domenica 24 febbraio 2013

Appunti. storia









-una settimana fa-.


(domenica scorsa)











"E immagino la tua gioia, la tua gratitudine.... alla ricompensa che ho in mente per tutto il tuo lavoro di oggi e che so continuare, senza pause.

Una ricompensa che potrebbe non esserci, potrebbe essere una domenica intera passata solo a lavorare per me, riempita solo di azioni e gesti che io ho voluto... e senza una "fine", senza una "conclusione", un punto di arrivo.
Arriva la Padrona e... la giornata "cambia"? No: potrebbe non cambiare. Il mio arrivo potrebbe (POTREBBE) non significare nessun cambiamento.
Come se tu e il tuo lavorare non esisteste.

Invece, oltre alla bellezza di poter passare un po' di tempo vicino a me, riceverai anche il grande onore di di essere educato di nuovo.

Di nuovo...

.. e a lungo.


 M. "




" - LO RICONOSCO, come perfetto, possibile, NORMALE. NORMALISSIMO potrebbe essere.
Lo schiavo si toglie dalla testa che...se lavora tutto il giorno, vi sia uno scambio, un compenso. SOLO e SOLO ... A PIACERE, discrezione, uzzo o voglia della Padrona.
Lo schiavo non ha merito, alcuno. Nè è "poverino": è schiavo, e punto.
Mi è...ben chiaro. "





 L' "appunto" su questo tratto di conversazione (o su questo aspetto) e che (mi) era rimasto sospeso, è relativo al concetto di "domenica", o di tempo "libero".
Ecco, il problema è che io sono contento di lavorare per la Padrona di domenica, nel mio tempo "libero".
Non sono contento di lavorare, o di non avere tempo libero: sono contento di lavorare PER LA PADRONA (di appartenerLe, di esserLE LEGATO, di esserLe presente, di servirLA), cioè mi pare normale giusto e doveroso, e non mi prefiguro possa esserci altro.
NON amo fare i lavori chesono costretto a fare; nè amo il non aver tempo libero. Amo che questo accada PERCHE' appartengo alla Padrona, e questa ne è giusta ed inderogabile, inesorabile conseguenza.

Da questo punto di vista, credo condiviso (a far le cose serie... e non per gioco) credo non vi sia scampo, nè scelta: lo schiavo NON HA... tempo libero ("libero..") semplicemente. Gli piaccia, o non piaccia, sia pesante o leggero, triste... o di buon umore.
Lo schiavo non ha tempo libero, come non ce l'avevano i contadini, o la maggior parte delle persone.
Il tempo libero è un'invenzione della società borghese, degli ultimi decenni.
E prima era dell'aristocrazia. Della nobiltà solo.

E non è l'unico modo di considerare il tempo che esiste al mondo. Probabilmente non è neanche maggioritario, in termini numerici.
Quindi non rompiamoci i coglioni, con scandali e diritti. Lo schiavo NON HA TEMPO LIBERO, (come la maggior parte della gente al mondo fra l'altro). Il suo tempo è della Padrona.
Che lavori di domenica è normale. Anzi è doveroso e normale. Che non cada negli stravizi. Ozio e stravizi. (che poi per raddrizzarlo ci vuole solo fatica). NON HA ALTRO che essere SEMPRE sottomesso alla Padrona. al suo servizio, al servizio del Suo Piacere. (O necessità, o noia. O diletto).
"la domenica..." è un concetto che non esiste per lo schiavo, ma solo per la Padrona.
Per lui i giorni potrebbero chiamarsi tutti allo stesso modo. "giornata... da schiavo."

era una specificazione che mi è venuta ieri, e che mi premeva. anche se non credo ve ne fosse la necessità.



Grazie della domenica passata.





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2 commenti:

  1. Ho visto ora questi commenti.. mettimi un link su facebook (privato) così so quando andare a leggere.

    In merito a questo sì. Anche questa è responsabilità mia, per la mia gioia nell'avere un ambiente pulito e gradevole.

    Domani, infatti starò con te a lavare i piatti e vedrò come farti imparare ad andare più veloce,coniugando sia la frusta che la tua volontà di non sprecare acqua per il risciacquo. Se possibile.
    Senza questo metodo lavare i piatti è ben più veloce.
    O a me sicuramente più veloce.

    Debbo capire se la maggior lentezza sia causata dalla tua lentezza o dal metodo (di per sè encomiabile) che usi.

    Ad esempio, ed è uno fra gli esempi.

    Saprò farti notare, quando pulisci il bagno, che anche il pavimento, e le macchie a terra sono parte della pulizia... quelle che sono rimaste sotto il lavabo gridano il tuo nome.

    Bene la rapidità con cui hai imparato a rifarmi il letto.
    Ma appena provato questo piacere, mi accorgo che non basta....non basta mai ...

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    1. non credo sia un problema tecnico... Signora.
      non mi figuro ci sia una tecnica segreta, ed eccellente, che cambia la sostanza.
      Con i "piatti" perlomeno.
      E' un problema generale di dispersività, di "pigrizia" o fuga dai doveri, che sgaiattola ovunque.
      Credo -ma questa è mia opinione-, che il tutto debba trovare solo rigida collocazione... in termini disciplinari.
      Fatto -non fatto.
      Fatto bene non fatto bene.
      fatto tutto, o no.
      E ragolare questo, senza tante istruzioni.
      Che poi diventano scuse d'incompetenza.
      Se c'è un'incompetenza, che si esprima per domande specifiche.
      Se non sono state fatte domande... vuol dire che non c'è problema rilevante, o comunque non è stato rilevato.
      Quindi, ci si può aspettare che il lavoro sia svolto come si deve.
      Se la SIGNORA lo stima, può giudicarlo eseguito in modo troppo lento, o poco curato, o con altri errori/orrori che ne inficiano la qualità. DOVUTA. E...
      la quantità.
      DOVUTA anche questa.
      Ed intervenire senza troppi scrupoli, ma con Esigenza.
      Essendo cioè esigente e, secondo i propri canoni e giudizi, regolando spesso e continuamente, frequantemente, il TUTTO. A seconda che ce ne sia il bisogno.
      Il Piacere, la considerazione e la collocazione nel quadro generale.
      Che sarà spesso.. a ragion veduta, insoddisfacente.
      senza perdersi in mille rivoli, ma restando nel SUO centro.
      Chi deve assolvere al lavoro, ai lavori... troverà poi modo di guaire a sufficenza, se proprio è caduto un meteorite nel lavello.

      Grazie, degli esempi e dei proponimenti.
      Per il bagno... E' VERO. (come per molto, o tutto del resto). E' questo il problema.
      La situazione... è proprio questa.
      ieri mattina chiedevo di VENIR CAMBIATO, e reso adeguato.
      Perchè era quello che avrei voluto. Desiderato, sperato.
      Essere adeguato, alle giuste (ed anche quelle ingiuste) aspettaive della Padrona.
      grazie di tutto. dell'attenzione, della risposta e dell'intenzione

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