Per quanto è accaduto l'altra sera. E perchè questo non accada.. MAI PIU'.
Entrambe
le cose non sono da poco; ne convengo.
E su questo ho qualcosa da dire.
Innanzitutto che stare con i polsi legati per delle ore non è assolutamente indifferente: è percettibile, laborioso e penoso. Ad esempio ora i passaggi di corda sono sufficientemente stretti da creare un leggerissimo dolore, appena sufficiente per essere percepito, ma che disturba il sonno, e che rende complicato e scomodo, a tratti doloroso provare a ruotarli per alleviare i segni delle corde sulla pelle.
E su questo ho qualcosa da dire.
Innanzitutto che stare con i polsi legati per delle ore non è assolutamente indifferente: è percettibile, laborioso e penoso. Ad esempio ora i passaggi di corda sono sufficientemente stretti da creare un leggerissimo dolore, appena sufficiente per essere percepito, ma che disturba il sonno, e che rende complicato e scomodo, a tratti doloroso provare a ruotarli per alleviare i segni delle corde sulla pelle.
Il
risultato è che sono andato a dormire quasi a mezzanotte molto stanco.. ed alle
due e quaranta ero completamente sveglio, dopo essermi svegliato a mezze forse sei sette volte per rimediare
alle corde, girarmi o cercare di mettere le braccia in una posizione che non
fosse tale da svegliarmi.
E..
digitare alla tastiera con una mano legata sull’altra non è proprio il massimo.
Il
koan poi scoperto questa notte è: avete mai provato a… tagliare un’arancia..
con una mano sola? Provate.
(Mutuato
dal famoso: Qual è il suono dell’applauso fatto solo con una mano?)
Provate.
Potrebbe essere divertente. O fate hara-kiri, per restare in Giappone,
piantandovi il coltello nella pancia, e sbudellandovi allegramente, in silenzio
per non disturbare la Signora.. o inseguite l’arancia a coltellate per tutta la
casa, mentre se ne va rotolando per i pavimenti. Poi si riesce. E parte la
seconda parte del koan: spremere… un’arancia con una mano sola. Senza usare uno
spremitore elettrico che fa rumore. E che poi andrebbe montato, con i pezzi
degli accessori Moulinex da installare… con una mano. Attività divertenti con
cui impiegare… parte della notte che vieta il sonno per due metri di cordino.
Ora..
io non so quanto durerà questa “pena”, questa punizione. La Padrona ha detto “non
poco” e se c’è una cosa che è opportuno fare è cominciare a crederLe… quando
dice le cose. CrederLe porta più vicino
alla verità.. alla realtà, che fare cose diverse. Poi,
ognuno si comporta come vuole.
Sarà
a lungo, dice. E questo è l’unico dato per questa mia punizione, che vuole
essere esemplare, ed esemplificativa. Ed educativa.. secondo le intenzioni
della Padrona.
Affinchè
non si ripeta più quello che ho fatto l’altra sera.
E
la ragione è che sono venuto, praticamente senza intenzione e senza controllo,
anche se con tanto desiderio: con tanto desiderio… quello sì. E per questo devo
essere punito.
Trascuriamo
il fatto, e le ragioni per cui è accaduto, che sono tutte riconducibili all’eccitazione,
al piacere sessuale che aveva avuto la Signora al rientro della serata, e della
sessione, corposa, di frustate, con la quale si era allietata. Ed ulteriormente
eccitata. Lasciamo stare la Sua bellezza, lasciamo stare l’eccitazione, e il
piacere che comunicava. Che letteralmente trasudava da ogni millimetro quadrato
della Sua pelle: piacere allo stato puro.
Il
problema non è il “perché”, ma “quello”
che ho fatto, quello che è accaduto.
Io
appartengo alla Padrona e quindi appartiene a LEI anche il mio piacere, che Lei
mi nega, che Lei mi vieta. Per comprensibili ragioni. Perché privato del
piacere servo meglio il Suo, e servo meglio… Lei. In… ogni cosa. E Lei vuole
godere (il sesso ) ed essere servita, non che io provi piacere.
Perché
il piacere sessuale negato, allo schiavo
(oltre a togliere un’aria che diventa comune, quasi di complicità, di… “promiscuità”, di
piacere in comune e che viene condiviso –cose pessime in un rapporto continuo e
vicino, fra Padrona e schiavo, e da evitarsi più che si può-) diventa una
specie di nettare distillato, di ambrosia regale che nutre… la Padrona e
diventa il SUO Piacere, lo enfatizza e
lo sublima, lo stimola come ormone… insomma la Padrona gode e NE gode, in
questa alchimia del piacere, e della dominazione.
La
Padrona questo lo sa, e lo VUOLE. Sa e vuole che il piacere sessuale negato,
allo schiavo, lo induce e lo conduce ad ADORARE sempre più la Padrona, e a DESIDERARE..
bramare SPERARE il Suo Piacere, l’unico disponibile e l’unico con la possibilità
di essere messo in circolo, di essere mosso e goduto, di trovare soddisfazione
e sfogo. Se invece lo schiavo gode del suo… poi non ha voglia di fare nulla, si
placa o desidera perseguirlo di nuovo; non si interessa della Padrona.
