domenica 15 aprile 2012

Sera di "libertà"








Stasera la Padrona è fuori.
Ed io posso riposare, ha detto. Il che significa (ormai comincio ad intendere qualcosa, quando mi parla. O le coocrdinate, i punti di riferimento) che sono "libero"..
In parte. (in realtà sono schiavo, come sempre). Cioè sono libero, in relazione a ciò che dice LEI.
Con la caratterizzazione PRECISA che intendono le Sue parole. Non come è possibile leggerLe in maniera fiscale o artificiosa, o interessata. o Superficiale.
Ma sono "libero" SECONDO ciò che PER LEI VUOL DIRE QUESTO. E non come posso intenderla io. O interpretarla io.
 





Per fare un esempio risolutivo, sono certo di NON POTER USCIRE. La libertà, non è la libertà di uscire a prendersi una birretta.
Ed è giusto che sia così (ne convengo.).
La libertà è connessa col "riposare". E quindi non sono "libero"... di "lavorare". Per farmi veder bravo ad esempio, o fare il martire della fede.

Perchè la Padrona vuole che domani io sai riposato. O perchè vuole che io impieghi la sera in cui LEI ESCE per riposarmi. Perchè ottimizza questo, e ne approfitta per avermi riposato, domani.
Quindi "sono libero di riposarmi", e non altro. Altre libertà non sono state esplicitamente dichiarate, E QUINDI NON CI SONO. Qui -lo sto imparando...- vale , si applica, la regola contraria del "liberismo ", e cioè : nella schiavitù, per me... "è vietato TUTTO ciò che non è esplicitamente ammesso" (voluto, ordinato, dalla Padrona.). Con l'intelligenza di non infastidirLa con la stupidità, o di chiederLe qualunque cosa.
Me lo diceva stamane.
Con un'ottima lezione.
Nel corso della quale ho imparato, sostanzialmente  imparato, che io non ho diritto (e non posso mettermi in testa) di pulire i Suoi stivali di mia iniziativa. Se non me lo ordina Lei.
Mentre ad esempio posso di sicuro comperare il pane, respirare, farmi un bagno quando ne ho voglia (...? non so) o bisogno (questo di sicuro). E non posso, non ho diritto non posso avere l'arroganza di pulire i Suoi stivali sporchi (lavare la biancheria o riordinare i Suoi armadi) perchè questi lavori -che potrebbero sembrare umili- SONO UN PREMIO. Che io ora non merito.
E che non è  scontato.
Cioè (ed ha ragione), io non sono all'altezza di pulire "la suola" dei Suoi stivali, come schiavo.
Perchè non faccio (o non faccio bene, o come si deve) dei servizi CHE VENGONO PRIMA. Che sono più umili: lavare le piastrelle del bagno, i vetri, o che la casa splenda e sia pulita.
(La SUA casa.).
E solo quando questa sarà perfetta, SEMPRE, (la dispensa pulita e riordinata, il frigo pulito, gli specchi e i mobili spolverati, le tovaglie piegate, il pranzo pronto ed i piatti lavati)... potrò ambire a lavare la Sua biancheria a mano, tenere in ordine i Suoi cassetti, o lucidare i suoi stivali.
Prima, SOLO se è un SUO esplicito ordine. Non ho ancora diritto di toccare le Sue cose, di prendere iniziative nei Suoi riguardi. Se non farLe regali ad esempio.
E mi sono reso conto CHE HA RAGIONE; non solo: che ha completamente ragione.
Non sono (ancora..) schiavo al livello di poter servire La Sua Persona (se mai lo sarò..),
ma sono uno schiavo che deve ancora (e sicuramente prima) imparare a servire la SUA CASA,  ad assolvere ed adempiere i lavori e le incombenze domestiche (TUTTE)... PER ESSERE (ed essendo) LEI  PADRONA. Schiavo della sua casa (e.. Nella Sua casa..) per poter essere, poi... in più... come premio... come onore, schiavo DELLA SUA PERSONA.  SCHIAVO accettato (e voluto) per servire LEI personalmente..... quando sarò un vero schiavo. Quando potrò ambire, e sarò affidabile, per servire completamente la Padrona come merita, e vuole.
Prima, SOLO (e per tutto) ciò che LEI VUOLE (ed esige), solo per Suoi espliciti ordini, e comandi.
E per TUTTI questi, senza differenza di ambito. Dal pulire i pavimenti al pulire con lingua i Suoi piedi o la suola delle Sue scarpe. Se così (e solo se così) comanda.
Seguendo con scrupolo e con cura TOTALE, abnegazione e devozione TOTALE il SUO addestramento, i Suoi ordini, i Suoi VOLERI.


