Lo schiavo non aveva dubbi di dovere alla Padrona un regalo (la Padrona merita SEMPRE regali, ma lo schiavo qualche volta deve proprio farglieli.).
La ragione di questo dono "dovuto"... era per essere uscita ieri sera.
Lo schiavo sentiva proprio di "doverle" un omaggio, di esprimere la sua "gioia" (cioè la sua commossa, sincera e reale sottomissione", alla Padrona. E ai Piaceri della Padrona.
Di cui si era dichiarata felice, la sera prima.). Forse neppure gioia (che è difficile, e forse stona. Sguaiata): devozione.
E pertanto e per questo, per esprimere questo e... unire la sua lode, meditava nell'animo di manifestare un regalo. Una piccola cosa. Ma che rendesse tangibile il suo essere sottomesso, il suo appartenere... ai desideri della Padrona.
Il regalo, piccolo e sciocco (piccolo e sciocco come lo schiavo), è arrivato. (lui avrebbe voluto qualcosa di più personale.. di più eccitante e festoso... ma il segnale sembra essere chiaro: Qualcosa di dimesso... come può essere il desiderio dello schiavo di un dono, per questa occasione. Quasi impercettibile, come la sua considerazione).
E d'altra parte, nella sua piccolezza e modestia, l'aveva scelto la Padrona. Che, quindi (per vederla in un altro modo), si è fatta il regalo da sola, per ieri sera. (oltre a farselo direttamente: vale da sola. basta da sola. Lo schiavo se ne rende conto, e si genuflette, alla Sua persona..
ringraziandola anche qui e ancora. Per la Sua... bellezza.
a Sua... disposizione.
In ginocchio e a capo chino ai Suoi piedi.
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Che gioia!!
RispondiEliminaSi! Lo volevo proprio! Portamelo in stazione, così ne leggo un po' in treno!
Mia.