martedì 12 marzo 2013

Racconto








                     Vieffe



 










"Vieffe.. " disse la Padrona con leggerezza, con gli occhi morbidi e la voce molto dolce,
sorridendo seraficamente. Poi si voltò e riprese a discorrere coi presenti.
L'interruzione era stata così poco significativa che nessuno si chiese cosa stesse dicendo.
Forse un vezzeggiativo a lui, una tenerezza in codice, qualcosa di nessun significato.

Voleva dire: "Verrai frustato."
Lui comprese. Si chiese solo se fosse per quel momento specifico o un innocente desiderio; una punizione, o un piacere. O un'eccitazione.
Ma aveva capito. Lei gliel'aveva.. appena comunicato.

Sapeva cosa pensare ora, per il resto della serata.
Era la terza volta che gli faceva una notifica simile, dall'inizio della passeggiata. Sarebbe stata una sessione  importante, gli venne da dire. "Divertente.." (per LEi).
Ne avrebbe saputo dopo il motivo, i motivi. Forse.
Sarebbe stata una serata impegnativa.
Lei sorrideva agli amici, amabilmente. Con lo sguardo serafico, innocente e maliziosa insieme, l'espressione di qualcuno che gode. In quel momento, o poco distante. Che sa godere, e lo fa comunemente.
Forse gli avrebbe detto i motivi; se c'erano.

Lui l'adorava, e pensava che sarebbe stato frustato, quella sera. Da LEI  (probabilmente.)












- campo ai frari, 8 marzo, ore 8.20, circa




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