mercoledì 11 aprile 2012

Diario III, oggi











Oggi sarebbe stato giorno di riposo, cioè di "vacanza". Cioè di andare con la Padrona a prendere frustate a Trieste.
O togliamo Trieste, togliamo frustate... la realtà sarebbe stata la stessa. Con la Padrona.. a fare qulacosa,
in giro.
Per fortuna la Padrona si è ammalata; o è quasi morta: cioè giace tramortita in divano, e più di tanto non è in grado di disintegrare lo schiavo, il quale si sollazza dando da mangiare alla scimmia.

(se c'è qualcuno che ignora cosa sia la scimmia, lo invitiamo a consultare la letteratura buddhista in proposito, e la simbologia buddhista.)


Dunque, torniamo al diario di oggi, al diario del presente.
Ora -reso ormai eccitato -ed edotto- sui dei meccanismi di ribellione (alla schiavitù) li trovo e li stano ovunque, per.. ognidove.
Questo grazie alla Padrona, e alle letture che mi propina.
La Padrona (sia santificato il Suo Nome, come si dice del Profeta ) mi scatena le più terribili emozioni, come le eruzioni dell'orchite. Che naturalmente non causa alcuna eruzione (quello è il morbillo...) ma solamente fa gonfiare a dismisura.. le gonadi scrotali, dette volgarmente coglioni.

Ora, si è appena finito di pranzare... dovrei lavare i piatti.

Ora, sono io dico cento volte che lavo i piatti : cento volte in 15 gg.
Di più, centomila volte in centodieci giorni. Finisco di lavarli, e sono da rilavare.
"E non è che l'inizio", sento nell'intraudito venir detto da una voce che conosco.
Ho capito, ma non ho più mani (dita, pelle, ossi).
"E non è che l'inizio.."
E' vero. Mi ribellerei.
non è che l'inizio... un mese, due mesi.
Non ho mai lavato tanti piatti in vita mia: non ho mai lavato tanti piatti in tutta la mia vita.
non ho mai appeso tanti abiti sulle grucce, liberato tavoli che poi dieci minuti sono carichi quanto prima, mai lavato tanti pavimenti che "un minuto" dopo sono da rilavare, mai pulito tanti mobili che dopo 24-48 ore sono esattamente come prima: DA LAVARE!
e non ho fatto ancora nulla perchè ci sono ancora un milione di cose da fare.


"E non è che l'inizio." Dice la solita voce Padrona: ed è solo vero.
E' solo vero che questa è la realtà... spicciola e quotidiana.. dell'essere schiavo.
E' vero (E' VERO) che è precisamente che lavi i piatti e Lei no che la fa Padrona, e io schiavo.

Al di là e molto oltre di tutte le etichette intellettuali o le adesioni morali. Le simpatie estetiche, le collocazioni caratteriali.
Che LEI non lavi i piatti, i pavimenti, riassetti la dispensa, spolveri le mensole o faccia le lavatrici la fa PADRONA, che io non mi distenda sul divano a spulciare libri mi fa schiavo.
Poco avrei da dichiarami schiavo (e dichiararla Regina) -e naturalmente viceversa- se io sgozzassi polli e lei imbiancasse il pollaio. Se io pulissi carciofi e Lei preparasse la salamoia.
Oltre le etichette, e le categorie intellettuali.
E quindi... "non è che l'inizio... che non abbia più mani." si sta formando l'occhio della casalinga (le sensazioni le percezioni della casalinga, ovviamente della giudecca, quando finito di lavare i piatti si fa da mangiare.. e poco dopo mi trovo di nuovo l'acquaio pieno.
E sapere che "se non li lavo io... chi li lava?" e.. COMINCIARE a capire (ad ESSERE MODULATO) dal pensiero che fra un po', fra qualche ora, avrò ancora dei piatti da lavare... per LA PADRONA.
E' tutto (SEMBRA tutto) molto prosaico, ma è sostanziale.
Solo la certezza (la consapevolezza, l'informazione) di avere dei piatti da lavare, da avere ancora  dei piatti da lavare, che avrò SEMPRE.. dei piatti da lavare (fra le zero zero.. e le ventiquattro del giorno successivo, e dovrò farli stare (e ci staranno per forza) nella mia giornata, oltre servire la Padrona, subire e far gioire la Padrona, essere punito e assorbito, e a disposizione e punito dalla Padrona... fa di me uno schiavo, e non le dichiarazioni di principio o le emozionanti dichiarazioni,  rappresentazioni, configurazioni.
SOLO (E non SOLO) non lavare i piatti, farsi servire a letto o lavare le mutande, SEMPRE (ininterrottamente, continuamente) e non la "divisione dei compiti" fa.. lentamente, progressivamente, della padrona Una PADRONA: cambia la sua mente e le percezioni, come cambia le mie.
Così.. scoprire dimensioni, ad esempio, di ripetizione costante (e non sufficiente) di lavori domestici (piatti... tavoli, tazze del bagno e biancheria da raccogliere) ripetute all'INFINITO caratterizzano i rapporti e cambiano (cioè donano, realizzano) le situazioni. le condizioni.


