giovedì 28 febbraio 2013

Inverno





















Stasera... ACCOMPAGNERO' la Padrona in montagna.
Sarò il  SUO SCHIAVO "accompagnatore".
Guidando l'auto, servendoLa e facendo quello che Lei vorrà e che mi ordinerà.
Dormirò legato, questo è quello che so.
E credo per terra sul pavimento, a fianco del Suo LETTo. Grato (se sarà così) di dormire nella Sua stessa camera. "Dormire".. a volte è una parola non proprio precisa. Non nel senso abituale.

Sarà bellissimo, io credo. Tutto questo tempo.. con la Padrona. Più.. di una giornata intera...



Credo inevitabilmente.. che per qualcosa verrò punito.
Ma è impossibile che non faccia qualcosa per cui posso (o devo) venir punito. Questo va da sè, con la Padrona, che gode nel punirmi (per educarmi.. perchè non la tratto come merita.. o anche senza ragioni.
Ma ci sono sempre.. delle ragioni.
Ho tutto da imparare, su come essere schiavo... della Padrona. Le Sue esigenze, i suoi umori o stili, la Sua ansia o ricerca di perfezione. Nell'essere trattata come una Regina, una Regina che vuol anche godere continuamente... del possedere uno schiavo. E che ne ha uno assolutamente insufficiente, ai suoi standard di Padrona. che sto appena cominciando a scoprire, a cui togliere il primo strato, che li castigava e li imprigionava.

Io già, ed ogni giorno di più, io l'...adoro. In un modo che ho sempre meno possibilità di sganciare.
Ne sono attratto e invaghito. In-magato, ammaliato.





Lei (ecco la parola...) mi sta facendo una malia; Per il SUO Piacere.










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mercoledì 27 febbraio 2013

La cena



di questa sera








La Padrona ha dei concetti, forse fantasiosi.. degli "avanzi". Forse pensava che ce ne fossero di più. Se così fosse, si sarebbe persa un maggior... piacere.. pensando erroneamente che avrei goduto per la Sua eccessiva abbondanza.. e "generosità".
In realtà non credo: credo che ne avesse perfetta percezione, pur con una piccola approssimazione. 

"Credo che sul tavolo, ci sia ancora un pacchetto di crackers: puoi mangiare mezzo di quello. E l'insalata avanzata oggi. SE.. ne è avanzata. Uno o due bicchieri d'acqua."


Questo, il suo messaggio. Saranno stati forse 20 grammi. Forse.
Se ne è quindi a sufficienza compiaciuta. Dopo dieci ore che non mangiavo.
L'ho ringraziata a lungo, con un messaggio. Le sono stato grato, e lieto. L'ho pensata mentre mangiavo. Avrebbe potuto non consentirmi nulla, o... godendosi una perfida ironia, regalarmi questo pasto: Cenerai con mezzo pacco di crackers. Poi.. dev'essere avanzata dell'insalata da pranzo. Quella... non la tocchi. Un bicchiere d'acqua, se vuoi. ;-)
. E l'avrei ringraziata ugualmente. Non solo e non tanto per i crackers (c'è poco da ringraziare..) ma di sicuro per l'attenzione che mi dava, mentre era fuori. E per aver pensato cosa e come potevo mangiare. E per avermelo imposto, ordinato. E per centinaia di altri motivi, o per aver omesso di trattarmi peggio.
Questo per dimostrare ed argomentare.. che i miei ringraziamenti erano sinceri.
Ed intanto le spinaci ed altro.. invecchiano in frigo. Ma sono grato soprattutto (al di là dei sonni che mi regala, che sono leggeri) per averlo fatto per il SUO PIACERE. Di essersi degnata di darmi attenzione e di usarmi.. per il Suo PIACERE. ED anche QUESTO NON è AFFATTO SCONTATO.

Devo dire che non ho rischiato affatto l'indigestione, anche stasera. Grazie PADRONA.  
Io la trovo meravigliosa. Speriamo di mangiare domani.
DEVO dire, di avere una Padrona meravigliosa.
Deliziosa e rara. Per SE' STESSA, e per il proprio piacere. Cosa può sperare di più uno schiavo?

