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sabato 13 aprile 2013
mercoledì 6 marzo 2013
Al risveglio
Stamane
Dopo una notte, legato
ieri sera la Padrona ha messo le corde un po' più strette.. di sicuro (anche se dubitavo...)
consapevolmente. Ed io l'ho preso come evento, come "fatto", come "stato di fatto".
Questo mi ha creato difficoltà nel ruotare i polsi, e dolore (un po', non insopportabile) nel riuscirci.
Così... sono andato a letto a mezzanotte, ed alle due ero già sveglio (piuttosto che come al solito... in questo giro di giostra..) alle tre.
Ed alle quattro e mezzo ero proprio.. come un grillo.
Mi sono alzato alle cinque meno dieci (dieci minuti prima della sveglia) e sono andato in bagno e in cucina. Dopo aver tolto le corde.
Alle cinque meno due minuti è uscita da camera Sua la Padrona, e mi ha visto senza corde ai polsi.
Così mi ha detto che questo sarebbe stato l'ultimo giorno (è per questo che ieri sera le aveva strette di più?) e che me l'avrebbe detto stamane.
Ma... per punizione per essermele tolte PRIMA (di quanto Lei aveva stabilito...) si RICOMINCIAVA daccapo.
E... si è scoperto di come io "inconsapevolmente..." glissi da quello che dice Lei per fare secondo una mia interpretazione, e non per come dice Lei "LETTERALMENTE".
Creando un sacco di varianti a mio beneficio, a mio uso e consumo.
Perchè letteralmente NON CAPISCO, cioè sposto continuamente attenzione e cose.
E che non sia deliberato, consapevolmente, non cambia niente.
Anzi, forse peggiora... la situazione (come dice il Buddha).
E quindi DEVO essere punito, maggiormente, più... incisivamente.
ora, esempio. Una volta sono stato frustato per non aver piegato bene il tovagliolo.
Adesso, OGGI, quando non lo piego bene lo riprendo subito in mano, e lo metto come si deve.
Ma non mi sfugge una volta.. l'attenzione. (E l'ho messo a posto anche oggi, non è che non accade).
FRUSTATO UNA VOLTA. E capito subito a puntino.
Ora, è chiaro che una cosa del genere vale più risolutamente nel piegare un fazzoletto, e meno per compiti, ordini e schiavitù più complessi/e, nel senso che non risolvono le cose nè alla radice nè alla superficie, con una passata. MA... il metodo funziona. Eccome se funziona, almeno... con i fazzoletti.
Quindi stasera.. si ricomincia da capo.
Ma non, io credo, alla stessa maniera. Non sarà una ripetizione.
Io credo che la Padrona, da stasera, da ora in poi, metterà le corde UN PO' più strette, affinchè io capisca.
Che è una punizione SOPRA una punizione, e che quindi non può essere uguale all'altra volta.
E che mi inculi se mi fa male. Potevo stare attento l'ALTRA volta: la prima volta.
E, se così è, mi ritengo fortunato che NON ABBIA ANCHE RADDOPPIATO i tempi, in termini temporali. Per la stessa ragione di prima, e perchè impari. A non romperLe i coioni.
La ringrazio quindi, se sarà SOLO più consistente, in termini di disagio. di dolore, di costrizione.
Me la sono voluta.
(ed il bello è che le faccio senza accorgermene...)
Io devo essere imbecille (come tutti gli schiavi ).
Non c'è dubbio che sia almeno un po' imbecille... come è giusto che sia.
Perchè adoro (amo... ) lavorare per la Padrona. Fare le faccende domestiche al posto della Padrona.
E non tanto "fare le faccende domestiche" (che mi sono ostiche e non interessanti, sgradevoli come prima), ma fare le faccende domestiche, lavorare, PER la PADRONA.
E già questo è simbolo di una certa imbecillità, perchè non si può amare far una cosa che non si ama fare. Ma lasciamo perdere questo aspetto.
Il fatto è che AMO, ADORO lavorare per la Padrona tenuto nudo, scalzo, con i guanti in gomma e con il collare. Da schiavo. Ma da schiavo proprio disprezzato, che accorre come un cane quando la Padrona chiama, col timore di non far (abbastanza) presto, mentre sta lavando i piatti, riordinando, raccogliendo la roba stesa, mentre LA PADRONA è comodamente appoggiata sul divano e legge, o non fa un cazzo sul pc; forse legge la posta.
