Ringrazio la PADRONA... per frustarmi stasera.
E non perchè ne abbia ragioni, come diceva qualche tempo fa, ma perchè non sta a me dirlo.
E, MENO CHE MAI, dirGlielo.
Ringrazio e spero che siano delle frustate prolungate e attente. Che siano misurate (sopra la mia misura,
...in modo da spostarla) e significative. Che le concluda ogni tanto, finita una sessione o... uno step, e poi le riprenda. Che la somma mi sposti.. e La sposti, che ne resti traccia e segnale, che superi e sottometta, la mia capacità di accettare.
Sapendo che comunque farà solo quello che vuole Lei, non ciò che io auspico o considero migliore.
Questa notte mi sono sognato, ovvero mi sono svegliato stamane, sognando.
-rimango ancora stupito dalla congruenza o dal rispetto dei miei sogni, per "questa" realtà da cui potrebbero prendere le distanze. AVERE, delle distanze. tanto nei sogni uno si sogna di un rubinetto che perde, se deve andare a pisciare. Della casa di nascita, al posto del conto in banca. Di una molletta da bucato, al posto di scopare.
E quindi mi stupisce, che i sogni piglino questa realtà per vera (o che questa si prenda la scena dei sogni..)
Ho sognato (stavo sognando, quando mi sono svegliato), di essere con La Padrona, o meglio che LEI Fosse con me.
Ero nella SUA CAMERA, e Lei mi aveva legato.
Ero steso sul Suo letto, legato mani e piedi alle quattro zampe di questo. Braccia e gambe aperte, quindi, e legato piuttosto stretto. O meglio Teso, mani e piedi verso i quattro angoli del letto.
E Lei con un'asticciola rigida (sembrava una bacchetta per tende), ovvero con l'ausilio di questa, mi torturava (lo scroto). Cioè lo stringeva, lo pinzava, con mollette (l'idea era alla fine... ance di quelle grucce per gonne: un'asta rigida in mezzo, e agli estremi dei morsetti o mollette.).
Mi stringeva, mi faceva male.
Ovviamente ne godeva.
mi torturava... in maniera accettabile, ma mi torturava.
Ed io non avrei voluto, naturalmente.
Giocoforza, non era quello che io volevo (e che anzi avversavo), ma quello che Voleva LEI. E questa era che una parte della lezione.
L'altra era Il SUO Piacere. E l'altra non so ancora cosa.
Io non potevo praticamente muovermi: mi toccava sopportare il dolore.
Che non apprezzavo per nulla ma... ero sottoposto (e sottomesso) alla Signora.
In questi casi vale più sottoposto, che sottomesso corre il rischio di andare a fa'n culo nel giro dio due minuti.
ed il dolore era intenso (mutuato forse dal laccio che avevo (e ho) attorno ai genitali, anche stanotte?).
E le torture (e il Suo sorriso) reiterate, continuate.
Si fermava e ricominciava. Si assentava per qualche minuto, rientrava e faceva altre cose, senza neanche parlare.
A me faceva male.
LEI ne godeva.
Faceva degli esperimenti; STAVA SPERIMENTANDO.
La qual cosa non è che le piacesse meno; anzi. PRENDEVA TUTTO il Suo INTERESSE: faceva i Suoi esperimenti, mi prendeva come cavia. per vedere come registrare, utilizzare, gestire il dolore, e il SUO PIACERE. PER il Suo PIACERE.
Io ero sudato e soffrivo (in silenzio tutte le volte che potevo, perchè ogni rumore produceva ancora dolore.
(Anche senza rumore se è per questo, ma con il rumore comunque). E Lei non demordeva.
Anzi: godeva.)
Era nuda attorno alla vita (memoria di ieri sera?) con LA VAGINA DEPILATA, un corsetto o qualcosa del genere sopra, scarpe coi tacchi e forse di vernice, sulle gambe nude.
Non parlavamo assieme; Lei agiva.
Testava, provava, sperimentava. (Sperimentava il Suo piacere, e la mia possibilità di sopportazione. aveva per me la stessa considerazione che per un circuito elettronico, o un telefonino. Anzi, forse sapendo che non lo ero, forse meno. Ero SUO schiavo, Suo oggetto di piacere.
Cioè... il mio dolore (e le mie reazioni, risposte a questo) erano l'oggetto del SUO investigare, essendo fonti del suo Piacere.
