domenica 31 marzo 2013

Cleopatra






( ...e cesare )













Cleopatra e Cesare
-Jean Leon Gerome, 1866-





















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sabato 30 marzo 2013

Pranzo



























Stavo per mettermi a mangiare.  Con le quantità imposte dalla Padrona,
con i suoi ordini di stamattina.
Ed avevo fatto due foto, per postarGliele.

















Ma è squillato il telefono e sono cambiate le istruzioni.
Tremavo. Non so perché ma tremavo, a sentire LA PADRONA.
Mi suonavano non tanto i dettagli o le specifiche, MA... il modo, lo spazio, il Potere.
L’entrare in merito, con AUTORITA’ tirannica, della Dominazione di Qualsiasi COSA.
Non (solo) la quantità di pasta (cinquanta grammi) ma persino... il tipo cioè il colore.. DEL PIATTO!
Il tipo di condimento, (per i soliti 50 gr di pasta.! Oggi poi porzione della domenica, di Pasqua; di solito sono 40 grammi), come e in che posizione mangiarla, anche forse se dovevo mettermi a destra o invece a sinistra, e in quanto tempo e cosa potevo fare, se potevo bere. (questo non è esatto, ma è grandemente descrittivo, per dare l’impressione di quello che provavo, con Lei al telefono che mi dava ordini, che li dettagliava con precisione.
Cosa voleva che io facessi, di modo che non potessi uscire dalla maglia stretta con cui mi tratteggiava il mio pranzo. Mi sentivo come se mi stesse mettendo... facendo una gabbia addosso, da cui non potevo uscire. Mi sentivo  legato, in mille punti del mio corpo. Inchiodato.
E tremavo perché immaginavo, presentivo… (non io ma il mio corpo), ordini in futuro ben più seri e più duri, ordini... non sopportati e “VERI”, così esatti, puntuali e dettagliati da… non lasciarmi scampo, ordini chiari che mi Ordinavano (anzi, mi Imponevano) quello che non avrei voluto fare, o dovuto sopportare, ed ordini (questo mi risuonava) così precisi e imperiosi, senza mediazione e tolleranza alcuna, che mi avrebbero inchiodato, come questo, ai Suoi voleri. Ordini sgradevolissimi, e sgraditissimi, a cui dovevo obbedire,
subire.
non tanto per il colore della pasta, ma per la Padrona, che non mi lasciava scampo, neanche sulla... pasta.

E tremando ho fatto quello che mi ha ordinato, cambiando il mio pasto. Ubbidendo,
subendo. A quattro zampe buttando le poche cose tutte insieme, nella terrina. A terra. Mescolate assieme.
“Quella brutta, quella.. tutta scheggiata.”
Anche le scheggiature della terrina, mi PRECISA La SIGNORA. E mi assegna volutamente la peggiore, fra tutte quelle sbrecciate, scheggiate.
Ho mangiato sul pavimento della cucina, dandogliene segnale.
Ho ancora e di nuovo già fame. Ieri sera non ho cenato.









Quello bianco non è un preziosismo. E' la muffa del formaggio. Un pezzo piccolissimo, forse dieci grammi, trovato in fondo al frigo, stamattina, pulendolo.
A quel punto mi sembrava anacronistico toglierla, veramente non aveva senso.
La muffa, come si sa, è buonissima sul formaggio. Parliamo di quella bianca. se fosse stata quella verde, probabilmente non l'avrei tolta lo stesso. Tanto erano quattro grammi di formaggio...
Era più la fatica del risultato.
Ho mangiato, tremando alla Padrona, che aveva avuto l'attenzione di telefonare (addirittura telefonare..) al Suo schiavo.
UbbidendoLe. Imparando e praticando a fare ciò che LEI Vuole. Per abituarmi...asservirmi a quando ci saranno ordini più duri, ordini a cui DEVO ubbidire.
In realtà perchè Le faceva piacere ora.
La Dominazione, ... dominarmi. Come ogni giorno, come sempre. più che il colore del piatto. Essermi, essere Dominatrice. Sul "parco" schiavi.
Per servirsene, essere servita; per il SUO PIACERE. dI ORDINARE di mangiare a terra, al SUO schiavo. Per addestrarlo, ad essere totalmente tale.















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oppure...






sugli "oppure"... in relazione ai modi consueti di fare o pensare (pensar..Si) alla colazione...

