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domenica 14 aprile 2013

cella, cage







Comincia a manifestarsi, ad apparire, affiorare un senso di costrizione, ed anche dell' insofferenza.
Sono chiuso in questo stanzino non da molto, forse da due ore e mezza, eppure, forse per una certa scomodità, per ignorare se e quanto starò qui (dormirò qui dentro? quando mi aprirà la porta la Padrona? meglio che mi metta a dormire subito o è meglio aspettare? ecc) comincio a sentire il






bisogno di alzarmi e di sgranchire le gambe.
Le gambe non le posso sgranchire.
Non riesco neanche a fare un passo praticamente.
Poi ho una cassetta (di detersivi) davanti a un piede (avevo, perchè adesso l'ho spostata, incastrandola in un'altra parte) che impedisce di mettere come si deve una gamba.
Poi sono seduto su un water, cioè... su due contenitori d'archivo di cartone, messi sopra la tavoletta di un water, perchè il portatile è sopra un lavandino, ed il lavandino è troppo alto per la tastiera, e così ho dovuto alzare la seduta. Che però è troppo alta per le gambe.
E troppo poco per essere uno sgabello.
In più... il water (come è ovvio) non è sotto il lavabo, ma a fianco e discosto, e quindi... è come se il tavolo fosse troppo distante dalla "sedia", per poter essere comodo.
Quindi mi siedo sulla punta, dei faldoni, che però per fortuna sono rigidi, e con uno spigolo vivo.
Per fortuna... perchè altrimenti si sarebbero sfasciati, sedendomici sopra.

Quindi.... HO VOGLIA DI ALZARMI e di sgranchirmi, fare due passi, dopo solo due ore e mezza.

Niente di drammatico o di torturante, di insopportabile. Lo sto solo descrivendo.







E poi... e poi e poi... tante piccole mancanze, o scomodità.
Ho sete (un po' di sete) da quando sono chiuso qui. Cioè da prima. ma non sapevo che non avrei potuto bere, e quindi l'ho trascurata.
Ma... qui c'è l'acqua. Solo... che il rubinetto del lavabo è incastrato sotto la tavola che lo ricopre, e non si riesce a raggiungerlo per bere. Se lo apri dilaga.
Per spostare la tavola temo di far rumore, e non devo.
potrei... facendo piano e con vera attenzione. Se "morissi " di sete. ma non muoio, e preferisco non fare fatica.
L'acqua del water è ovviamente esclusa. C'è una doccia ma se la apro poi allaga tutto il pavimento, ed è più scomodo il rimedio della sete.
Potrei... mettere la doccia (ha il flessibile) sopra il water, aprirla, e bere a "pioggia". ma per far questo dovrei spostare i faldoni, spostarmi io, e... non c'è lo spazio neanche per fare un passo. "Tutto" si può, se c'è bisogno; ma altrimenti è così scomodo che preferisco aspettare, per un bicchiere d'acqua.
E lo stesso è perchè vorrei togliermi le scarpe, lo stesso ho dovuto inventarmi una piccola stupidaggine, ma inventarla, per aprire il finestrino perchè giri l'aria, ma non troppo. Per tenerne aperta una modesta fessura. Eccetera, per tutta una serie di cose da mettere a fuoco. da preparare, da organizzare. In otto minuti. In circa otto minuti.
La Padrona mi ha telefonato. Mi muovo dal posto "x". quando arrivo voglio che tu sia chiuso nello stanzino. Portati il computer.
In otto minuti, più o meno, ho dovuto scollegare il pc, staccare una lampada da portarmi di là.
poi raccogliere una matita, una penna, gli occhiali. Spostare il piatto che avevo approntato vicino alla scala per mangiare. Chiedermi: "Dormirò lì?" e mettermia  tirare fuori un sacco a pelo.
Poi un maglione. Poi... per la differenza di livello fra la seduta e il "tavolo"... pensare di portarmi forse la tastiera, da poter tenere eventualmente sulle ginocchia. Il mouse. Poi due libri. Arraffati quattro, poi trovati in borsa cinque. un quaderno. Il telefonino. Poi buttare tutto in una borsa, scendere le scale a rotta di collo, con il computer che quasi mi cadeva di sotto, risalire a spegnere la luce, uscire di casa di corsa e rientrare nell'altra.
Precipitarmi nello stanzino ed appoggiare tutto in modo che non si muova, di non doverlo muovere e fare da lì a poco, rumore.
Poi, aprire il pc e spegnere l'audio, che non faccia bip.
mettere il telefonino in silenzioso, stessa ragione.
Spostare asciugamani e schifezze, per montare la "tavola" e le spine. Farlo. Montare mouse verificare la tastiera, riporre la borsa con il sacco a pelo sulla mensola in alto, tirare fuori i libri.
nel frattempo continuare a penare al problema dell'altezza errata, per poterlo usare, del piano del "tavolo" rispetto alla "sedia, problema colto a suo tempo ma non risolto, perchè poi le cose hanno preso una piega diversa.
Correre nella stanza di soggiorno, ribaltare due pile di carte, tirare fuori da sotto i due faldoni di cartone, portarli di là provare a posizionarli e a sedersi sopra, sistemare le cose rapidamente, chiudere la porta e... trenta secondi dopo... sono entrati.
ma io non lo sapevo che bisognava fare tutto questo, per la PRIMA volta... in OTTO MINUTI! Non sapevo se là dentro ci avrei svernato. A cosa dovevo provvedere.