Ne sono ubriaco, avvinto, e Lei legato. (A dire la verità.. DA Lei legato...)
Sogno, di poterLa vedere. Servire, subire. E' una Padrona rara.





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Regalo









Lo schiavo non aveva dubbi di dovere alla Padrona un regalo (la Padrona merita SEMPRE regali, ma lo schiavo qualche volta deve proprio farglieli.).
La ragione di questo dono "dovuto"... era per essere uscita ieri sera.

Lo schiavo sentiva proprio di "doverle" un omaggio, di esprimere la sua "gioia" (cioè la sua commossa, sincera e reale sottomissione", alla Padrona. E ai Piaceri della Padrona.
Di cui si era dichiarata felice, la sera prima.). Forse neppure gioia (che è difficile, e forse stona. Sguaiata): devozione.
E pertanto e per questo, per esprimere questo e... unire la sua lode, meditava nell'animo di manifestare un regalo. Una piccola cosa. Ma che rendesse tangibile il suo essere sottomesso, il suo appartenere... ai desideri della Padrona.











Il regalo, piccolo e sciocco (piccolo e sciocco come lo schiavo), è arrivato. (lui avrebbe voluto qualcosa di più personale.. di più eccitante e festoso... ma il segnale sembra essere chiaro: Qualcosa di dimesso... come può essere il desiderio dello schiavo di un dono, per questa occasione. Quasi impercettibile, come la sua considerazione).
E d'altra parte, nella sua piccolezza e modestia, l'aveva scelto la Padrona. Che, quindi (per vederla in un altro modo), si è fatta il regalo da sola, per ieri sera. (oltre a farselo direttamente: vale da sola. basta da sola. Lo schiavo se ne rende conto, e si genuflette, alla Sua persona..
ringraziandola anche qui e ancora. Per la Sua... bellezza.












a Sua... disposizione.
In ginocchio e a capo chino ai Suoi piedi.










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Fustigazione.







Un calore dilatato e suffuso sulle natiche oggi, mentre ero seduto durante il pranzo.
Esse sembravano allargarsi. 

Ed un maggior calore, inizio di sensazione bruciante, sullo scroto.
Sono stato punito (non molto, in maniera civile, più che altro "rappresentativa"... -ma ringrazio la Padrona per la lezione, che ha avuto la pazienza e la puntualità di somministrami. Alla centesima volta -o 300...- capirò qualcosa. Procedendo di questo passo debbo vivere duemila anni). 
La ragione era una trascuratezza, chiaramente visibile, nel riordinare la Sua camera stamattina.
Invece, contrariamente a quanto aveva promesso...











non sono stato punito per niente per quanto di davvero riprovevole ho fatto accadere ieri sera.
Ecco.. mi figuravo fra tutte le mancanze, trasgressioni od errori che ho fatto, questa fosse davvero la più grave. e che quindi potesse avere conseguenze disastrose. Ed invece... niente, contrariamente a quanto aveva dichiarato (ed io paventato). Stamattina ero convinto che l'avrei pagata cara, ma proprio una lezione da non dimenticare forse per mesi, e sicuramente...  per settimane, ma settimane in senso reale.
Una lezione che dà la soddisfazione a chi la amministra.. di farla proprio con piena ragione, e di essere nelle condizioni di dare un segnale... esemplare. Radicale. Quelli che spostano verso su l'asta del salto stabilendo, con soddisfazione di chi li pratica.. e li applica, dei nuovi standard. Come dire: migliorare le prestazioni, con un leggero "sforzo" in più... ma largamente giustificato. Anzi.. doveroso e dovuto. A... "malincuore", come piace dire ai padroni, falsi come una moneta di rame.


 Non se n'è fatto niente invece. (A meno che, la "lezione" venga assegnata oggi e sia "non mettere lo zucchero nel caffè per un mese", o qualcosa d'altro.
Ma qui... si parlava di un'altra cosa: di fustigazione.
Di fustigazione... punitiva.

Il caffè nello zucchero, o con il sale, non fa lo stesso effetto.
meglio così per lo schiavo.