La quale forse gli impartisce una lezione, o gli dettaglia cosa deve fare, o lo redarguisce o lo punisce, o si fa baciare i piedi.
Dandogli la stessa attenzione o la stessa considerazione che si dà a un cane.
"Meno che a un cane", disse una volta una Padrona, "perchè un cane ha dei diritti, e il diritto a una certa attenzione mentre lo schiavo non ha neanche questo/a."
Ed io mi consolo a poter lavorare, in queste condizioni, per la Padrona.
Facendo dei lavori che NON AMO fare, sperando di farli al meglio, o bene.
Per il Piacere e la comodità della mia PADRONA, che adoro.
Che desidero, che mi piace, che desidero e spero di servire, guardato e considerato da Lei come si guarda (si stima) uno schiavo. Quale peraltro sono. A Lei.
A Lei, per Lei, DA LEI, tenuto (e irretito) in schiavitù, così da fare le faccende domestiche (mai fatte in vita mia) nudo e con il collare. E che tutto questo mi sembra normale. Dovuto; senza scampo.Anzi, auspicabile anzi desiderabile, anzi... normale, perchè Lei è Bellissima PADRONA, e GODE della mia schiavitù. Ma gode, come può godere una meravigliosa Signora del piacere sessuale, ed ogni giorno più bella e più fiera. E più eccitata, esigente e desiderosa. Di godere di tutto questo, e con me (che è la cosa in cui sono parte) godere della mia schiavitù, che le consente maggiore e più ampio, e più specifico godimento.
E così la casa sta diventando ora la casa DELLA PADRONA, consona alla Sua posizione (e condizione), di giovane donna motivata e dedicata AL PROPRIO PIACERE, che vive il BDSM (serio, materiale; reale, integrale ) COME PADRONA, che tiene in casa uno schiavo.
domenica 3 marzo 2013
La notte...
Dormirò con i polsi legati per punizione.
Per quanto è accaduto l'altra sera. E perchè questo non accada.. MAI PIU'.
Per quanto è accaduto l'altra sera. E perchè questo non accada.. MAI PIU'.
Entrambe
le cose non sono da poco; ne convengo.
E su questo ho qualcosa da dire.
Innanzitutto che stare con i polsi legati per delle ore non è assolutamente indifferente: è percettibile, laborioso e penoso. Ad esempio ora i passaggi di corda sono sufficientemente stretti da creare un leggerissimo dolore, appena sufficiente per essere percepito, ma che disturba il sonno, e che rende complicato e scomodo, a tratti doloroso provare a ruotarli per alleviare i segni delle corde sulla pelle.
E su questo ho qualcosa da dire.
Innanzitutto che stare con i polsi legati per delle ore non è assolutamente indifferente: è percettibile, laborioso e penoso. Ad esempio ora i passaggi di corda sono sufficientemente stretti da creare un leggerissimo dolore, appena sufficiente per essere percepito, ma che disturba il sonno, e che rende complicato e scomodo, a tratti doloroso provare a ruotarli per alleviare i segni delle corde sulla pelle.
Il
risultato è che sono andato a dormire quasi a mezzanotte molto stanco.. ed alle
due e quaranta ero completamente sveglio, dopo essermi svegliato a mezze forse sei sette volte per rimediare
alle corde, girarmi o cercare di mettere le braccia in una posizione che non
fosse tale da svegliarmi.
E..
digitare alla tastiera con una mano legata sull’altra non è proprio il massimo.
Il
koan poi scoperto questa notte è: avete mai provato a… tagliare un’arancia..
con una mano sola? Provate.
(Mutuato
dal famoso: Qual è il suono dell’applauso fatto solo con una mano?)
Provate.
Potrebbe essere divertente. O fate hara-kiri, per restare in Giappone,
piantandovi il coltello nella pancia, e sbudellandovi allegramente, in silenzio
per non disturbare la Signora.. o inseguite l’arancia a coltellate per tutta la
casa, mentre se ne va rotolando per i pavimenti. Poi si riesce. E parte la
seconda parte del koan: spremere… un’arancia con una mano sola. Senza usare uno
spremitore elettrico che fa rumore. E che poi andrebbe montato, con i pezzi
degli accessori Moulinex da installare… con una mano. Attività divertenti con
cui impiegare… parte della notte che vieta il sonno per due metri di cordino.
