sabato 30 marzo 2013

Pranzo



























Stavo per mettermi a mangiare.  Con le quantità imposte dalla Padrona,
con i suoi ordini di stamattina.
Ed avevo fatto due foto, per postarGliele.

















Ma è squillato il telefono e sono cambiate le istruzioni.
Tremavo. Non so perché ma tremavo, a sentire LA PADRONA.
Mi suonavano non tanto i dettagli o le specifiche, MA... il modo, lo spazio, il Potere.
L’entrare in merito, con AUTORITA’ tirannica, della Dominazione di Qualsiasi COSA.
Non (solo) la quantità di pasta (cinquanta grammi) ma persino... il tipo cioè il colore.. DEL PIATTO!
Il tipo di condimento, (per i soliti 50 gr di pasta.! Oggi poi porzione della domenica, di Pasqua; di solito sono 40 grammi), come e in che posizione mangiarla, anche forse se dovevo mettermi a destra o invece a sinistra, e in quanto tempo e cosa potevo fare, se potevo bere. (questo non è esatto, ma è grandemente descrittivo, per dare l’impressione di quello che provavo, con Lei al telefono che mi dava ordini, che li dettagliava con precisione.
Cosa voleva che io facessi, di modo che non potessi uscire dalla maglia stretta con cui mi tratteggiava il mio pranzo. Mi sentivo come se mi stesse mettendo... facendo una gabbia addosso, da cui non potevo uscire. Mi sentivo  legato, in mille punti del mio corpo. Inchiodato.
E tremavo perché immaginavo, presentivo… (non io ma il mio corpo), ordini in futuro ben più seri e più duri, ordini... non sopportati e “VERI”, così esatti, puntuali e dettagliati da… non lasciarmi scampo, ordini chiari che mi Ordinavano (anzi, mi Imponevano) quello che non avrei voluto fare, o dovuto sopportare, ed ordini (questo mi risuonava) così precisi e imperiosi, senza mediazione e tolleranza alcuna, che mi avrebbero inchiodato, come questo, ai Suoi voleri. Ordini sgradevolissimi, e sgraditissimi, a cui dovevo obbedire,
subire.
non tanto per il colore della pasta, ma per la Padrona, che non mi lasciava scampo, neanche sulla... pasta.

E tremando ho fatto quello che mi ha ordinato, cambiando il mio pasto. Ubbidendo,
subendo. A quattro zampe buttando le poche cose tutte insieme, nella terrina. A terra. Mescolate assieme.
“Quella brutta, quella.. tutta scheggiata.”
Anche le scheggiature della terrina, mi PRECISA La SIGNORA. E mi assegna volutamente la peggiore, fra tutte quelle sbrecciate, scheggiate.
Ho mangiato sul pavimento della cucina, dandogliene segnale.
Ho ancora e di nuovo già fame. Ieri sera non ho cenato.









Quello bianco non è un preziosismo. E' la muffa del formaggio. Un pezzo piccolissimo, forse dieci grammi, trovato in fondo al frigo, stamattina, pulendolo.
A quel punto mi sembrava anacronistico toglierla, veramente non aveva senso.
La muffa, come si sa, è buonissima sul formaggio. Parliamo di quella bianca. se fosse stata quella verde, probabilmente non l'avrei tolta lo stesso. Tanto erano quattro grammi di formaggio...
Era più la fatica del risultato.
Ho mangiato, tremando alla Padrona, che aveva avuto l'attenzione di telefonare (addirittura telefonare..) al Suo schiavo.
UbbidendoLe. Imparando e praticando a fare ciò che LEI Vuole. Per abituarmi...asservirmi a quando ci saranno ordini più duri, ordini a cui DEVO ubbidire.
In realtà perchè Le faceva piacere ora.
La Dominazione, ... dominarmi. Come ogni giorno, come sempre. più che il colore del piatto. Essermi, essere Dominatrice. Sul "parco" schiavi.
Per servirsene, essere servita; per il SUO PIACERE. dI ORDINARE di mangiare a terra, al SUO schiavo. Per addestrarlo, ad essere totalmente tale.















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