(i modi diversi.. di pensare ai gesti (e ai momenti) quotidiani, al loro "valore" possibile in una realtà di Bdsm, o di vita dissoluta e di piacere, dispiegata







 


Allo schiavo viene alla luce (o davanti, lavando i piatti), che le considerazioni (gli studi, le esperienze, i… piaceri ) di stamattina potrebbero essere visti per esempio come estesi al pranzo.
Guardati.
Ad esempio. Lo schiavo non mangia con la Padrona. La serve, lo prepara, cucina, prepara la tavola, porta in tavola le pietanze e versa sempre da bere, quando serve.
SERVE il pranzo alla Padrona, non -solo- come cameriere, ma come schiavo.
E’ a disposizione, a servizio, ma non con divide il cibo. Fa lo schiavo, ed onora il pranzo della Padrona.
In modi diversi, come decide Lei.
per conversare, seduto su uno sgabello più basso. Che ora non c’è. SE… l’essere in piedi mette fastidio o imbarazzo. Il davanti non c’è (c’è il muro), dietro non lo si vede.
Al posto dov’è ora, o nell’angolo a fianco della Padrona (è un esempio. Non sto a cercarne altri. Uno qualsiasi.). O in ginocchio, o a quattro zampe. O sotto il tavolo a baciarle i piedi. O quale che sia.
La Padrona ascolta il cibo e lui ascolta La Padrona.

la Padrona si serve (o si fa servire) quanto vuole, delle pietanze preparate.
Alla fine… decide quanto mangerà lo schiavo, e cosa.
Che mangerà DOPO.. che Lei se ne è andata.
Potrebeb dire allo schiavo di portare la terrina, il piatto (la ciotola, quello che vuole o ha stabilito che sia) degli avanzi.
vede cosa c’è della volta precedente (se c’è), e decide cosa metterci sopra, o dentro.
Il resto sarà usato in un pasto successivo da Lei, o dallo schiavo. (se c’è resto).
Se la pietanza può essere ripresentata in un altro momento.
Lo  schiavo riporta la ciotola (o quel che è) in cucina con i piatti sporchi, libera la tavola se glielo dice la Padrona, La serve o è a Sua disposizione fino al momento in cui esce, e poi (al tavolo o in cucina… o a terra –o in piedi-) mangia quello che La PADRONA gli ha destinato.
Mangiando da solo e in questo modo, non credo ci metta più di cinque minuti.
Cioè… (perché anche questo ha una certa importanza) “perde” tre, cinque minuti in più, inoltre, che se avesse pranzato per suo conto (cioè per conto suo), pur seduto al tavolo con la PADRONA.
COSì TUTTA la sua attenzione E’ PER LEI, PER IL Suo mangiare gustare il cibo.
Servendola, in modi diversi che riempirsi la bocca DAVANTi a LEI.
Ma come mangia uno schiavo, in maniera molto più umile e modesta.


Ecco… lavando i piatti. Immagini di possibili alternative. Al modo ordinario di mangiare. Ce ne saranno migliaia.
E’ che quello comune viene dato per scontato. Per… “normale”. Sembra che non ci siano altri mondi, luoghi, dove andare. Dove permanere. Da visitare.
Altre finestre da cui guardare fuori. L’immenso buco nero, misterioso, dell’Esistere; del vivere LE COSE.
Che sono tutte misteri, perché producono vita, pensieri… energie.
E questo è(può essere) sperimentare [praticare], … alchimia.








venerdì 29 marzo 2013

Forse 22 marzo








Ieri sera, ho riconosciuto a Mia due diverse caratteristiche che ha e che indiscutibilmente Le appartengono. (La terza è talmente scontata da non essere -stata- nominata.)
Tanto che ho dovuto farlo ( il dirlo) spontaneamente, proprio per l'evidenza che da sola si manifestava, veniva alla luce.
Necessariamente; perchè non potevo evitarlo. Anche se in maniera spontanea, cioè non rispondendo a Sue domande ma perchè nel luogo, e nel discorso, queste cose necessitavano di essere dette.
E non sottointese. o date per scontate.
Ma dette. Esplicitamente dichiarate.

















Cioè di essere riconosciute.
A me, e da parte mia.
A Lei, e "pubblicamente" (per quanto ieri non ci fosse nessuno. Ma non potrei che riconoscerle, ammetterle... anche in pubblico, se lì mi venisse chiesto).

E sono due caratteristiche diverse, e distinte, che in Lei si uniscono, e sono entrambe (ognuna per suo conto) presenti.

Il fatto è degno di stupore, perchè non sono la stessa cosa, e perchè queste non sono necessarimente legate fra loro: anzi, si prentano di frequente in maniera autonoma e separate.


La prima caratteristica (di Mia, che io riconosco, LE riconosco palesemente)..
è la capacità, il diritto (la Sua legittimità) di farmi schiavo. Cioè di mettermi... e tenermi in schiavitù.

Per indiscutibili meriti e caratteristiche che Le appartengono, naturali (connaturate) e... coltivate, di stampo sadomaso.
Cioè la capacità e la caratteristica di essere Padrona. Di godere... sessualmente... di piaceri e di condizioni sadiche di potere; di possesso, di dolore e di sopraffazione che semplicemente La eccitano, la nutrono, e che Lei esprime e ricerca con piacere.
Che sa applicare in maniera continuativa e costante, stabile, ripetuta, in un continuum ininterrotto appunto di piacere, senza ripensamenti o interruzioni, incertezze, ma riconoscendolo (e praticandolo) come luogo in cui Lei gode, che desidera e di cui si compiace.