Ora..
io non so quanto durerà questa “pena”, questa punizione. La Padrona ha detto “non
poco” e se c’è una cosa che è opportuno fare è cominciare a crederLe… quando
dice le cose. CrederLe porta più vicino
alla verità.. alla realtà, che fare cose diverse. Poi,
ognuno si comporta come vuole.
Sarà
a lungo, dice. E questo è l’unico dato per questa mia punizione, che vuole
essere esemplare, ed esemplificativa. Ed educativa.. secondo le intenzioni
della Padrona.
Affinchè
non si ripeta più quello che ho fatto l’altra sera.
E
la ragione è che sono venuto, praticamente senza intenzione e senza controllo,
anche se con tanto desiderio: con tanto desiderio… quello sì. E per questo devo
essere punito.
Trascuriamo
il fatto, e le ragioni per cui è accaduto, che sono tutte riconducibili all’eccitazione,
al piacere sessuale che aveva avuto la Signora al rientro della serata, e della
sessione, corposa, di frustate, con la quale si era allietata. Ed ulteriormente
eccitata. Lasciamo stare la Sua bellezza, lasciamo stare l’eccitazione, e il
piacere che comunicava. Che letteralmente trasudava da ogni millimetro quadrato
della Sua pelle: piacere allo stato puro.
Il
problema non è il “perché”, ma “quello”
che ho fatto, quello che è accaduto.
Io
appartengo alla Padrona e quindi appartiene a LEI anche il mio piacere, che Lei
mi nega, che Lei mi vieta. Per comprensibili ragioni. Perché privato del
piacere servo meglio il Suo, e servo meglio… Lei. In… ogni cosa. E Lei vuole
godere (il sesso ) ed essere servita, non che io provi piacere.
Perché
il piacere sessuale negato, allo schiavo
(oltre a togliere un’aria che diventa comune, quasi di complicità, di… “promiscuità”, di
piacere in comune e che viene condiviso –cose pessime in un rapporto continuo e
vicino, fra Padrona e schiavo, e da evitarsi più che si può-) diventa una
specie di nettare distillato, di ambrosia regale che nutre… la Padrona e
diventa il SUO Piacere, lo enfatizza e
lo sublima, lo stimola come ormone… insomma la Padrona gode e NE gode, in
questa alchimia del piacere, e della dominazione.
La
Padrona questo lo sa, e lo VUOLE. Sa e vuole che il piacere sessuale negato,
allo schiavo, lo induce e lo conduce ad ADORARE sempre più la Padrona, e a DESIDERARE..
bramare SPERARE il Suo Piacere, l’unico disponibile e l’unico con la possibilità
di essere messo in circolo, di essere mosso e goduto, di trovare soddisfazione
e sfogo. Se invece lo schiavo gode del suo… poi non ha voglia di fare nulla, si
placa o desidera perseguirlo di nuovo; non si interessa della Padrona.
E
non la serve come Lei merita e vuole, come lui deve.
Totalmente.
IL
PIACERE SESSUALE DELLO SCHIAVO APPARTIENE ALLA PADRONA.
Che... se
lo tiene.
E
quindi una pena ESEMPLARE.
CHE
DEV’ESSERE PUNITIVA.
Quello
che mi fa paura in tutto questo (il reato mi è solo un po’ penoso, laborioso, e
un po’ doloroso) è la decisione e la fermezza della Padrona, caratteristiche
che conosco e sulle quali è meglio non avere dubbi. Se debbo essere punito devo
essere punito… e la punizione sarà punizione, se anche io tendo a metterla come
se fosse nel campo delle parole.
Quello
che io temo della Signora è la SUA capacitò di determinazione, la fermezza appunto,
e il distacco con cui riesce a fissare le cose (lo sguardo sullo schiavo ad
esempio), e la chiarezza con cui riesce a stabilirle, non in maniera nebulosa o
approssimata.
Di
Lei, è l’integrità che non si fa flettere né aggirare che temo, cortocircuitare.
E
“che dormirò legato” vuol dire che dormirò legato, in cui le virgolette stanno
solo sul termine “dormire”.
L’altra
sera è stato molto faticoso.
Dormire
per terra, con le mani legate e dentro il sacco a pelo, in una camera in
montagna non riscaldata, senza cuscino… mi ha dato molti problemi. Ma molti.
Le
corde erano strette, e quasi non riuscivo a muovere i polsi.
