doveva, o come di dovere).
Mi sono chiesto se fosse isterica, nevrotica, o schizoide.
No, non era niente di tutto questo.
Mi sono chiesto se fosse rigida, fiscale. Non lo era.
Non lo era come Persona .
Era assolutamente esigente come PADRONA.
Straordinariamente, estremamente esigente. E me ne sono chiesto modalità e ragione.
Poi, dopo tempo di digestione, di decantazione, ci sono arrivato.
Cioè, ho avuto la sensazione di ricordare/dedurre bene, che quello fosse il significato e il valore.
Ed in un qualche modo l'ho ammirata. L'ho ri..ammirata (nonostante al tempo fosse una cosa quasi insopportabile, cioè che alla fine faceva quasi saltare il cervello.)
Rendeva.. schiavi.
Quello che ricordavo di Lei era che era tanto Padronale e esigente (la vedevo piuttosto poco) che nel porre domande, richieste di spiegazioni e giustificazioni, e domande sulle domande (a cui si doveva una risposta, una giustificazione), e domande sulle risposte, sulle giustificazioni, girando continuamente ovviamente la risposta o l'argomento da un piano all'altro (l'acqua è calda? allora io non capisco niente? allora non sono una Padrona adatta, o capace? allora posso volere l'acqua come voglio? e perchè non l'hai presa in frigo? chi ti ha detto di prenderla in frigo? allora prendi delle iniziative? Ma è possibile che tu non sappia -non sia neanche in grado- di prendere un bicchiere d'acqua da solo? Scusati. E.. ti sembra che delle scuse possano bastare? vai a prendere un altro bicchier d'acqua. E adesso faresti aspettare la Tua Padrona ALTRI due minuti per prendere l'acqua che ti ha chiesto dieci minuti fa?... non era così (era più brava di così), e non era frenetica, nè lenta, nè noiosa nè fiscale, ma è un mio pessimo esempio per rendere il modo) che... dopo qualche minuto (o qualche mezz'ora o ora alla sua presenza... mi uscivano risposte -da sole, senza che lo facessi apposta) assolutamente insensate. Rispondevo: "Azzurro.", o "collinare", o Araba fenice, e la mia situazione.. ovviamente peggiorava.
Ma non ero proprio (o più) in grado di controllare il cervello, il linguaggio. Tanto... (e qui non sbagliavo) la mia risposta era comunque (TUTTE le mie risposte, erano comunque) SBAGLIATE.
E quindi tanto valeva farmi fucilare subito (e farla finita.) Risolvere la questione. Che invece non veniva risolta, mai.
E questa era la Padrona del toccare il tacco se bisognava baciare la scarpa, sfiorare la gamba se si doveva togliere lo stivale. Ad esempio, perchè non credo si trattasse di queste identiche, precise o stesse cose.
Perchè era la mia domanda, dell'altra sera, perchè.. come... accadeva?
Qual era il meccanismo, e il significato?
Con questo suo modo, innanzitutto faceva sì che non si fosse "padroni" delle risposte.
Delle domande. dei tempi e dei sensi.
cioè si dipendeva dal Suo giudizio, che era sempre arbitrario. Provocatorio.
Poi, si era sempre in uno stato di tensione (leggi attenzione) nei suoi confronti.
In relazione a situazioni che non erano prevedibili, se non per la schiavitù.
in terzo (o quarto) luogo si era sempre in una situazione di imbarazzo, di timore, di disagio, di incertezza.
Tutto questo in poc tempo faceva sì che non vi fosse più nessuan abilità, attenzione, scelta o deduzione ... bastante, alla bisogna. Ed ogni risposta o soluzione non poteva che venire da Lei (nè era discutibile) che aveva l'arbitrio che può o che deve avere una Padrona.
In buona sostanza, ogni parola che avesse valore (o significativa) non poteva che essere (ed era solo) la Sua. Le altre non c'erano. O erano sbagliate.
alla fine l'unica mente, l'unica affermazione, l'unico giudizio.. era il suo, e pian piano (neanche tanto pian piano) ti trovavi immerso (o a pattinare) in un vuoto di cui non conoscevi nè la lingua nè il significato, salvo il fatto che Lei era pADRONA, e tutto quello che diceva era vero. E solo quello che diceva Lei. In poco tempo non eri in grado di risponderle neanche per darle ragione, o per dire le stesse cose che diceva lei. Era cmq sbagliato, perchè lei era la Padrona.