Che forse... verrà punito. Ma, per lo schiavo come per l'acciaio da forgiare, vale sempre il vecchio detto: "Batti il ferro finchè è caldo". Per ottenere lo stesso risultato da freddo... si fa molta, ma molta più fatica.



-L'immagine, viene da Dylan Dog. n° 28, Lama di rasoio.

 "Ancora...






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Piatti sporchi e fruste.














Ieri sera...una piacevole sessione di frusta (per la Padrona).
Un'apprezzata sessione di frusta. (Quirt e altro, in questo caso).

Una sessione "ristoratrice", che la Padrona ha "regalato" allo schiavo, dopo le fatiche della serata.
Le "fatiche" della Signora, che quelle dello schiavo non hanno neanche la dignità di essere richiamate.
(E qui si parla davvero, non in maniera ampollosa. Ma sostanziale).

Ci sono delle regole nella schiavitù, che vanno seguite: regole sostanziali, basilari. Dal linguaggio alla descrizione delle cose, alla loro storia iscritta, depositata e tramandata, come alla loro visione e considerazione. Per instillare (quotidianamente, costantemente) un "giusto pensare", una giusta visione, prospettiva. Punto di vista. Non si può ripensare (o ridiscutere) all'infinito se "è giusto avere uno schiavo o no..", e altre simili, inutili, e deformi (o "inquinanti.." ) questioni o quesiti: la questione si risolve, come diceva qualcuno, nell'avere uno schiavo, e dopo il problema non si pone.

Si tratta poi di dare corpo a questa cosa, e nell'evitare ogni possibile fonte di inquinamento o di confusione. ANCHE con i termini e le parole. Le fatiche dello schiavo semplicemente non esistono, neanche dal punto di vista lessicale. Sono DOVERI.
Le "fatiche" (piacevoli o no, a volte gradevoli a volte meno) sono della Signora.

Che ieri sera si è RISTORATA, dalle fatiche della sera.



Ieri mattina lo schiavo ha schieggiato un piatto della Padrona, lavandoli.
Non è stato appropriatamente punito. Adeguatamente punito. La Signora avrà avuto altro da fare.
(O applica il metodo montessori.)
la prossima volta ne scheggerà due, e così andremo avanti sempre verso il meglio. O dovrà auto-governarsi sulle scheggiature dei piatti. E del vasellame.

Al di là di questo, riponendoli poi nella credenza ha scoperto che ce n'è un'altro o due ugualmente scheggiati. Ora, al di là della sfortunata qualità dei piatti che questa volta ha acquistato la Signora (ed è cosa che va da sè ed ampiamente dibattuta), scomodi, fuori misura (evidentemente fragili, hanno uno spigolo vivo) econ la caratteristica di essere "adesivi" per il cibo (o gli avanzi) che vi rimangono depositati sopra, gli ha fatto scaturire delle osservazioni, che poi han seguito il filo maestro della "lavatura di piatti", suo compito quotidiano.