Per questa sera Le sono grato, poichè sono stanco. Ho lavorato tutto il giorno (salvo una pausa credo di mezz'ora, all'ora di pranzo.)
Eppure... non ho fatto la metà di quello che credevo, che volevo e che... dovevo.. (il che la dice piuttosto lunga, sulle mie -attuali..- capacità.). Mi rendo conto che devo cambiare totalmente: è davvero inderogabile che io cambi... in maniera radicale. Per... essere il minimo dello schiavo che serve, senza giustificazioni e senza scuse, senza se e senza ma, senza "però".
Devo imparare ed evidentemente devo cambiare "la mente", che in tutta evidenza è impostata in pessimo modo, per quanto riguarda la realtà di uno schiavo. E soprattutto e quel che è peggio... di una PADRONA ! ...
In questo spero (vivamente ) che la Padrona mi aiuti, con i Suoi.. "strumenti.".
Spero che metta tutta la Sua energia, la Sua applicazione (e concentrazione) nel non farsi "distrarre" dalle scuse, da giustificazioni o certificati medici farlocchi, da giochi di "compassione-comprensione" o da quelli delle tre carte. Ma diventi solo più esigente, ferma o intransigente, e comunque sostanzialmente indifferente ai teatrini delle marionette che mi intravvedo quasi mettere in campo (o mettere in campo tout court, chissà) per vendere le mie pigrizie o le mie inettitudini, i miei vizi di procrastinare, glissare, evitare, accomodare in maniera approssimata, imboscarmi o sfuggire.

Il mio vendere ogni compito come difficilissimo o oltremodo laborioso, farraginoso.
Perchè sono modalità (furbizie) che io tendo a riprodurre e che proporrei perfino al padreterno, in automatico e come modello -e sostanza- comportamentale.
E se ci si mette a discutere il centro del discorso, il cuore il fuoco del problema diventano i discorsi, le opinioni, gli argomenti. Le ragioni e le cause, fino a terminare i discorsi (e i probblemi, i fatti) abbandonandoli (o non chiudendoli) per sfinimento, lasciando le cose sfarinate come prima, in un nulla con mille ragioni, condivise o controverse.

Ora, ciò premesso (o ciò confessato), si sa sempre che questa è la mia opinione. E quindi vale quanto vale.
Ma non è di questo che intendevo parlare, anche se a questo si lega ed attiene, anzi si intreccia in modo molto fitto, ed  appartiene alla stessa trama.


La Padrona come sempre mi anticipa, anche stamane.
E mi anticipa entrando a modo Suo (o con i Suoi temi, le Sue risonanze i Suoi tagli e colori) negli stessi temi.


E' qualche giorno che ci sono considerazioni che mi girano per la mente. E' come se ci fosse stata un'illuminazione (o accesa semplicemente una luce), fosse caduto un velo.
Ed ho una visione (seppure parziale, particolare) che sento o mi appare più nitida di prima.
Come se ci fosse un'immagine più chiara, una messa a fuoco migliore.
Chiaro: per come la vedo io. O non come la vedo io: come si presenta a me.


-continua-




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