Ora... la Padrona mi ha aperto e sono uscito.
Ma cominciavo ad essere insofferente. Bloccato, incastrato. Dopo solo due ore.
Ed era bello da vedere. A volte, stai sulla sedia del computer per otto ore. Sembra, forse. Forse non è così.
Oppure è la scomodità (che pure è relativa), oppure il rumore della serratura quando gira la chiave.
Oppure non sapere.
Oppure ascoltare e non capire.
Oppure le voci al di là di una porta di compensato. Che però quando si spostano di stanza non si sa neppure se sono usciti (di... casa).
Oppure... tante cose.
"Bello" in qualche modo, essere rinchiusi. Credo bello per la Padrona.

Che credo abbia testato stanzino e schiavo. Un po'. E Lei stessa e il Suo saperlo.
e il non saperlo dello schiavo.

Da qui, ringraziarLa, per tutto questo. E voler stare zitti e non far rumore.
Per Lei, e per la Sua casa. Per servirLa












giovedì 28 marzo 2013

Ieri






Feedback. Su ieri mattina


Ieri la Padrona aveva ragione.
E poi me ne ha anche illustrato i motivi, gli argomenti.
Che erano logici e sensati, nonostante io preferissi vederla/vederli in altro modo, ed ignorarne la sensatezza.
Ricadessi in un mio vizio (e mia abilità).
Ma a mio avviso la questione principale (e disarmante) non è questa: cioè non è di ragione… tecnica, ma d’ubbidienza.
Cioè che lo schiavo, io… devo ubbidire, subito e  
 totalmente, al di là di ogni ragione: che la Padrona “abbia ragione o meno”. Devo ubbidire e basta. ADERIRE TOTALMENTE agli ordini o alle indicazioni della Padrona, in quanto ordini o intenzioni della Padrona. In questo, che abbia ragione o meno è Ininfluente.
Che poi abbia anche ragione è un fatto che dimostra la ragionevolezza del suo essere Padrona, la Sua maggior capacità e acume. (Intuitività, intelligenza ecc). Maggior equilibrio e stabilità, ponderazione ed ampiezza di vedute. ecc. Dimostra che è Padrona. Ragionevolmente.

Ma il problema principale è che non deve “dimostrare” niente, per essere Padrona.
A posteriori… questa è la dimostrazione di tutte le ragioni, della “ragione” che lo sia, che ha nell’esserlo.
E dell’errore, dell’inopportunità che lo schiavo faccia di testa sua. Le ragioni… “tecniche” per cui deve esserLe schiavo (o per cui è, ed è anche opportuno che Le sia schiavo. Doveroso).

Come dire conferma –magicamente, nel materiale- che è giusto che Lei sia Padrona e lui schiavo.
Il che ha del miracoloso (o del normale?). Che la realtà collimi con le tendenze, le intenzioni, i ruoli ...ed
i Piaceri… della Padrona. Che le rappresenti, che siano la stessa cosa.
Ma notato questo (di come la realtà Dimostri la ragionevolezza e la giustezza… dell’essere Padrona: la confermi. A dimostrazione ed insegnamento dello schiavo) vale quanto prima: la Padrona potrebbe avere completamente torto. Va ubbidita in quanto Padrona, e non in quanto ha ragione o torto.
Anzi, paradossalmente (e per dire) andrebbe ubbidita “di più” se avesse torto, in quanto sarebbe ubbidienza pura. E comunque invece va ubbidita AL DI LA’ delle ragioni o torto, ma in quanto Padrona e Dominante.