Innanzitutto, l'occasione è stata data dal fatto che quei piatti si dimostrano scivolosi.
E scivolano (di più) perchè lo schiavo usa i guanti, come vuole la Padrona.
Lo schiavo non è abituato ad "usare i guanti", neanche quando spacca le pietre, con le mani.
Della vecchia scuola, gli ha sempre fatto "poco virile". Ora sta imparando, ad essere più "gentile" (deve imparare), accorto, sollecito, cortese. Ed anche i guanti possono essere (un punto, un millimetro...) di passaggio.
Per cui sta dedicando (deve dedicarsi): sta imparando. Ma i guanti sono diversi: falsano il tatto.
E quindi deve mettere attenzione a percepire le cose con i guanti, pena lo sfasciare tutte le stoviglie alla Signora.
Il fatto che stia imparando non significa che non debba essere punito (anzi, certa scuola dice il contrario. cioè deve essere PIU' punito, per imparare. velocemente).
Ma restiamo ai guanti, ed alla loro diversità: innovazione e diversità.
Allo schiavo in realtà piacciono i guanti. Ha cercato di capire perchè.
(al di là del rompere più facilmente i piatti, e che questo lo porrà nelle condizioni di peggiori punizioni, cosa che non lo entusiasma affatto).
Innanzitutto è il latex, cosa che salta agli occhi al primo acchito. Perchè quelli che usa lui sono abbastanza (giustamente?) stretti, cioè aderenti. A differenza di quelli di cavatore, delle alpi apuane. Difatti là sono tutti anarchici: sarà per quello.
E c'è un piacere (lubrico), che rende entusiasmante lavare i piatti.
Ma non è solo per quello, perchè quello è fisico, immediato.
C'è un altro piacere... narcisistico, interiore. Forse narcisistico non è la parola adatta; viscerale.
Un... compiacimento.. viscerale, ecco.
Perchè... avviene?
perchè, uno, nelle immagini (che lo schiavo ha in mente, non sa se condivise da altri), l'uomo che lava i piatti... (di solito in camicia e cravatta.. fa ridere di più,) non usa i guanti. Uno perchè non è abituato (e non si rovina lo smalto delle unghie) a farlo sempre, due perchè fa un po' intellettuale, vagamente di sinistra, che lava i piatti "come se fosse normale", per par condicio femminista, e lo fa allegramente, finita la cena. Con gli amici al tavolo che si bevono le grappe, in maniera conviviale.
Il forno poi non si sa chi lo lava.
Una maniera "ottimista e di sinistra". Mentre i guantazzi in gomma fanno tanto donna delle pulizie, massaia. Un ruolo, una posizione incredibilmente più bassa dell' "intelletuale di sinistra".
La donna delle pulizie (adesso chiamata "signora") non si siede a bere la grappa al tavolo con gli amici. La signora delle pulizie è la donna delle pulizie, la sguattera... con nuovo nome.
Persona molto più umile, nella fotografia e nella scala sociale.
I guanti sono anche della massaia sciatta e trasandata che apre la porta di casa come fosse la porta del mondo, con il secchio ancora in manoe la vestaglia (o il grembiale) addosso. Solo le pin-up tengono i guanti per 10 nanosecondi nel film, le massaie per tutta la mattina.
Mettere i guanti... fa più donna delle pulizie/massaia che jean-Paul Sartre (con tanto di pipa) non c'è dubbio alcuno. Lo schiavo lo trova molto più consono (e rappresentativo) del proprio rapporto con la Signora (che cura le SUE unghie ); più vero.
Lo rendono più umile, i guanti, ai suoi occhi e davanti a quelli della Signora. la quale giustamente non li usa... come Padrona.
E dà ordini alle donne delle pulizie, alla "servitù". La quale non si presenta certamente in tacchi a spillo, e abiti da gran sera.
E lo schiavo scopre di desiderare d'essere, immaginarsi d'essere... la domestica, la donna delle pulizie, massaia... della Signora. E qui il problema è lessicale. cioè, lo schiavo non è che voglia assumere le parvenze dell'altro sesso, cosa improponibile materialmente (se non.. forse.. come umiliazione e caricatura) ma perchè in italiano (come in inglese, come in cinese, come in tutte le lingue forse al mondo): non è declinabile "il massaio". E "domestico" è diverso da "domestica". Il domestico non lava i piatti ed è in livrea. Magari serve in tavola ai padroni ma non... sta in cucina a lavare dalle pantole i fondi di cottura che ha lasciato la cuoca. Il domestico... è già un po' più signorile della domestica, che è anche proletaria e popolare. La domestica ce l'hanno tutti, anche l'impiegato municipale, il domestico è un attimo più su, nella scala sociale.
Per cui "massaia e domestica", per lo schiavo, nel servire la Signora, anche se non si può dire. pronunciare. perchè fa ridere.
Ma i guanti fanno l'umiltà del servizio che lui crede di dover fare, del ruolo (di una parte dei ruoli: l'altro è da schiavo. Un altro (minori questi) potrebbe essere da animale da compagnia, cane scaldapiedi, scendiletto, paziente da visitare, eretico da torturare... a discrezione della Signora. dei Suoi giochi) che ha, nei confronti della Signora. Che non è solo lavare i piatti (pavimenti, ecc) ma essere il più umile domestico, per Lei; quello che è chiamato continuamente ai compiti più umili (oltre a TUTTi quelli necessari) mentre Lei può dedicarsi così a vivere "da Regina" (ed applicarsi a vivere.. DA PADRONA), guardando "allo schiavo" (cioè percependo lo schiavo) proprio come a un suo domestico, più che l'altro (o l'unico) coabitante, della casa. Che poi va a finirla, appunto, che lo schiavo è anche l'"unico altro abitante della casa".
I guanti, in questo, possono aiutare a marcare la differenza, come tutte le altre cose.
Diventano "anche" mediatore culturale. Oltre ad essere in latex, ed a salvare le mani dello schiavo.
"Domestico e "domestica", della Signora.