"E non è che l'inizio..." nelle mie orecchie risuona lo stesso tono di voce. E' VERO.... è vero.
E' vero "che non è che l'inizio", ed è vero che non è che l'inizio.
Lo so e riesco ad intravvederlo.
Ma allora... perchè "mi ribello"... al lavare i piatti, ad esempio, che è solo... "il mio destino"?
Come schiavo, di schiavo, a una Padrona?
(Perchè vorrei solo immagini da cartolina, da discoteca o del sabato sera, FINTE..., tutte finte, di tute in latex e di candele nere?.
Perchè ho paura di cambiare le mie percezioni, vite vissute esperienze vite... di uomo che sogna il Bdsm (o il 24/7) come la Brocelaide di mago Merlino? -E preferirei, vorrei, i cartoni animati di Tolkien o il grande fratello?
Perchè perchè perchè... non c'è risposta e non può venire fuori, forse a posteriori, e comunque dal Fare, come già Lenin diceva. E prima di lui qualsiasi, maestro o sciamanico atavico indiano, praticante di qualsiasi disciplina.)

Bene, che mi disperdo e non ho tanto tempo: restiamo sulla "ribellione". C'è, e si affaccia, la si vede.
E sappiamo che la soluzione, l'UNICA soluzione, non sta che nel lavare i piatti "TUTTA" LA VITA... (che il resto è girare in tondo, cambiare continuamente argomento, perdersi.. dietro a cose meno forti, potenti e assolute. Parlare di critica cinematografica, o dei massimi sistemi. Di "politica". o di vie spirituali. Andare ai giardini o spèosarsi ed essere felici.
Essere schiavo (essere Padrona) non è niente di tutto questo. E' essere (ed andare a vedere) sulla carne viva. E lì ogni cosa (dieci miserrime frustate... un tramonto, un mille volte lavare i piatti -cosa che fa chiunque.. per tutta la vita- una scopata, sono occasione e veicolo di comprensione, di contraddizione, di possibilità e di cambiamento (di SE', che i piatti sono sempre gli stessi. E dopo mille cambiamenti "sui piatti", sulle frustate, sul leccare/frasi leccare le scarpe o sull'ultimo degli amanti... si cambia di uno scatto il programma della lavatrice. ma almeno si sente lo scatto del programma, si è allenati ad essere consapevoli del mutamento. sempre con gli stessi piatti, amanti.
Cosa che non succede così spesso con la critica cinematografica di Tolkien, di sicuro.).


E dunque mi ribello. Ai piatti. E dunque non ho scampo. E dunque cambierà (la mia mente) e forse io ne noterò i cambiamenti... lavando per diecimilavolte, per dodici anni... piatti. e dunque sarò schiavo, e madame Padrona, PROPRIO  per questo. CON questo, attraverso questo.
E non le splendide figurine della Panini, o i racconti d'avventure. DI LETTERATURA.

E quindi non posso che lavare i piatti, pensando ogni mattina, prosaicamente, che DEVO lavarli per la Padrona.
E Lei non pensando... più (percependo più, sognando e sapendo più), che deve lavare i piatti.
Le SUE calze autoreggenti, i pavimenti.
E che "deve" (può, sarà) con queste scivolare ad una spanna dei pavimenti, cercando nuovi gingilli o torture, catene o amanti. E che questo registro/energia/vibrazione, questo grimandello per forzare i mondi (ed oltrepassare le catene del mondo, dei mondi, sarebbe deturpato o offuscato, intossicato e corrotto... confuso ed intorbidito... "impedito.." -per sè (e per tutti)-, dal "lavare i piatti".) A costo di prendere la frusta tre volte al giorno perchè i piatti non sono puliti a puntino, o riposti male.
(Ove sappiamo che il problema non sono i piatti).

E che quindi la mia "ribellione" non è che una ribellione a questa condizione (dopo 100 piatti lavati..., neanche fossero un numero -o un numero di giorni- degno di nota, quando perchè la memoria si abitui devono avvicinarsi all'infinito...), e non certamente "a queste condizioni".

Perchè ho paura "di vedere"? Perchè ho paura "di praticare"..? Perchè ho paura di essere (dove l'essere schiavo è solo un'indifferente funzione, geneticamente o caratterialmente più adatta -come un napoletano fa fatica a recitare la parte di un vichingo, come comparsa cinematografica-, come l'essere Padrone. Padrona. C'è chi è dotato, portato, predisposto, chi si eccita o gode con l'uno, e chi semplicemente ci gode meno, o non ci gode. O si emoziona o si stuzzica o ritrova meno. ma questo è per ogni cosa.
Cacciatore.. raccoglitore, pescatore o seminatore, "sognatore o cacciatore" (forse, o qualcosa di simile) per dirla con castaneda.


E la "comoda idea", che lavando cento volte i piatti (o facendoseli lavare) si è capito, si è visto tutto.
Forse dopo 1000 volte si capisce, si intuisce, che non si era capito niente.
Che il graal era mille volte un milione di volte.. dopo la ripetizione per tre anni della scaletta del fa. del do, del fa diesis.


Insomma oggi "ribellione". Interiore. Paura di dover lavare i piatti, i panni, riempire la giornata, per altri sei mesi. Tre anni e otto mesi. Due anni. dieci anni. All'infinito. A discrezione dell'essere schiavo. Il dire... ma allora ... non "avrei" altro tempo per me... NON SAREI... "LIBERO"...
Ma va...
Non lo sapevi. Volevi essere libero ed essere schiavo? Coglione. E non è .. che l'inizio.
(sento dirmi nelle orecchie dalla solita voce. Che per me è quella della Padrona.)


Però voglio almeno i detersivi. (se posso).
I guanti e una crema. Che non sono una serva o una casalinga.
Sono uno schiavo.

Che rottura di cazzo dover servire. Grazie Padrona.








woman washing dishes -1950'-




















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