(Che poi abbia ragione meglio: dimostra… ecc, e si torna sul discorso di prima)

Ora, l’aspetto principale (mi sembra) è l’ubbidienza, l’aderenza.
(Che lo schiavo faccia cazzate, stupidate, mi pare il minimo, o nell’ordine delle cose. Altrimenti che schiavo sarebbe...?)
E l’ubbidienza… si diceva, non è voluta: è dovuta (altrimenti che Padrona, o che Bdsm, sarebbe…?).
E quindi ottenuta, realizzata attraverso mezzi coercitivi (pesantemente e non blandamente punitivi), attraverso l’imposizione. La DOMINAZINE. Attraverso il Bdsm, Solo.
Le dimostrazioni sono i fiorellini, con cui si inghirlanda il collare. Passeggiando a primavera sui prati.
E lo schiavo non può aver ragione, al di là delle ragioni. O dei punti di vista, legittimi o meno.
Non ci sono punti di vista che abbiano il minimo peso. Ci sono quelli dello schiavo, e quelli della Padrona.
I primi è meglio che vengano cancellati. De-pennati: Con la frusta. Senza cibo. Con le scosse, con gli aghi.
Per dire. Completamente, con Tutto. E che questo venga fatto Prima che la Padrona abbia ragione, prima “che debba.. avere ragione.”  Dopo, che questa pure ci sia è solo una piacevole dimostrazione.
Ma la questione è che il campo, lo schiavo va preparato, va spianato prima… di ogni motivo e ragione.
Per tutti i motivi e le ragioni, successive. Ma non uno ad uno… PER TUTTO. Per  IL PIACERE
PER IL SUO PIACERE.










.



lunedì 25 marzo 2013

Feedback




















Allora... i feedback sono importanti. Perchè danno informazioni ed INSEGNAMENTI.
cioè insegnano, nell' elaborare (memorizzare, archiviare) i loro dati.

oggi ho tre elementi (spunti) da condividere.
 

sulle buone, "sane" abitudini, e su quelle.. cattive. Di come le seconde scalzino FACILMENTE le prime, e di come queste vadano continuamente ripetute... RINFORZATe... e non si possano mai dare per scontate.
Anzi... tendano sempre a decadere, e a divendare "cattive", come per una legge dell'entropia. Come bisogna applicare "sforzo", perchè queste continuino ad avere una qualità, una caratteristica d'eccellenza, sia "estetica" che materiale, concreta. UTILE.

Innanzitutto stamattina, dopo solo due giorni (48 ore!) di astinenza.. dalle frustate (cosa sono DUE GIORNI? Niente, vivaddio)

Ho avuto la TRASCURATEZZA (perchè questo si chiama, è: TRASCURATEZZA. Nei confronti della Padrona. Dei Suoi ordini, regole, e desideri) di chiamare tardi per la colazione, e meritare di nuovo di essere frustato.
E non è stato altro che insolita... "trascuratezza", che non è fra i miei vizi più frequenti. Ovvero la forma di vizio più frequente(che i vizi non sono molti in realtà, ma solo uno. Che poi si esprime in diverse forme.) Mancanza di timor di dio, direbbero i Gesuiti: mancanza di TIMOR del Padrone. Della PADRONA -che andrebbe sempre rinforzato, si sa-; in buona sostanza MANCANZA DI SCHIAVITU'. Quello è l'unico vizio che c'è, e che andrebbe continuamente riproposta, rinforzata, rimarcata. Perchè sia. Altrimenti ne discendono perniciose conseguenze.



Il secondo punto che mi mi ha colpito, ovvero mi è apparso in evidenza è che mi ero già "disabituato" ad uno standard delle frustate. Ovvero queste mi facevano male, quasi come se fossero le prime volte, o /e io ero disordinato, nel riceverle.

Cioè come dire.. prestazioni MENO piacevoli, per la Padrona.
Uno schiavo meno addestrato... ai piaceri della Padrona.
Nello stesso, brevissimo, lasco di tempo.
Che in fondo è il protagonista, di queste verifiche, scoperte, sensazioni. ovvero del metodo, dell'addestramento, delle caratteristiche e dimensioni del BDSM.
Della schiavitù, e della vita applicata che la produce, e ne gode.






Il terzo elemento era che... non avevo più voglia (non  mi pareva naturale nè normale) fare le faccende domestiche, lavare i piatti.
Appena messo il detersivo e riempito la vaschetta d'acqua è partita una vocina interiore, sommessa ma chiara, inequivocabile. Che faceva da "padrona" (cioè scalzava.. la Padrona -questo non Le farà piacere- dal Suo ruolo, dal suo "luogo"-). 
(Ed era ovviamente la voce, o una delle voci, dell'ego).
"ma perchè io, perchè "proprio" io?" 
"Non può farlo qualcun altro... è perchè non "va tutto ben" ma.. facciamo un po' per uno?"
"Perchè deve TOCCARE a ME ?" e avanti con tutta questa danza di pensieri.
E "ma non è giusto...", e "ma durerà tanto a lungo?"..., e giuù pensieri simili e coerenti, mentre lavavo i piatti. I quattro piatti.

