martedì 19 marzo 2013

Non c'è niente da fare













Non c'è niente da fare:

le frustate (vere.. ) mi mettono, mi lasciano in uno stato di TIMORE, di TREPIDAZIONE, di tremore..
che altrimenti non c'è; non c'è niente da fare.

Sottile, che si instilla sotto e che governa le cose.
Lo vedo mentre lavo i piatti, dopo. Lo vedo in ciò che penso e provo.
Come.. SONO.
Sono in un altro modo, alla Padrona (e alle cose, alla giornata, ai lavori..) quando prendo frustate VERE .

(VERE non è selvaggiamente forti, o disordinate, casuali: è intense in maniera incisiva, cioè tali da lasciare il segno. Visibile o no, vistoso o meno non ha importanza. Da lasciare il segno, "segnare", marcare e marchiare; da incidere -essere ordinate, volute e dolorose- PIU' di quello che lo schiavo riesce serenamente a sopportare. Che richiedono uno sforzo, doloroso, e procurano un dolore che impagna, impegnativo. Che lascia traccia -di sè e della Padrona- nel corpo, nell'anima e nella mente.
Allora... insorge un tremore e timore, una... SOGGEZIONE, che cambia lo stato danimo e la giornata.
Impercettibilmente -a volte- a volte in maniera clamorosa. MA... è il segno, il marchio, la presenza e l'intenzione -e perchè no, quando c'è, il Piacere- della Pafrona.

E del modo di sentirLa nella propria vita.

Appunto: Timore, trepidazione, tremore, e SOGGEZIONE.
DIPENDENZA -obbligasta-, sottomissione, SCHIAVITU'. A  LEI. Per il SUO PIACERE.


Non c'è niente da fare: (le frustate ) non sono sostituibili con niente. Hanno un modo, un linguaggio loro. Il resto, sono altre cose. Con i loro pesi e valori.
Le frustate, restano quel che sono. (quando sono vere) Strumento sovrano. di trasmissione, di potere.
Di trasmissione di tutti i modi, e valori. Sensazioni, idee,  atteggiamenti.






alla mattina lavando i piatti.

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