domenica 24 febbraio 2013

Lavori domestici






Storia...
appunti 
-ieri mattina-.


(prima delle otto, è naturale.
Cioè quando mi hai ripreso,
perchè non lavoravo.)



E’ necessario.. indispensabile farmi diventare più veloce ed efficiente nelle faccende domestiche.







E’ proprio necessario. Indispensabile, perché vi sia un minimo di decenza  e risultato.

Altrimenti la casa non sarà mai a posto, ma assomiglierà sempre per certi aspetti ad un accampamento di predoni, oppure sarà un magazzino.

E perché questo non si rimanga per eoni, o perennemente, servono invece perennemente maniere forti. Non enunciazioni, aspettative, o buoni consigli. Argomentazioni.

La ragione (le ragioni) stanno nella pigrizia, nella mia disabitudine (peggio: mancanza assoluta di intenzione, e di esperienza precedente, SOLO a tener pulita una casa, non a fare altro. E c’è altro da fare, sicuramente. MOLTO altro, per il Tuo piacere.). Ed anche nella mia inadeguatezza, che abbisogna di andare adeguata.

Inadeguatezza perché sono lento, mi manca la destrezza specifica, e purtroppo anche una precedente esperienza , (magari antica) sull’essere efficiente in questo campo. Handicap che vanno, per forza… necessariamente, obbligatoriamente, compensati.

E penso che necessariamente sia un carico ed un compito Tuo,  perché se aspetti che lo diventi da me ci vogliono  vent’anni, perlomeno.

Ed invece devo diventare efficiente.
E’ una considerazione oggettiva e necessaria.





Fammi diventare come l’Eugenia. Per te, per casa TUA.

Con la “frusta”, (e questo va sottolineato) perché di mio sono inadatto –…inadeguato- non adeguato.

E non c’è niente da fare: è così. E’ inutile pensare che sia diverso, o che possa essere altro.

Per avere la casa pulita devi addestrarmi, necessariamente, con forza e con la frusta.
“Assumerti” il peso di questo lavoro, se vuoi il risultato.

Questo parte di una necessità… dei tuoi.. “doveri”. PER TE: dei tuoi doveri… “per te”.

E per me, come Tuo schiavo.

(E sarà meglio la fatica di muovere…  la frusta su chi lava i piatti, che il contrario.)



E, stamane stimo che sarà per sempre, questa Tua cura (in entrambi i sensi), e “fatica”,  perche credo quando venisse troppo trascurata, o dimenticata, senza accorgermi riscivolo nella lentezza.
Perché quella è una mia deriva strutturale. E’ parte della mia struttura. E quindi va corretta, registrata, con un polso che gli dia il ritmo. E non a parole. Grazie dell’attenzione.














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