Dopo aver fatto il letto, e poche altre faccende domestiche, per la Padrona. Alla Padrona.
Invece di essere grato a Lei che mi tiene qui. Umile e servizievole... schiavo, a Lei, che mi tiene così.
Insomma tutta una vocina nel cervello che diceva la sua versione, la sua arroganza/dominazione, la sua litania.

e qui, e lì.... tutto un discorso, ragionamento interno.
Entrare nel merito.

E... "mi piace, non mi piace".
Non è durato ore. ma... ho dovuto "andare e cercare..." un argomento che risolvesse, che lo/la? convincesse.
Che poi era semplice. "perchè? non è giusto..."

"Perchè SONO SCHIAVO; perchè sono UNO schiavo.

Ora, è chiaro che questo era banale. Indiscutibile, e ne discendevano (anche) queste conseguenze.
Ma... (e questo è il problema...) non era (già) chiaro, scontato, naturale. Evidente. Dovevo ANDARE A CERCARE,  a recuperare l'argomento. C'era la vocina (A FAR DA PADRONA), la vocina della mia MENTE. Invece di quella della Padrona, della schiavitù, del DOVER SERVIRLA, del Suo Piacere.
La Padrona... era già in seconda (e discutibile..) fila, DOPO DUE GIORNi.  Senza frustate, senza Bdsm.
Questo non vuol dire che questo non valesse niente (e ovvio, la Padrona..) erano sempre la cosa più importante. Ma quello che è straordinario è che ci dovevo pensare, dovevo trovare, rintracciare l'argomento.
Chiaro, sei uno schiavo, fai i servizi alla Padrona, la servi: Lei deve essere trattata COME una REGINA. Come una Padrona, Dea e TIRANNA. E non si mette di certo per te a lavare i piatti.
Ma perchè io, ma perchè io... la cosa importante è il mettere fuori la testa della vocina (pensare di aver "diritto"...) dopo due giorni.

Dimenticate le regole, la ripetizione metodica, il rinnovarsi del -e nel- quotidiano. La schiavitù, il subire i lavori domestici, umili. la servitù e l'umiliazione. Base.. dell'essere schiavo, e della condizione diversa del Padrone (in 24/7 perlomeno. Certo non in una sessione... di due ore. ma in una relazione, un rapporto.... Bdsm. Lifestyle ... come dice Mia.




 Due giorni... e già perdi le buone abitudini. e si instaurano i cattivi ragionamenti. Per una Padrona.
Per una Padrona TUTTI i ragionamenti sono cattivi: ci dev'essere SOLO schiavitù, e non discrezione. A discrezione.
SOLO sottomissione, SOLO DOMINAzione. Entrambi da parte della Padrona. (Che la sottomissione dello schiavo è solo un effetto, non la "causa prima"..., della SOTTOMISSIONE DA PARTE DELLA PADRONA, dell'Imposizione. Di schiavitù e quant'altro serve il Suo Piacere.
Non certo le attitudini dello schiavo. Che sono appunto solo "attitudini" e vanno solo soverchiate.










  In due giorni di non-pratica... retrocede (non "si annulla", chiaro) il lavoro di mesi..
Certo non è un problema, ma è un ordine di scala (o caratteristica):
Tu educhi uno per mesi (uno schiavo...) e dopo due giorni si questi si mangiano il Tuo lavoro (la TUA applicazione)di un mese.
Per avere uno schiavo, COME LO VUOI.
Due giorni in stato d'abbandono (felice abbandono) demoliscono un mese di pratica. Di pratiche indotte, di abitudini. Alla schiavitù, ad essere schiavo, e a servire la Padrona. Praticamente tutto ciò che a Lei piace.
E' come nelle pratiche spirituali: le abitudini devono essere metodiche, soverchianti, costanti ed applicate senza scampo.
Ogni via di fuga, spazio vuoto, lassismo DEMOLISCE il duro -anche se piacevole- lavoro di costruzione di una situazione appagante, e di Dominazione, di una Padrona.
Demolisce il suo... Piacere.


Da qui il feedback, di stamattina

martedì 19 marzo 2013

Doors; The Doors

















...e comunque, è significativo vivere (dove vivere è praticamente essere sempre dentro la stessa casa)
e trovarsi le porte chiuse.
CHIUSE...
Per prima cosa, si dimezza il mondo.
Gli spazi fruibili naturalmente (non fosse che con lo sguardo...) si riducono della metà.
E... non è poco, in una casa formata non da duecento stanze.
I percorsi diventano uno, praticamente. Avanti e indietro, indietro e avanti.
Poi... non si vede. (E, in piccola parte, "si è estromessi". Come.. in piccola parte? SI E' ESTROMESSI... PUNTO. Si è estromessi -piccola parte... -)

E non vedere toglie spazio, percezione, immaginazione. E' VIETATO. La casa, che non è mai appartenuta, non appartiene. Neanche allo sguardo, alla possibilità di entrare.
Certo, si può entrare, nessuno lo vieta. (Finora).
Ma... ci vuole un motivo, per abbassare una maniglia ed aprire una porta chiusa.