Anche. Oltre che SCHIAVo, in senso sado-masochistico. Cioè persona da torturare.
Da dominare, da punire. Da addestrare, alla schiavitù più reale e più totale. PER (e con..) il Proprio PIACERE.




lunedì 25 febbraio 2013

Protocollo, comportamento














Prima di entrare nella TUA casa, devo togliermi il cappello (o berretto).
NON entrare MAI  con il cappello in testa.
(MI VIENE IN TESTA STAMANI.)
“SEMPRE SENZA mutande, (sopra  o) dentro il MIO letto.”
Sempre senza berretto… in casa mia.. (è il completamento, o l'estensione.?)



Toglierselo prima di entrare.
In casa della PADRONA


 
Emozione.
Cambiare comportamenti e posizione... nella stessa casa. Che era.
(Chiudere la porta, togliersi il berretto... PRIMA di entrare. 
Emozione



















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Pranzo









ed ecco, già?, per me mangiare nei TUOI PIATTI Sporchi (dove hai mangiato TU), è fonte di onore
(forse no, sarà degrado. ma, per me, sarà diverso? Sarà Onore TUO, il mio degrado, il mio essere Tuo schiavo) e di turbamento.
Emozione. IL TUO PIATTO SPORCO..  e metterci sopra i Tuoi avanzi.
(E... potrebbero essere solo quelli, il mio piatto o il mio destino)
Mangiare i TUOI avanzi. Come dono in cima alla rimanente insalata.
Come dono e onore preciso.. e precisamente così percepito. Sentito, e onorato.



















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Due giorni di pausa?








Forse.
forse non è così,
non vi è stata... sospensione

forse è così e così. 


forse è "finito", finito un ciclo, e ricomincia. Forse c'è stato uno stacco, uno spostamento. Forse c'è sempre, solo... continuità.
Forse è un'altra cosa, forse più bella. Forse solo più seria, forse solo seria. Forse è l'unica cosa, forse l'unica possibilità. Forse la strada dritta per forare circonvoluzioni del tempo, tanti tornanti del tempo, forse è la sola, o perenne, reale realtà.
Forse son stati saluti, forse spostamenti, forse (chissà) definitivi. Forse infilare altri occhiali.. spregiudicatissimi, con cui giocare la partita di realtà. Forse chi sa. Qui si sigla questa chiusura e questo inizio o quel che è. E... non si scherza: è finito (definito finito) il tempo degli scherzi. Anzi ha finito di bruciare male, e lasciato dell'amaro. Amen, se ne ricaveranno dolci sapori (quello del sangue ad esempio). Nuove fierezze e finezza, sapori acri di umori, sapori da fiera. Tigri.. e pantere.

Cirque.. Au soleil dicevo. Con... animali. E Regine
uno spettacolo a cui assistere in prima fila. Dentro... la prima fila. Si sono aperte le iscrizioni, si sono messe le catene. 
"Capelli affermativi... e trucco pesante" diceva il dottor Garosi. (Lui diceva "schiariti", ma lo diceva a una bionda).