Alzato
per andare a spegnere la luce alla Signora (che lì non c’è l’interruttore
vicino al letto…), poi non sono riuscito a chiudere la cerniera del sacco a
pelo, e quindi mi arrivava il freddo. Ha cominciato a chiudersi di nuovo il
naso e non potevo soffiare, paventavo l’influenza in agguato, il pavimento duro
limitava di molto le posizioni possibili, e girarmi con le braccia legate nel
sacco a pelo era laborioso, perché poi non mi potevo rimboccare. Sui fianchi
non riuscivo a stare perché, senza cuscino, non potevo piegare il collo per via
del collare, che così segava sui bordi. E non potevo portare il braccio sotto
il capo, per tenerlo alto. Potevo solo stare sulla schiena, ma lòe braccia
posate lungo il corpo, e poi i polsi legati e incrociati.. così facevano mele, perché
le corde li tagliavano. Per cui ho passato gran parte del tempo steso sulla
schiena… con le braccia puntate dritte verso l’alto, per tenerle stese. Ma…
così faceva freddo… insomma è stato un tormentone. Con la Padrona che per la
prima volta in vita sua… ha pensato bene di alzarsi… alle 10! Insomma il tempo
non è passato e non passava mai, steso per terra sul pavimento.
“Bene
–è stato l’unico commento della Padrona- (sulle due ore forse di sonno..) ti
abituerai. E’ come quando hai cominciato a dormire per terra: i primi tempi non
riuscivi a dormire niente, ma poi ti sei abituato.Ti abituerai
anche a questo: lo impari.” Questo, come se avesse parlato della quotazione delle patate. Con un distacco come se fosse questione di nessuna rilevanza. Ecco, questi sono aspetti Suoi che mi fanno Paura.
Perché
è VERA: E’ VERO QUELLO CHE DICE.
E
ha detto: non sarà per poco.
“Ti
rendi conto di QUELLO che hai fatto? Non deve accadere MAI PIU’!” Anche se non
so come riuscirci.
Ma
credo che ci penserà Lei. A farmi passare la voglia.
Per
servirLa, per darLe Piacere. Per farLa godere.
Credo
che ci penserà LEI, anche nel divertirsi, nel godere per fare questo.
Io
nel frattempo ho sto pensando come fare una cosa che possa sciogliermi quando vuole
Lei senza che debba svegliarsi per farlo.
Di
modo che possa prepararLe la colazione e fare le altre cose che devo fare,
dormendo legato come vuole Lei ed essendo liberato all’ora che vuole Lei.
Dispositivo
che possa (o potrà) essere usato ogni volta che vuole, o in ogni occasione.
Quando
LE farà Piacere. In modo di non dover essere schiava … del liberare lo schiavo.
E
credo di essere a buon punto, nel risolvere i vari aspetti della questione. Nel
giro di qualche giorno dovrebbe essere attrezzata, in modo da poter continuare
in maniera più comoda la Sua Pratica… educativa (e punitiva). A me il problema…
di “dover abituarmi”.
A
me a volte la PADRONA fa Paura.
E
forse dovrei averla SEMPRE .
Anzi:
… DOVRO’.
Saprà
Lei come farlo .
.
sabato 2 marzo 2013
Impressioni
Premonizioni?
Ho avuto l'impressione di essermi meritato 40 colpi di frusta (non le chiamerei ancora frustate...) in soli cinque minuti questa sera.
questo dall'espressione sulle labbra della Padrona: da un movimento di risposta delle Sue labbra. (se non se ne è già dimenticata....)
I primi venti per aver macchiato la tovaglia...
ed altri venti per averLe piegato male il tovagliolo.
Avrei potuto evitarli entrambi, e-forse- avrei dovuto...
Ora, se vale il metodo disciplinare (che sta prendendo piede.. mi pare) io "imparerò" più velocemente a non amcchiare la tovaglia della Signora se, quando lo facessi... verrei frustato.
E MOLTO più rapidamente se vengo frustato... veramente, duramente.
Ora... non le chiamerei ancora frustate... ma è la direzione verso la quale ci si sta indirizzando, mi pare. Con un periodo di rodaggio che potrebbe essere anche abbastanza breve, prima di raggiungere la dolorosa, ma necessaria misura.
E' quindi possibile che mi sia meritato 40 colpi di frusta per domattina, durante la cena.