Ora... si chiederebbe un praticante zen: "E' un solido motivo? O, è un motivo "onesto"? O è solo per ... curiosare (dalla soglia, con uno sguardo), per rassicurarsi, per essere sicuri che... tutto ci sia ancora? Tutto sia come prima, il mondo... esista ancora?"

E, se non c'è un motivo vero, si aprirà quella porta o si accetterà, subirà, il fatto che TI sia chiusa?
E se è chiusa 999 volte su 1.000 (escluso quando devi fare le pulizie, ecc) il mondo... non ti si riduce?

Non sei meno libero, non fosse che di camminare? (in una casa in cui vivi praticamente rinchiuso, recluso.)

Cambiano le cose e il mondo, le porte chiuse.
C'è un al-di-là (di una semplice porta) che non è per Te, da cui tu sei escluso.
Che devi servire, solamente. Servire come schiavo.
Che non attiene (più) alla tua libertà, ma alla TUA SCHIAVITU'.
Per il solo fatto di abbassare una maniglia, e tenerla chiusa.
Piuttosto che una porta... socchiusa.


Eccome se vale. Cambia la vita. La rende (la stanza, allo schiavo) preclusa.
Gli dimezza la percorribilità della casa, dove deve SOLO servire.
Gli toglie financo la visuale, il "diritto a vedere", la stanza (le stanze...) della Padrona.
Resta rinchiuso (confinato praticamente) ai luoghi del lavoro.

Scusate se vi sembra poco.
MARCA, ancora, ulteriormente, LA DIFFERENZA (materiale, concreta, tangibile) fra PADRONA E schiavo.

LA SEPARAZIONE.... di diritti, schiavitù e vite.
Lo schiavo..LE appartiene. E finisce lì (la "convivenza", la connivenza, la commistione.). E'
CHIUSO FUORI.

Non c'è niente da fare













Non c'è niente da fare:

le frustate (vere.. ) mi mettono, mi lasciano in uno stato di TIMORE, di TREPIDAZIONE, di tremore..
che altrimenti non c'è; non c'è niente da fare.

Sottile, che si instilla sotto e che governa le cose.
Lo vedo mentre lavo i piatti, dopo. Lo vedo in ciò che penso e provo.
Come.. SONO.
Sono in un altro modo, alla Padrona (e alle cose, alla giornata, ai lavori..) quando prendo frustate VERE .

(VERE non è selvaggiamente forti, o disordinate, casuali: è intense in maniera incisiva, cioè tali da lasciare il segno. Visibile o no, vistoso o meno non ha importanza. Da lasciare il segno, "segnare", marcare e marchiare; da incidere -essere ordinate, volute e dolorose- PIU' di quello che lo schiavo riesce serenamente a sopportare. Che richiedono uno sforzo, doloroso, e procurano un dolore che impagna, impegnativo. Che lascia traccia -di sè e della Padrona- nel corpo, nell'anima e nella mente.
Allora... insorge un tremore e timore, una... SOGGEZIONE, che cambia lo stato danimo e la giornata.
Impercettibilmente -a volte- a volte in maniera clamorosa. MA... è il segno, il marchio, la presenza e l'intenzione -e perchè no, quando c'è, il Piacere- della Pafrona.

E del modo di sentirLa nella propria vita.

Appunto: Timore, trepidazione, tremore, e SOGGEZIONE.
DIPENDENZA -obbligasta-, sottomissione, SCHIAVITU'. A  LEI. Per il SUO PIACERE.


Non c'è niente da fare: (le frustate ) non sono sostituibili con niente. Hanno un modo, un linguaggio loro. Il resto, sono altre cose. Con i loro pesi e valori.
Le frustate, restano quel che sono. (quando sono vere) Strumento sovrano. di trasmissione, di potere.
Di trasmissione di tutti i modi, e valori. Sensazioni, idee,  atteggiamenti.






alla mattina lavando i piatti.

lunedì 18 marzo 2013


















La riconosco come Padrona, La riconosco come Padrona...
significa che inizio a riconoscerLa come Padrona INDIPENDENTEMENTE dalle mie intenzioni, dai miei desideri o meno che siano, ma come virtù propria, collocazione che LE appartiene, qualità che LEI ha e che LA caratterizzano, piaceri.
L'altra sera, e cento altre cose.