E quindi di conseguenza la Sua legittimità nel farmi schiavo.. in quanto Padrona naturale, sadica ed indiscutibile, per il piacere e il potere che ne ricava. Perchè è il Suo, è nella Sua natura.
Non è infatti un arbitrio (per quanto lo sia), ma è la pienezza e l'espressione del Suo Essere, come si dice.
Luogo del Suo PIACERE.
E può far piacere o meno... ma non può che essere (ed esserLe) riconosciuto. Mia è Padrona... come il sole sorge al mattino.
E' Padrona SADICA, come solo la purezza del Suo piacere può testimoniare, può.. "certificare".
E' padrona Sadica perchè lo può e lo vuole, perchè LE PIACE, e perchè NE E' CAPACE.
Cioè crea le condizioni, e le esprime e le mantiene, e le fa germogliare e fruttificare, per possedere una persona in schiavitù e godere della sua schiavitù.
Per educarla... alla schiavitù (alla schiavitù sessuale...) e per averla, cioè per avermi, come schiavo.

Cosa che non posso che riconoscere.. costantemente... e ogni giorno.
Ogni giorno di più oserei dire, in maniera più strutturata ed articolata, intrecciata. Fino a che per Suo merito e bravura... non diventa la forma... naturale, cosa che magari o anche indubbiamente era forse presente, ma solo in potenza...
Con Lei invece diventa in atto, cioè tangibile e reale (diciamo esclusiva) di una relazione e dimensione reale: schiavo.. e PADRONA,.
Senza tante circonvoluzioni, o ragionamenti.
Schiavo e Padrona in termini sadici e sessuali, e attraverso questi, e secondo (a partire) da questi, esteso a tutta la vita reale e materiale, su cui stende il proprio velo (o il proprio manto), in maniera caratterizzante. Cioè la vita plasmata, e informata, da una dimensione sado-maso... SESSUALE:
cioè la vita... sessualizzata..., o organizzata (vissuta) a partire da una connotazione Bdsm sessuale, che la erotizza e la spinge, la e si manifesta.
Il Piacere (sessuale) della Padrona, come Padrone (della vita) dello schiavo, a questo assoggettato.
Aggiogato, in schiavitù.
Per servirlo, e servire la Sua Padrona, con umiltà, con sofferenza, e con dolore, in quanto li riconosce
(il Suo Piacere e la Padrona), come titani (e tiranni...) come Padroni della propria vita.
A cui è (io sono) schiavo.
Li riconosco e... li desidero. E questo è merito esclusivo della Padrona.
Cioè, se è nella mia natura essere schiavo... Lei lo sa valorizzare ed esprimere, far tirar fuori, per realizzarlo e ottimizzarlo, per metterlo a fuoco e metterlo in azione, renderlo produttivo. PER Lei, PER IL SUO PIACERE.






E questo è il primo merito (o caratteristica) che Le riconosco.
Con i diritti che ne derivano.
E a cui non posso obiettare, nè farci niente.


La seconda caratteristica (che solo apparentemente è ovvia o altro aspetto della prima) è di essere DOMINANTE, cioè di imporsi per propria forza personale sui sottomessi. Per intenzione e determinazione; di modificarne i modi e le intenzioni (o le risposte, ecc).

Le due cose solo ad uno sguardo superficiale sono simili, o apparentate.
Farò degli esempi al contrario, senza perdermi in lunghe e sofistiche spiegazioni.
Gli switch, possono di sicuro essere Padroni, ma ho dei dubbi che possano essere reciprocamente dominanti (se non per accordo reciproco stabilito prima. Ma se la cosa è concordata, la dominazione è solo un ruolo reciprocamente stabilito, un "accordo"... e non una dominazione vera e propria, o reale. Cioè un po' un gioco).
Oppure, in certe sessioni/situazioni puramente sadomaso, dove non vi è (nè è necessaria) dominazione vera e propria, per accordo reciproco e consenso.

Algofilia attiva ( detta anche "sadismo") e algofilia passiva (o algolagnia, chiamata genericamente "masochismo). Pieni comportamenti e pratiche sadici/che (e il termine corrente per il top è master, mistress... Padrone), senza che vi sia nessuna sostanziale dominazione.
Ma zero, con sadismo completo.