E
non la serve come Lei merita e vuole, come lui deve.
Totalmente.
IL
PIACERE SESSUALE DELLO SCHIAVO APPARTIENE ALLA PADRONA.
Che... se
lo tiene.
E
quindi una pena ESEMPLARE.
CHE
DEV’ESSERE PUNITIVA.
Quello
che mi fa paura in tutto questo (il reato mi è solo un po’ penoso, laborioso, e
un po’ doloroso) è la decisione e la fermezza della Padrona, caratteristiche
che conosco e sulle quali è meglio non avere dubbi. Se debbo essere punito devo
essere punito… e la punizione sarà punizione, se anche io tendo a metterla come
se fosse nel campo delle parole.
Quello
che io temo della Signora è la SUA capacitò di determinazione, la fermezza appunto,
e il distacco con cui riesce a fissare le cose (lo sguardo sullo schiavo ad
esempio), e la chiarezza con cui riesce a stabilirle, non in maniera nebulosa o
approssimata.
Di
Lei, è l’integrità che non si fa flettere né aggirare che temo, cortocircuitare.
E
“che dormirò legato” vuol dire che dormirò legato, in cui le virgolette stanno
solo sul termine “dormire”.
L’altra
sera è stato molto faticoso.
Dormire
per terra, con le mani legate e dentro il sacco a pelo, in una camera in
montagna non riscaldata, senza cuscino… mi ha dato molti problemi. Ma molti.
Le
corde erano strette, e quasi non riuscivo a muovere i polsi.
Alzato
per andare a spegnere la luce alla Signora (che lì non c’è l’interruttore
vicino al letto…), poi non sono riuscito a chiudere la cerniera del sacco a
pelo, e quindi mi arrivava il freddo. Ha cominciato a chiudersi di nuovo il
naso e non potevo soffiare, paventavo l’influenza in agguato, il pavimento duro
limitava di molto le posizioni possibili, e girarmi con le braccia legate nel
sacco a pelo era laborioso, perché poi non mi potevo rimboccare. Sui fianchi
non riuscivo a stare perché, senza cuscino, non potevo piegare il collo per via
del collare, che così segava sui bordi. E non potevo portare il braccio sotto
il capo, per tenerlo alto. Potevo solo stare sulla schiena, ma lòe braccia
posate lungo il corpo, e poi i polsi legati e incrociati.. così facevano mele, perché
le corde li tagliavano. Per cui ho passato gran parte del tempo steso sulla
schiena… con le braccia puntate dritte verso l’alto, per tenerle stese. Ma…
così faceva freddo… insomma è stato un tormentone. Con la Padrona che per la
prima volta in vita sua… ha pensato bene di alzarsi… alle 10! Insomma il tempo
non è passato e non passava mai, steso per terra sul pavimento.
“Bene
–è stato l’unico commento della Padrona- (sulle due ore forse di sonno..) ti
abituerai. E’ come quando hai cominciato a dormire per terra: i primi tempi non
riuscivi a dormire niente, ma poi ti sei abituato.Ti abituerai
anche a questo: lo impari.” Questo, come se avesse parlato della quotazione delle patate. Con un distacco come se fosse questione di nessuna rilevanza. Ecco, questi sono aspetti Suoi che mi fanno Paura.
Perché
è VERA: E’ VERO QUELLO CHE DICE.
E
ha detto: non sarà per poco.
“Ti
rendi conto di QUELLO che hai fatto? Non deve accadere MAI PIU’!” Anche se non
so come riuscirci.
Ma
credo che ci penserà Lei. A farmi passare la voglia.
Per
servirLa, per darLe Piacere. Per farLa godere.
Credo
che ci penserà LEI, anche nel divertirsi, nel godere per fare questo.
Io
nel frattempo ho sto pensando come fare una cosa che possa sciogliermi quando vuole
Lei senza che debba svegliarsi per farlo.
Di
modo che possa prepararLe la colazione e fare le altre cose che devo fare,
dormendo legato come vuole Lei ed essendo liberato all’ora che vuole Lei.
Dispositivo
che possa (o potrà) essere usato ogni volta che vuole, o in ogni occasione.
Quando
LE farà Piacere. In modo di non dover essere schiava … del liberare lo schiavo.
E
credo di essere a buon punto, nel risolvere i vari aspetti della questione. Nel
giro di qualche giorno dovrebbe essere attrezzata, in modo da poter continuare
in maniera più comoda la Sua Pratica… educativa (e punitiva). A me il problema…
di “dover abituarmi”.
A
me a volte la PADRONA fa Paura.
E
forse dovrei averla SEMPRE .
Anzi:
… DOVRO’.
Saprà
Lei come farlo .
.
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