E se Lei è Padrona per Suo conto e davvero (ovvero senza complicità, senza concertazione. E senza "approvazione da parte mia) nasce una nuova paura: CHE MI CACCI VIA.
Che non mi voglia, che mi getti e mi rifiuti.
Non ho un posto da andare, ora, che non sia Lei; in Lei ci sono tutte le mie speranze, e desideri: non desidero, sempre più, che Lei. Quanto meno posso appropriarmene, avere potere su di Lei, tanto più La desidero, mi attacco a Lei, ne ho BISOGNO.

Desidero SERVIRLA (non è propriamente questo: DEVO servirLa; il desiderio è una conseguenza del dovere, della necessità, della possibilità: "non posso che, non posso altro. E quindi "desidero" lavarLe i piedi, pur di poterLa vedere, toccare. Pur che, in virtù di questo... sia presente.
SubirLa, subire la Sua sprezzatura, Le sue esigenze che fanno facendosi sempre più altere -nel senso di forti, ferme, distaccate- e quindi sempre più alta, irraggiungibile Lei, distaccata. E quindi sempre più desiderata.

E quindi sempre più bisognoso di Lei.
Ieri mattina mentre cercavo di mettere in trasparenza cosa mi era accaduto, mi accadeva... (rispetto a queste caratteristiche) mi è venuta spontaneamente una frase: "visto che dovremo relazionarci così -con queste caratteristiche, Lei Padrona, io schiavo; Lei dominante... io sottomesso- per tutta una vita, per tutta LA vita, è meglio prendiamo queste cose in mano. Queste caratteristiche in mano."

E mi è parsa frase felice e fortunata (cioè c'è stato un riconoscimento un'emozione.. un brivido, mentre la dicevo -meglio: me la sentivo dire-) senza averla pensata, ma sentita uscire, mentre si parlava.

Lei ha fatto due cose.
La prima è che poco dopo.... mi ha frustato: senza tanti discorsi, senza tanti complimenti mi ha frustato, ed è finito lì.

La seconda è che ha deciso di cambiarmi. Cioè... di cambiare i miei modi le mie reazioni. Perchè diventi lo schiavo che vuole Lei: con i modi che vuole LEI. Con le reazioni che Lei si aspetta e che vuole per Lei. Per i Suoi modi, per i Suoi... PIACERI.

Il che è bellissimo, se si vuole, e fa paura.
La paura sorta ieri è che sia così bella, o... esigente (o lo diventi), da sbattersene i coglioni, non curarsi di calcoli, o statistiche (quanti ne trova di altri, con le caratteristiche che vuole ecc), e semplicemente... NON volermi.
Dirmi: mi hai rotto le palle, vai via.
Mi arrangio, faccio da sola, troverò 121 persone, o due. Questo non mi interessa (non lo sai) e sono cazzi miei. l'unica cosa è che non sei all'altezza.. adeguato a quello che io voglio: mi hai stufato.
Sei invadente, esigente, possessivo -o altro-: poco "schiavo", per quello CHE VOGLIO IO: vammi fuori dai coglioni.
(O "hai fatto una cosa (anche UNA cosa..) che non andava fatta: questa storia si chiude... ora. Non voglio più vederti, non me ne frega un cazzo delle tue ragioni.. ).
Ecco... paura che sia così bella, e così esigente (di sè, da Sè, come Padrona) da sbattersene dei calcoli e dei buon..sensi e sbattermi via, perchè non è disponibile a mezza misure, o mediazioni. Perchè vuole TUTTo (per sè, per essere/essermi Padrona) o niente (da me. Più).

E che io DEBBA servirLA (proprio in tutto, come un servo. PIU' di un servo, coem uno schiavo) solo per SPERARE di starLe vicino, di poterLe stare vicino. Non dico di "sperare" di stare nella Sua casa, proprio nelle Sue stanze, nelle Stanze dove Lei vive. Di esserLe fra i piedi. PER esserLe fra i piedi, il minimo (necessario come dicevo, MA NON SUFFICIENTE), è che le faccia i servizi, TUTTI i servizi e i mestieri che una donna può desiderare. TUTTI, nessuno escluso, e che li faccia bene, senza rompere i coglioni.