Ora, è chiaro che questo non accadeva su ogni cosa ed ogni secondo (sarebbe stato come o peggio che darsi la zappa sui piedi), ma con una sostanzialità tale da renderlo assoluto. Ed identico, anche quando non c'era.
E Lei ci godeva.
Non solo, ma dimostrando(ti), 100 volte al giorno che avevi sbagliato, che eri poco attento, che eri arbitrario, poco rispettoso, e incapace (ed ognuna di queste cose poteva valere una scarica di frustate), e lasciando queste cose dette ma in asospeso e in accumulo.... maturavano e confermavano la loro verità. Per cui quando poi decideva di punirti (di frustarti, di giocare con te come il tiro al bersaglio, di legarti e piantarti morsetti dappertutto, ecc)
e questo magari succedeva venti minuti dopo.. o per tutta la sera...
tu, dentro di te... pensavi (sapevi) che Lei aveva ragione. Non per definizione, e neanche in quanto Padrona: non perchè Lei sadica e si divertiva a farti male (perchè a questo potevi anche ribellarti, o stornarti-stordirti, scaricando questa passione e piacere..su di Lei, e quindi esternizzandola, rendendola estranea e di un altro, lontana), ma aveva ragione perchè tu ne avevi fatte di ogni (che puntualmente ti erano state dichiarate, definite e "sputate in faccia", segnalate senza che vi fosse possibile ricorso o contraddizione, e messe in nota o "a libro paga".
per cui quando decideva di frustarti (piuttosto frequentemente) e ne godeva... tu... Le davi ragione!
Ed eri convinto e certificato che non potessi che essere punito. E per cui ti davi al tuo dolore, al Suo piacere, molto di più che in un'altra condizione, in un'altra situazione.
E tutto questo -magia- e non è da poco, FUORI dal mentale, cioè non per ragionamento, piacere, o deduzione intellettuale, convincimento, ma... in quanto schiavo.
Il che la rendeva felice. Appagata, e perfetto il suo agire.
Stabiliva il dominio, l'autorità, la verifica o il controllo, l'esautoramento della tua opinione, la mancanza di controllo o di potere, e la migliore condizione per le scene sadico/bdsm, in cui dominava anche in via subliminale l'atmosfera.
Ed avendo in amno qualcuno che si sforzava di fare totalmente quello che Lei voleva.
Ora (l'altra sera) mi è diventato chiaro -o più chiaro- il valore di darti sempre torto. Puntualmente; di affermarlo, e stabilire/determinare che quella fosse la realtà, la verità.
Di non discutere ma interrogare
(affermare, dominare),
e ti porti in somma un numero successivo (eccessivo) di pratiche o risposte, atti, servizi, che andavano puniti. Anche se lo stile non era ovviamente la somma matematica. Anzi, la punizione non solo non era specificata, ma non veniva nemmeno dichiarata.
Si installava da sola nel tuo cervello, senza che nessuno te lo dicesse.
Ma te lo rendeva inevitabile. Indiscutibile. Lei... non poteva fare a meno di punirti, poi.
E tu ne convenivi, assolutamente. Anche se nessuno te ne chiedeva opinione.
Servivi con tutto te stesso, adoravi, temevi. E.. ritenevi giuste (anzi di più, necessarie...) le punizioni.
Senza provare nessun piacere. (Anche perchè.. non erano leggere).
Tutto questo, te la confermava sempre di più come tua Padrona... anche sde non eri d'accordo.
O senza il tuo piacere, la tua approvazione. Ma come fatto inequivocabile, e naturale.
bene, ho finito... di ricordare.
questo dettaglio/particolare, che mi è venuto su l'altra sera. Anche se adesso non ricordo più tanto bene.
Solo per sfiorare le calze... sbagliate. se ti veniva ordinato di togliere lo stivale.
Frustate.
Credo che vado a dormire.
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