Cirque AU.. soleil...

basta altalene, si ricomincia a ballare. A danzare.
Anzi, SI INCOMINCIA. (il training, la danza)

Nuovi... equilibri. Squilibri. Verso i bastioni di Orione.
FINO... AI BASTIONI di ORIONE.
...Vedremo i raggi B BALENARE NEL BUIO vicino alle Porte di TANNhäuser. 
 E.. "tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia."





ORA ...

SI  COMINCIA


Lo spettacolo VERO, del circo .
















 




Si tratta di REggere La SIGNORA. Il SUO spettacolo, la SUA DANZA. Ne siamo schiavi.
(Di Lei -l'ha detto- e della SUA danza. Che sarà dura e feroce. Non da circo: da... Padrona.
Sotto, non c'è rete. E neanche dietro. Nella gabbia si entra, e non se ne esce. Finchè c'è un animale dentro, non esce neanche il domatore. SE qualcuno esce. A meno che La Gabbia, non si estenda e diventi Il Pianeta. O il pianeta per alcuni.

BDSM, è il titolo della compagnia. E della via.






si spengono le luci (della ribalta), si va ad incominciare. Le luci sono solo per lei,: solo LEI ha i riflettori. Attenzioni e piaceri e colori. Lo schiavo sta al buio, fra paglia e segatura.
farà spettacolo d'acrobazia, sotto lo schioccare della frusta. E nel frattempo pulisce il camerino, dove l'ARTISTA riceverà i visitatori, i complimentatori e i complimenti, amici e parenti, altri animali da domare, passanti ignari, nelle pause dello spettacolo, ed anche in questo.
Il camerino... fa parte dello spettacolo, come la paglia ed mil cibo per le fiere. Si recita dal vivo, non "stasera", ma DA stasera.







l'uomo, supino, regge la Signora.
Regge il Suo numero, la Sua Danza, le Sue acrobazie. Lo supporta e fa da base. Nient'altro che un supporto, schiavo .
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domenica 24 febbraio 2013

Appunti. storia









-una settimana fa-.


(domenica scorsa)











"E immagino la tua gioia, la tua gratitudine.... alla ricompensa che ho in mente per tutto il tuo lavoro di oggi e che so continuare, senza pause.

Una ricompensa che potrebbe non esserci, potrebbe essere una domenica intera passata solo a lavorare per me, riempita solo di azioni e gesti che io ho voluto... e senza una "fine", senza una "conclusione", un punto di arrivo.
Arriva la Padrona e... la giornata "cambia"? No: potrebbe non cambiare. Il mio arrivo potrebbe (POTREBBE) non significare nessun cambiamento.
Come se tu e il tuo lavorare non esisteste.

Invece, oltre alla bellezza di poter passare un po' di tempo vicino a me, riceverai anche il grande onore di di essere educato di nuovo.

Di nuovo...

.. e a lungo.


 M. "




" - LO RICONOSCO, come perfetto, possibile, NORMALE. NORMALISSIMO potrebbe essere.
Lo schiavo si toglie dalla testa che...se lavora tutto il giorno, vi sia uno scambio, un compenso. SOLO e SOLO ... A PIACERE, discrezione, uzzo o voglia della Padrona.
Lo schiavo non ha merito, alcuno. Nè è "poverino": è schiavo, e punto.
Mi è...ben chiaro. "





 L' "appunto" su questo tratto di conversazione (o su questo aspetto) e che (mi) era rimasto sospeso, è relativo al concetto di "domenica", o di tempo "libero".
Ecco, il problema è che io sono contento di lavorare per la Padrona di domenica, nel mio tempo "libero".
Non sono contento di lavorare, o di non avere tempo libero: sono contento di lavorare PER LA PADRONA (di appartenerLe, di esserLE LEGATO, di esserLe presente, di servirLA), cioè mi pare normale giusto e doveroso, e non mi prefiguro possa esserci altro.
NON amo fare i lavori chesono costretto a fare; nè amo il non aver tempo libero. Amo che questo accada PERCHE' appartengo alla Padrona, e questa ne è giusta ed inderogabile, inesorabile conseguenza.