E con questo taglio vedevo le cose. Doverli (in questa accezione, da questo punto di vista) non solo per differenza e per educazione, "per deontologia", ma perchè LEi se li aspetta e li vuole, semplicemente. Come condizione perchè io possa godere... della Sua presenza.
E questo non basta. Questo NON E' NIENTE, perchè questo è esserLE SERVO: DOPO, esaurito questo, COMINCIA (comincia) l'ESSERLE SCHIAVO che è molto di più, perchè è più esigente.
In termini di schiavitù.

paura che mi cacci via.
Che possa farlo veramente, in quanto Padrona. In quanto Domina (bella ed esigente).
Ed il desiderio di fare TUTTO ciò che Lei vuole, Subire Tutto quello che LEI VUOLE, perchè questo non accada.
Sì, ma sono desideri (e promesse) da schiavo:
NON valgono niente.
Non hanno consistenza. SOLO LEI... può addestrarmi ad essere lo schiavo, a diventare lo schiavo che Lei vuole, ed esige possedere... esige avere AL SUO SERVIZIO, schiavo da frustare e che le pulisca le scarpe, le lavi le calze e la aspetti nudo ai piedi del letto; mangi i suoi avanzi, magari sputati, e guidi la Sua automobile, riceva le SUE torture, il suo disprezzo, i suoi amanti, e le porti i fiori freschi.
Che si comporti bene, si relazioni bene con i suoi... schiavi, e sia l'ULTIMO fra questi.
Oppure vada fuori dai coglioni. Ho paura di questo.

E solo LEI... può impormi questo. ADDESTRARMI, proprio come un cane, a questo.
Cambiarmi, con il suo DOMINIO, rapidamente a questo.
E posso solo questo sperare.
Non certo il mio accordo o il mio volontarismo. La mia concertazione, o APPROVAZIONE.

Solo Lei, Padrona. Il mio timore di essere rimosso, cacciato. Anche senza vantaggio alcuno da parte Sua: Solo... per il SUO Potere.
La Sua arroganza, la Sua bellezza: il SUO ESSERE... PADRONA.

cerco, cercherò di fare TUTTO quello che vuole: ma è troppo poco.
Lo so già, sono cazzate, dovute ma assolutamente non soddisfacenti; non... bastanti.
Deve essere Lei ad accettarmi, e farmi diventare lo schiavo che vuole: quello VERO.
Schiavo... DELLA PADRONA, e del SUO PIACERE sessuale.
Perverso. Sadico..estremo. E dei diritti che una Padrona ha, su uno schiavo: TUTTI .
Assolutamente... Tutti. Praticati e goduti, imposti.
Per avermi. A Sè, per POSSEDERMI.

giovedì 14 marzo 2013

Sull'aspetto. Botte e risposte, e... progressioni.














Per un Padrone/a, avere uno schiavo obeso (o... sovrappeso) significa (secondo la povera opinione di chi scrive) non "essere un padrone" ma essere un "c......e" (per onorare la rima), o un povero mentecatto.
Che finge (o crede) di essere un Padrone.
Ci sono due ragioni immediate, per quest'affermazione.
Supportando entrambe la stessa conclusione.

La prima è estetica: uno schiavo grasso, ma anche in carne (che non sia uno schiavo per due ore, o una tantum ) fa ridere. cioè: fa ridere il Padrone.

Che razza di Padrone è?
(solo se è obeso anche lui è giustificato: non critica -non vede- l'altro, per non vedere sè. O forse si piace. Ma un Padrone obeso è possibile, uno schiavo no. non dovrebbe esserlo.
Qui però è necessario stendere veli pietosi sulla coinsapevolezza... dei padroni obesi.
Se non hanno una malattia mortale.. che li costringe all'obesità. In quel caso sono assolti.)






Non esiste uno schiavo (non può esistere) che si strafoga di Boeri al lampone, o al whiskey, che sta in panciolle  a menarsi l'uccello, che si mangai 4 porzioni di lasagne. 
NON.. come schiavo (se ha un Padrone). (Qui si parla di 24/7(365) et similia, non schiavi, e padroni, che si vedono due ore la settimana.
Ma gente che pratica.. che VIVE.. IL BDSM, non solo il.. sabato sera. 
Vive DI BDSM. per cazzi loro).

Si dirà di più:  lo schiavo DEV'essere (dovrebbe essere) non... sovrappeso, ma neanche "in peso". Dovrebbe essere SOTTO...Peso, se non emaciato. Cioè dovrebbe "patire"... la schiavitù. Per essere schiavo a tempo pieno. Cioè essere perennemente in "fame", imposta dal Padrone.
Aver desiderio di mangiare, ed inoltre di un sacco di buone cose. Che gli vengono negate, a differenza del Padrone.
Tanto per sancire, per praticare e manifestare, per imporre... la differenza. Specie se si frequentano costantemente (cioè tendono a stabilire, a realizzare "un consorzio", o se vivono insieme.
Che.. "nella direzione sbagliata si va così, lasciandosi scivolare".