Il che non mi rallegra punto, ed anzi mi dispiace.
Devo davvero imparare a fare molta più attenzione, nel mio servire la Padrona.
Perchè non credo che i colpi di frusta (e da un domani "frustate") corrano il rischio di calare d'intensità, diventando più numerosi.
Anzi, ho l'impressione che la loro forza vada progressivamente aumentando, fino a trovare la loro giusta risonanza, che dev'essere decisamente dolorosa, per farmi perdere la voglia di gocciolare l'olio sulla tovaglia. O essere così trascurato di piegare in amlo modo il tovagliolo della Padrona.
Il curioso è che con le buone maniere non l'ho capito... o il significativo.
Ci vorrà un buon metodo, un metodo SERIO per farmi imparare temo.
Un metodo così serio da non costringere la Padrona a tornare continuamente sull'argomento. E che anzi si estendano ai milioni di possibilità simili o analoghe, costruendo (e/o sedimentando) più cura, e più... ATTENZIONE.
Un'attenzione più minuziosa, alla qualità dei miei gesti PER la PADRONA.
ALLA QUALITA' CHE LEI DESIDERA PER SE', COME PADRONA. E
CHE ESIGE.
ALLA QUALITA' CHE LA PADRONA MERITA, IN ogni COSA. E
che non è quella per lo schiavo, dello schiavo.
Per favore cominciamo con il fare le differenze: in TUTTE... le cose.
Intanto domani scoprirò.... se il mio sguardo aveva indovinato dall'espressione della bocca, dal movimento delle labbra le intenzioni, i progetti della Padrona... o meno.
Se saranno colpi di frusta per avvicinarsi alle frustate, sullo schiavo.
Per trattarlo da tale. O come merita, di essere trattato.
.
mercoledì 27 febbraio 2013
Fustigazione.
Un calore dilatato e suffuso sulle natiche oggi, mentre ero seduto durante il pranzo.
Esse sembravano allargarsi.
Ed un maggior calore, inizio di sensazione bruciante, sullo scroto.
Sono stato punito (non molto, in maniera civile, più che altro "rappresentativa"... -ma ringrazio la Padrona per la lezione, che ha avuto la pazienza e la puntualità di somministrami. Alla centesima volta -o 300...- capirò qualcosa. Procedendo di questo passo debbo vivere duemila anni).
La ragione era una trascuratezza, chiaramente visibile, nel riordinare la Sua camera stamattina.
Invece, contrariamente a quanto aveva promesso...
non sono stato punito per niente per quanto di davvero riprovevole ho fatto accadere ieri sera.
Ecco.. mi figuravo fra tutte le mancanze, trasgressioni od errori che ho fatto, questa fosse davvero la più grave. e che quindi potesse avere conseguenze disastrose. Ed invece... niente, contrariamente a quanto aveva dichiarato (ed io paventato). Stamattina ero convinto che l'avrei pagata cara, ma proprio una lezione da non dimenticare forse per mesi, e sicuramente... per settimane, ma settimane in senso reale.
Una lezione che dà la soddisfazione a chi la amministra.. di farla proprio con piena ragione, e di essere nelle condizioni di dare un segnale... esemplare. Radicale. Quelli che spostano verso su l'asta del salto stabilendo, con soddisfazione di chi li pratica.. e li applica, dei nuovi standard. Come dire: migliorare le prestazioni, con un leggero "sforzo" in più... ma largamente giustificato. Anzi.. doveroso e dovuto. A... "malincuore", come piace dire ai padroni, falsi come una moneta di rame.
Non se n'è fatto niente invece. (A meno che, la "lezione" venga assegnata oggi e sia "non mettere lo zucchero nel caffè per un mese", o qualcosa d'altro.
Ma qui... si parlava di un'altra cosa: di fustigazione.
Di fustigazione... punitiva.
Il caffè nello zucchero, o con il sale, non fa lo stesso effetto.
meglio così per lo schiavo.
Che forse... verrà punito. Ma, per lo schiavo come per l'acciaio da forgiare, vale sempre il vecchio detto: "Batti il ferro finchè è caldo". Per ottenere lo stesso risultato da freddo... si fa molta, ma molta più fatica.
-L'immagine, viene da Dylan Dog. n° 28, Lama di rasoio.
"Ancora...
.
Piatti sporchi e fruste.
Ieri sera...una piacevole sessione di frusta (per la Padrona).