Da questo punto di vista, credo condiviso (a far le cose serie... e non per gioco) credo non vi sia scampo, nè scelta: lo schiavo NON HA... tempo libero ("libero..") semplicemente. Gli piaccia, o non piaccia, sia pesante o leggero, triste... o di buon umore.
Lo schiavo non ha tempo libero, come non ce l'avevano i contadini, o la maggior parte delle persone.
Il tempo libero è un'invenzione della società borghese, degli ultimi decenni.
E prima era dell'aristocrazia. Della nobiltà solo.

E non è l'unico modo di considerare il tempo che esiste al mondo. Probabilmente non è neanche maggioritario, in termini numerici.
Quindi non rompiamoci i coglioni, con scandali e diritti. Lo schiavo NON HA TEMPO LIBERO, (come la maggior parte della gente al mondo fra l'altro). Il suo tempo è della Padrona.
Che lavori di domenica è normale. Anzi è doveroso e normale. Che non cada negli stravizi. Ozio e stravizi. (che poi per raddrizzarlo ci vuole solo fatica). NON HA ALTRO che essere SEMPRE sottomesso alla Padrona. al suo servizio, al servizio del Suo Piacere. (O necessità, o noia. O diletto).
"la domenica..." è un concetto che non esiste per lo schiavo, ma solo per la Padrona.
Per lui i giorni potrebbero chiamarsi tutti allo stesso modo. "giornata... da schiavo."

era una specificazione che mi è venuta ieri, e che mi premeva. anche se non credo ve ne fosse la necessità.



Grazie della domenica passata.





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Lavori domestici






Storia...
appunti 
-ieri mattina-.


(prima delle otto, è naturale.
Cioè quando mi hai ripreso,
perchè non lavoravo.)



E’ necessario.. indispensabile farmi diventare più veloce ed efficiente nelle faccende domestiche.







E’ proprio necessario. Indispensabile, perché vi sia un minimo di decenza  e risultato.

Altrimenti la casa non sarà mai a posto, ma assomiglierà sempre per certi aspetti ad un accampamento di predoni, oppure sarà un magazzino.

E perché questo non si rimanga per eoni, o perennemente, servono invece perennemente maniere forti. Non enunciazioni, aspettative, o buoni consigli. Argomentazioni.

La ragione (le ragioni) stanno nella pigrizia, nella mia disabitudine (peggio: mancanza assoluta di intenzione, e di esperienza precedente, SOLO a tener pulita una casa, non a fare altro. E c’è altro da fare, sicuramente. MOLTO altro, per il Tuo piacere.). Ed anche nella mia inadeguatezza, che abbisogna di andare adeguata.

Inadeguatezza perché sono lento, mi manca la destrezza specifica, e purtroppo anche una precedente esperienza , (magari antica) sull’essere efficiente in questo campo. Handicap che vanno, per forza… necessariamente, obbligatoriamente, compensati.

E penso che necessariamente sia un carico ed un compito Tuo,  perché se aspetti che lo diventi da me ci vogliono  vent’anni, perlomeno.

Ed invece devo diventare efficiente.
E’ una considerazione oggettiva e necessaria.





Fammi diventare come l’Eugenia. Per te, per casa TUA.

Con la “frusta”, (e questo va sottolineato) perché di mio sono inadatto –…inadeguato- non adeguato.

E non c’è niente da fare: è così. E’ inutile pensare che sia diverso, o che possa essere altro.

Per avere la casa pulita devi addestrarmi, necessariamente, con forza e con la frusta.
“Assumerti” il peso di questo lavoro, se vuoi il risultato.

Questo parte di una necessità… dei tuoi.. “doveri”. PER TE: dei tuoi doveri… “per te”.

E per me, come Tuo schiavo.

(E sarà meglio la fatica di muovere…  la frusta su chi lava i piatti, che il contrario.)



E, stamane stimo che sarà per sempre, questa Tua cura (in entrambi i sensi), e “fatica”,  perche credo quando venisse troppo trascurata, o dimenticata, senza accorgermi riscivolo nella lentezza.
Perché quella è una mia deriva strutturale. E’ parte della mia struttura. E quindi va corretta, registrata, con un polso che gli dia il ritmo. E non a parole. Grazie dell’attenzione.














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