Ecco, Mia è anche completamente Dominante... nel suo senso pieno del termine: Dominatrice... Domina.  Ama (ed è capace) sottomettere, possedere, prendere al proprio servizio, modificare gli schiavi per renderli aderenti a come li vuole, addestrarli (al suo Piacere, ed alle Sue Esigenze), usarli completamente, farli ed averli schiavi.
Cosa che a un "Padrone" puramente S/M interessa fino ad un certo punto, o poco.
Modalità che si rappresenta (o realizza) perfettamente o al meglio in un 24/7, dimensione che a molti Padroni o praticanti BDSM non interessa PER NULLA, perchè... per mille perchè (che ne so, forse troppo impegnativa... e coinvolgente. Forse perchè crea spazio e dimensione per una Dominazione VERA, spietata, reale. In cui non si gioca ma si vive la propria vita).

Ecco, Mia è anche Dominante.
cioè è Padrona... Sadica, Donna libera e sessualmente incisiva ed intensa, e Dominante nelle relazioni di potere (di ambito bdsm): ESTREMAMENTE... Dominante. Radicalmente dominante. Sugli schiavi che ha, e che vuole avere. Di cui gode.

Da cui si fa servire, e su cui applica caratteristiche sadiche... con vero e profondo PIACERE.
Con eccitazione e desideri (e ragioni) di orgasmi.

In questo è Donna pienamente sessuata, dai desideri pieni e dissoluti, lussuriosi.
E moralismi e divieti nessuno.

Scusate se vi sembra poco (come diceva Totò), e se.. ho sentito il bisogno di dirlo.
Di riconoscerlo, di dichiararlo, come caratteristica della realtà e della situazione in cui sono immerso

Se è LA REALTA', della Padrona a cui appartengo.






 






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Films






















Ieri sera, sono stato felicemente generosamente frustato. 
“Felicemente” E “generosamente” perché quando vengo generosamente frustato questo lo sento utile alla mia educazione; quando le frustate sono più… del previsto, e quando il Piacere (di Madame naturalmente...) oltrepassa la punizione, ed alcune di queste (alcuni “torna giù”) mi appaiono come gratuite e infondate, bene… allora aumenta la mia percezione di Madame più che come “Giusta Giustiziera…” come Padrona, come “ingiusta e soddisfatta, o appagata” e come tale aumenta il mio timore, e la mia attenzione.
E la mia necessaria sottomissione.

Ed infatti poi ho passato la sera sotto i piedi di Madame, che mi usava per tale bisogna mentre guardava un film che mi sapeva essere orribile ed eterno.
A Lei non sapevo cosa fosse, nè lo so.

E questo potrebbe essere un’umiliazione (inoltre avevo freddo ed ero mezzo nudo, con il naso che mi colava dal raffreddore, e mi saranno accaduti duecentocinquanta sbadigli sinceri, ma di quelli che muovono ed inarcano tutto il corpo, con la piena indifferenza di Madame) ma a me pare si trattasse… fosse più una lezione di sottomissione, ai piaceri o alle intenzioni di Madame, in cui la mia opinione o condizione non contava NULLA. A fronte del piacere di avere qualcosa sotto i piedi, proprio per tutta la durata di un film noioso, e del piacere di avere uno schiavo sottomesso.
Ed infatti poi Madame, non paga, si è fatta accompagnare a letto, io ovviamente in ginocchio a terra sul pavimento ancora maggiormente freddo, con Madame che si è fatta baciare la punta delle dita ed ha voluto verificare la sincerità del mio ringraziamento (l’assenza penso di ogni traccia di avversione, di elementi di rammarico o rigidità, modesti e mediocri tentativi di “rappresaglia” o segni di disappunto. Non ce n’erano. Non ne avevo. Forse ero stato frustato a sufficienza, “con felice generosità”, o forse c’era un’alterigia.. una Padronanza che “felicemente” informava Madame, fin dalla mattina, e che aveva realizzato questa condizione.
Alla fine Madame mi ha regalato una chiosa, e si è trattato veramente di un regalo, farmi questo commento. (Alla serata, alle punizioni.). “Questa è tutta la tua vita.
Frustate… e ringraziamenti.”
Ed è stato bellissimo, e vero.
Bellissimo perché era il vero: rispondeva al vero, e perché detto da Lei.
In chiusura di una serata che era stata esattamente questo: punizioni… e schiavo di Madame.
La definizione corrispondeva e definiva la realtà.
Onorato e felice che potesse essere così.
di poter servire a Madame.
E consapevole che era esattamente così, essere schiavo di Madame. Punizioni ed umiliazioni, e dover ringraziare di queste. Per queste.
Ringraziare per poter essere schiavo di Madame.

Senza nessuna mollezza, senza nessuna comprensione o… addolcimento.
LEI che vuole così. MI vuole (mi esige..), così.
Non altro modo che esserLe schiavo, per poter “godere” DI  LEI
Per poter stare accanto a Lei. Al Suo PIACERE. Servirlo, servirLA.



-segue su ieri mattina- Altra sessione di frustate.