Un'apprezzata sessione di frusta. (Quirt e altro, in questo caso).
Una sessione "ristoratrice", che la Padrona ha "regalato" allo schiavo, dopo le fatiche della serata.
Le "fatiche" della Signora, che quelle dello schiavo non hanno neanche la dignità di essere richiamate.
(E qui si parla davvero, non in maniera ampollosa. Ma sostanziale).
Ci sono delle regole nella schiavitù, che vanno seguite: regole sostanziali, basilari. Dal linguaggio alla descrizione delle cose, alla loro storia iscritta, depositata e tramandata, come alla loro visione e considerazione. Per instillare (quotidianamente, costantemente) un "giusto pensare", una giusta visione, prospettiva. Punto di vista. Non si può ripensare (o ridiscutere) all'infinito se "è giusto avere uno schiavo o no..", e altre simili, inutili, e deformi (o "inquinanti.." ) questioni o quesiti: la questione si risolve, come diceva qualcuno, nell'avere uno schiavo, e dopo il problema non si pone.
Si tratta poi di dare corpo a questa cosa, e nell'evitare ogni possibile fonte di inquinamento o di confusione. ANCHE con i termini e le parole. Le fatiche dello schiavo semplicemente non esistono, neanche dal punto di vista lessicale. Sono DOVERI.
Le "fatiche" (piacevoli o no, a volte gradevoli a volte meno) sono della Signora.
Che ieri sera si è RISTORATA, dalle fatiche della sera.
Ieri mattina lo schiavo ha schieggiato un piatto della Padrona, lavandoli.
Non è stato appropriatamente punito. Adeguatamente punito. La Signora avrà avuto altro da fare.
(O applica il metodo montessori.)
la prossima volta ne scheggerà due, e così andremo avanti sempre verso il meglio. O dovrà auto-governarsi sulle scheggiature dei piatti. E del vasellame.
Al di là di questo, riponendoli poi nella credenza ha scoperto che ce n'è un'altro o due ugualmente scheggiati. Ora, al di là della sfortunata qualità dei piatti che questa volta ha acquistato la Signora (ed è cosa che va da sè ed ampiamente dibattuta), scomodi, fuori misura (evidentemente fragili, hanno uno spigolo vivo) econ la caratteristica di essere "adesivi" per il cibo (o gli avanzi) che vi rimangono depositati sopra, gli ha fatto scaturire delle osservazioni, che poi han seguito il filo maestro della "lavatura di piatti", suo compito quotidiano.
Innanzitutto, l'occasione è stata data dal fatto che quei piatti si dimostrano scivolosi.
E scivolano (di più) perchè lo schiavo usa i guanti, come vuole la Padrona.
Lo schiavo non è abituato ad "usare i guanti", neanche quando spacca le pietre, con le mani.
Della vecchia scuola, gli ha sempre fatto "poco virile". Ora sta imparando, ad essere più "gentile" (deve imparare), accorto, sollecito, cortese. Ed anche i guanti possono essere (un punto, un millimetro...) di passaggio.
Per cui sta dedicando (deve dedicarsi): sta imparando. Ma i guanti sono diversi: falsano il tatto.
E quindi deve mettere attenzione a percepire le cose con i guanti, pena lo sfasciare tutte le stoviglie alla Signora.
Il fatto che stia imparando non significa che non debba essere punito (anzi, certa scuola dice il contrario. cioè deve essere PIU' punito, per imparare. velocemente).
Ma restiamo ai guanti, ed alla loro diversità: innovazione e diversità.
Allo schiavo in realtà piacciono i guanti. Ha cercato di capire perchè.
(al di là del rompere più facilmente i piatti, e che questo lo porrà nelle condizioni di peggiori punizioni, cosa che non lo entusiasma affatto).
Innanzitutto è il latex, cosa che salta agli occhi al primo acchito. Perchè quelli che usa lui sono abbastanza (giustamente?) stretti, cioè aderenti. A differenza di quelli di cavatore, delle alpi apuane. Difatti là sono tutti anarchici: sarà per quello.
E c'è un piacere (lubrico), che rende entusiasmante lavare i piatti.
Ma non è solo per quello, perchè quello è fisico, immediato.
C'è un altro piacere... narcisistico, interiore. Forse narcisistico non è la parola adatta; viscerale.
Un... compiacimento.. viscerale, ecco.