E la schiavitù, un rapporto Bdsm, prevede l'imposizione. L'Imposizione, con l'uguaglianza o la concertazione. Sennò poi sulle cose serie (o dure...) dove si va a finire? Quando il gioco si fa bello e lussurioso... per il Padrone.
Se non si è sedimentata differenza, alterità, non diversità... ma sottolineatura, marcatura, separazione, degli ambiti e dei livelli, delle qualità, fra schiavo e Padrone.
Per principio, lo schiavo NON PUO' essere uguale al Padrone, se non in straordinarie, rare e giustificate ragioni. A discrezione del Padrone.


E quindi non può essere obeso, sovrappeso grasso o normale ma deve essere affamato...  soto la frusta e la sferza, il dominio del Padrone. Che gli alita continuamente sul collo, tenendolo nel desiderio e nel bisogno. In sostanza schiavo.
Ed è meglio che si abitui subito, al ribaltamento (rispetto al normale) della situazione, perchè sarà la costante... che gli determinerà (continuamente, in ogni dettaglio o aspetto) la vita.

Per SERVIRE e DARE PIACERE al Padrone. Di essere tale.

Di seguito, una botta e risposta sorta l'altro giorno, su Fb, Fra Padrona e schiavo.
L'ultimo commento non è stato pubblicato, destinandolo invece a questo post, che pareva luogo più adatto e migliore.

E tocca il secondo aspetto (oltre a quello... estetico) cioè le ragioni tecniche, e "funzionali".
Sul perchè uno schiavo NON PUO' essere sovrappeso. 
Altrimenti il padrone è un coglione, detto in italiano.

E poi... è bello farsi vedere in giro, con uno schiavo magro e... affamato, sotto e  per la frusta del Padrone. Magro davvero. E maggiormente solerte e passionale..  per questo. Servizievole e sottomesso. Perchè non "disponibile", ma... dominato. Più timoroso e scodinzolante, di uno schiavo satollo o sovrappeso.
Son soddisfazioni...
 


Ora... la situazione, accaduta. Che ha dato il via a questo post.








Feisbuk .

 ...



“Per  SUO  PIACERE,
e per mia... memoria..
Dirò che "ho fame... “
(8.55, del mattino)

- Così impari più velocemente.

(Lo schiavo aveva dimenticato di mettere la coppetta per lo yogurt sul tavolo della colazione della Padrona. Colazione che è composta da circa… una quindicina di elementi.
Subitamente è stato punito, facendogli saltare la sua colazione. Dalle 4 alle nove del mattino… erano cinque ore che era in piedi. N.d.R)


“ Non solo Padrona... pur essendo PERFETTO ciò che dice.
E l'aspetto "pedagogico"  PIU' IMPORTANTE.

Ci sono ulteriori Piaceri che può conoscere, e a cui mettere attenzione.
Con-PIACERSI.


1-  E cioè che lo schiavo "affamato", (o CON FAME) pensa SEMPRE alla sua Signora, con la fame.
E quindi ci pensa perchè è inchiodato  a LEI (è LEI che gli impedisce di mangiare -o GLI DA'... da mangiare, quando lo nutre, o glielo consente dopo il digiuno o l'astensione).
PADRONA del suo cibo e del suo appetito.

2- Ed in più.. ancora (ecco  un altro... Piacere..)
LA PENSA "soffrendo" la fame (o i morsi del suo appetito).
Infatti è Lei è la fonte, sia della sofferenza che della speranza (consenso) ad interromperla, a farla terminare. Ed in più E' La PADRONA (di questi, e di lui. E questo ne rafforza il segnale. Come dire lo riproduce, lo intensifica.)
E quindi la si pensa, come Padrona. (Primo risultato, non disprezzabile)
Poi la si pensa sia COME FONTE della sofferenza (in questo caso specifica, individualizzata e ben sentita), che della sua interruzione,  remissione.
Quindi Dea della Sofferenza… e Musa della Speranza.
(ed anche questo non è male, non fa schifo.)

3- Infinelo schiavo Le dà IL PIACERE di star soffrendo (per quanto "poco" ed assolutamente accettabile, non mortale), e questo è un piacere sadico, PER LEI, e questo è un piacere narcisista.
Ed inoltre IMPARA (e questo è un piacere pedagogico ed autoritario).

- Ed in più (4…) (chicca estrema, chicco di caffè sopra il dolce, o nel caffè, sopra l'amaro..), con questo, e in questo, si conferma il Suo POTERE, cioè si pratica.
Il che non è solo piacevole (che accada ciò) ma sedimenta memoria, e fa... “allenamento”, abituidine a...: SI… ubbidisce.
il che va bene, e serve in tutti i casi. Seminare abitudini, ripetere le stesse cose, gli strumenti del potere. Del piacere.




Come si vede… si imparano (e si godono, LEI  GODE) un sacco di cose, a far saltare una semplice colazione.
Lo schiavo... ha fame. PER il Suo PIACERE (oltre che per il SUO VOLERE.)







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