mercoledì 6 marzo 2013

Al risveglio




Stamane
Dopo una notte, legato








ieri sera la Padrona ha messo le corde un po' più strette.. di sicuro (anche se dubitavo...)
consapevolmente. Ed io l'ho preso come evento, come "fatto", come "stato di fatto".

Questo mi ha creato difficoltà nel ruotare i polsi, e dolore (un po', non insopportabile) nel riuscirci.
Così... sono andato a letto a mezzanotte, ed alle due ero già sveglio (piuttosto che come al solito... in questo giro di giostra..) alle tre.
Ed alle quattro e mezzo ero proprio.. come un grillo.

Mi sono alzato alle cinque meno dieci (dieci minuti prima della sveglia) e sono andato in bagno e in cucina. Dopo aver tolto le corde.
Alle cinque meno due minuti è uscita da camera Sua la Padrona, e mi ha visto senza corde ai polsi.

Così mi ha detto che questo sarebbe stato l'ultimo giorno (è per questo che ieri sera le aveva strette di più?) e che me l'avrebbe detto stamane.
Ma... per punizione per essermele tolte PRIMA (di quanto Lei aveva stabilito...) si RICOMINCIAVA daccapo.

E... si è scoperto di come io "inconsapevolmente..." glissi da quello che dice Lei per fare secondo una mia interpretazione, e non per come dice Lei "LETTERALMENTE".
Creando un sacco di varianti a mio beneficio, a mio uso e consumo.

Perchè letteralmente NON CAPISCO, cioè sposto continuamente attenzione e cose.
E che non sia deliberato, consapevolmente, non cambia niente.
Anzi, forse peggiora... la situazione (come dice il Buddha).

E quindi DEVO essere punito, maggiormente, più... incisivamente.

ora, esempio. Una volta sono stato frustato per non aver piegato bene il tovagliolo.
Adesso, OGGI, quando non lo piego bene lo riprendo subito in mano, e lo metto come si deve.
Ma non mi sfugge una volta.. l'attenzione. (E l'ho messo a posto anche oggi, non è che non accade).
FRUSTATO UNA VOLTA. E capito subito a puntino.
Ora, è chiaro che una cosa del genere vale più risolutamente nel piegare un fazzoletto, e meno per compiti, ordini e schiavitù più complessi/e, nel senso che non risolvono le cose nè alla radice nè alla superficie, con una passata. MA... il metodo funziona. Eccome se funziona, almeno... con i fazzoletti.

Quindi stasera.. si ricomincia da capo.
Ma non, io credo, alla stessa maniera. Non sarà una ripetizione.
Io credo che la Padrona, da stasera, da ora in poi, metterà le corde UN PO' più strette, affinchè io capisca.
Che è una punizione SOPRA una punizione, e che quindi non può essere uguale all'altra volta.
E che mi inculi se mi fa male. Potevo stare attento l'ALTRA volta: la prima volta.

E, se così è, mi ritengo fortunato che NON ABBIA ANCHE RADDOPPIATO i tempi, in termini temporali. Per la stessa ragione di prima, e perchè impari. A non romperLe i coioni.
La ringrazio quindi, se sarà SOLO più consistente, in termini di disagio. di dolore, di costrizione.
Me la sono voluta.
(ed il bello è che le faccio senza accorgermene...)








Io devo essere imbecille (come tutti gli schiavi ).
Non c'è dubbio che sia almeno un po' imbecille... come è giusto che sia.

Perchè adoro (amo... ) lavorare per la Padrona. Fare le faccende domestiche al posto della Padrona.
E non tanto "fare le faccende domestiche" (che mi sono ostiche e non interessanti, sgradevoli come prima), ma fare le faccende domestiche, lavorare, PER la PADRONA.

E già questo è simbolo di una certa imbecillità, perchè non si può amare far una cosa che non si ama fare. Ma lasciamo perdere questo aspetto.
Il fatto è che AMO, ADORO lavorare per la Padrona tenuto nudo, scalzo, con i guanti in gomma e con il collare. Da schiavo. Ma da schiavo proprio disprezzato, che accorre come un cane quando la Padrona chiama, col timore di non far (abbastanza) presto, mentre sta lavando i piatti, riordinando, raccogliendo la roba stesa, mentre LA PADRONA è comodamente appoggiata sul divano e legge, o non fa un cazzo sul pc; forse legge la posta.
La quale forse gli impartisce una lezione, o gli dettaglia cosa deve fare, o lo redarguisce o lo punisce, o si fa baciare i piedi.
Dandogli la stessa attenzione o la stessa considerazione che si dà a un cane.
"Meno che a un cane", disse una volta una Padrona, "perchè un cane ha dei diritti, e il diritto a una certa attenzione mentre lo schiavo non ha neanche questo/a."

Ed io mi consolo a poter lavorare, in queste condizioni, per la Padrona.
Facendo dei lavori che NON AMO fare, sperando di farli al meglio, o bene.

Per il Piacere e la comodità della mia PADRONA, che adoro.
Che desidero, che mi piace, che desidero e spero di servire, guardato e considerato da Lei come si guarda (si stima) uno schiavo. Quale peraltro sono. A Lei.
A Lei, per Lei, DA LEI, tenuto (e irretito) in schiavitù, così da fare le faccende domestiche (mai fatte in vita mia) nudo e con il collare. E che tutto questo mi sembra normale. Dovuto; senza scampo.
Anzi, auspicabile anzi desiderabile, anzi... normale, perchè Lei è Bellissima PADRONA, e GODE della mia schiavitù. Ma gode, come può godere una meravigliosa Signora del piacere sessuale, ed ogni giorno più bella e più fiera. E più eccitata, esigente e desiderosa. Di godere di tutto questo, e con me (che è la cosa in cui sono parte) godere della mia schiavitù, che le consente maggiore e più ampio, e più specifico godimento.
E così la casa sta diventando ora la casa DELLA PADRONA, consona alla Sua posizione (e condizione), di giovane donna motivata e dedicata AL PROPRIO PIACERE, che vive il BDSM (serio, materiale; reale, integrale ) COME PADRONA, che tiene in casa uno schiavo.


























Nessun commento:

Posta un commento