Perchè... avviene?
perchè, uno, nelle immagini (che lo schiavo ha in mente, non sa se condivise da altri), l'uomo che lava i piatti... (di solito in camicia e cravatta.. fa ridere di più,) non usa i guanti. Uno perchè non è abituato (e non si rovina lo smalto delle unghie) a farlo sempre, due perchè fa un po' intellettuale, vagamente di sinistra, che lava i piatti "come se fosse normale", per par condicio femminista, e lo fa allegramente, finita la cena. Con gli amici al tavolo che si bevono le grappe, in maniera conviviale.
Il forno poi non si sa chi lo lava.
Una maniera "ottimista e di sinistra". Mentre i guantazzi in gomma fanno tanto donna delle pulizie, massaia. Un ruolo, una posizione incredibilmente più bassa dell' "intelletuale di sinistra".
La donna delle pulizie (adesso chiamata "signora") non si siede a bere la grappa al tavolo con gli amici. La signora delle pulizie è la donna delle pulizie, la sguattera... con nuovo nome.
Persona molto più umile, nella fotografia e nella scala sociale.
I guanti sono anche della massaia sciatta e trasandata che apre la porta di casa come fosse la porta del mondo, con il secchio ancora in manoe la vestaglia (o il grembiale) addosso. Solo le pin-up tengono i guanti per 10 nanosecondi nel film, le massaie per tutta la mattina.
Mettere i guanti... fa più donna delle pulizie/massaia che jean-Paul Sartre (con tanto di pipa) non c'è dubbio alcuno. Lo schiavo lo trova molto più consono (e rappresentativo) del proprio rapporto con la Signora (che cura le SUE unghie ); più vero.
Lo rendono più umile, i guanti, ai suoi occhi e davanti a quelli della Signora. la quale giustamente non li usa... come Padrona.
E dà ordini alle donne delle pulizie, alla "servitù". La quale non si presenta certamente in tacchi a spillo, e abiti da gran sera.
E lo schiavo scopre di desiderare d'essere, immaginarsi d'essere... la domestica, la donna delle pulizie, massaia... della Signora. E qui il problema è lessicale. cioè, lo schiavo non è che voglia assumere le parvenze dell'altro sesso, cosa improponibile materialmente (se non.. forse.. come umiliazione e caricatura) ma perchè in italiano (come in inglese, come in cinese, come in tutte le lingue forse al mondo): non è declinabile "il massaio". E "domestico" è diverso da "domestica". Il domestico non lava i piatti ed è in livrea. Magari serve in tavola ai padroni ma non... sta in cucina a lavare dalle pantole i fondi di cottura che ha lasciato la cuoca. Il domestico... è già un po' più signorile della domestica, che è anche proletaria e popolare. La domestica ce l'hanno tutti, anche l'impiegato municipale, il domestico è un attimo più su, nella scala sociale.
Per cui "massaia e domestica", per lo schiavo, nel servire la Signora, anche se non si può dire. pronunciare. perchè fa ridere.
Ma i guanti fanno l'umiltà del servizio che lui crede di dover fare, del ruolo (di una parte dei ruoli: l'altro è da schiavo. Un altro (minori questi) potrebbe essere da animale da compagnia, cane scaldapiedi, scendiletto, paziente da visitare, eretico da torturare... a discrezione della Signora. dei Suoi giochi) che ha, nei confronti della Signora. Che non è solo lavare i piatti (pavimenti, ecc) ma essere il più umile domestico, per Lei; quello che è chiamato continuamente ai compiti più umili (oltre a TUTTi quelli necessari) mentre Lei può dedicarsi così a vivere "da Regina" (ed applicarsi a vivere.. DA PADRONA), guardando "allo schiavo" (cioè percependo lo schiavo) proprio come a un suo domestico, più che l'altro (o l'unico) coabitante, della casa. Che poi va a finirla, appunto, che lo schiavo è anche l'"unico altro abitante della casa".
I guanti, in questo, possono aiutare a marcare la differenza, come tutte le altre cose.
Diventano "anche" mediatore culturale. Oltre ad essere in latex, ed a salvare le mani dello schiavo.
"Domestico e "domestica", della Signora.
Anche. Oltre che SCHIAVo, in senso sado-masochistico. Cioè persona da torturare.
Da dominare, da punire. Da addestrare, alla schiavitù più reale e più totale. PER (e con..) il Proprio PIACERE.
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