Stava imparando come accordare questo strumento, come GODERE.
In questo modo, stare nel PIACERE. Facendo soffrire. Giocando con il dolore, girandoci attorno.
Giostrandolo, proponendolo, Dominando lo schiavo ed il suo servizio. Il suo ruolo, lui e il suo mondo.
Con delle pinzette... a "coccodrillo". Ora il più delle volte queste sono insopportabilmente dolorose, proprio perchè sono fatte con i denti per non scivolare via, e mordere strettamente.
Praticamente sempre la molla è troppo stretta, perchè non sono pensati per stringere pelle umana ma contatti, o metalli.
Ma in questo caso se non erano "morbidi"... consentivano di essere messi in sito e davano il tempo di penare, di soffrire. Venendo spostati di tanto in tanto, o tesi, tirati. Tirati ai lati, all'indietro.
La Padrona giocava con pene e testicoli dello schiavo, che nulla poteva.
Se non subire il Suo Piacere.
Mi sono svegliato. Forse era il laccio che mi bruciava allo scroto.
Di certo non l'ho sentito: era più forte il dolore del sogno (ed il sogno..) del modesto (o tollerabile) male mattutino.
Per cui non l'ho rilevato: sono emerso dall'esperienza onirica come se fosse vera.
Ho guardato l'ora, e mi sono immerso di nuovo nel sogno, che a questo punto era dormiveglia.
C'ero e non c'ero nella lucidità, nell'intenzione. La Padrona era troppo intensa.
Ho catturato le ultime immagini prima del risveglio: sulla vagina della Signora luccicavano, traparivano gocce di piacere. Grosse, come piccole sfere di cristallo, (in cui veder il futuro..), come appena prima di cadere.
Pulsavano ... (o pulsava la vagina), o era una mia impressione. Non era una mia fantasia, una mia impressione... La Padrona -ancora nel sogno- era tremendamente eccitata.
Nel dormiveglia del mattino (o forse non ce l'ha più fatta Lei).. mi ha detto (mi ha guardato, e ha rinunciato -a continuare- con quel Piacere), era troppo forte la tensione:.
"Esco. Vado a prepararmi. Mi metto un paio di stivali". E' tornata con un impermeabile di plastica nero, nuda dall'inguine in giù. "Io devo uscire. Spero di trovare qualcuno; anzi: PREGA che io trovi qualcuno, e che non torni a casa fra poco. SE non trovassi NESSUNO al bar che mi piace, dovrei tornare. E TI FAREI PIANGERE di DOLORE per tutta la notte, per l'eccitazione che provo.
Ti farei piangere fino a che torna giorno, per non aver trovato nessuno.
Ti lascio legato.
Prega di passare la notte in questo stato (so dei crampi, e del dolore). Non mi interessa niente, non sto a metterti a tuo agio.
Sappi, quando non ne potrai più, che è meglio per te che io non arrivi.
E che io torni domani.
Siccome sono una Padrona BUONA... ti tolgo le mollette e ti lascio SOLO legato...
Ringraziami, che si fa tardi. Ed augurami buona SERATA. "
-Grazie... Padrona. -
"E' STATO UN PIACERE per ME. Anzi: E'.. UN piacere...
Buona notte. E spero che tu NON riposi.
MIO, ma che
PENSI ALLA TUA PADRONA. "
"E' STATO UN PIACERE per ME. Anzi: E'.. UN piacere...
Buona notte. E spero che tu NON riposi.
MIO, ma che
PENSI ALLA TUA PADRONA. "
E si è spenta la luce.
Ho ripreso a dormire. O forse non mi ero svegliato.
E' strano.
RispondiEliminaCome nei sogni (nel sogno), come altrove, non vi sia la sensazione di dolore. Ovvero questa vi sia, ma assolutamente subordinata.
Ma vi sia invece, più intensa (e/o assolutamente PREPONDERANTE ) quella DEL PIACERE, della Padrona.
Non è banale, ed è curioso.
Ora... nella realtà, quella del dolore sovrasta (o sormonta quasi subito), la percezione del piacere, o "la certezza" di questo, della Padrona.
Cioè il dolore (l'Io, di fronte al dolore, insorge, e diventa Tiranno.) scavalca la cognizione-consapevolezza di schiavitù, IL Piacere della PADRONA ad esempio. O La SUA VOLONTA'.
Credo (ritengo, mi scuso della presunzione) -a questo punto mi viene come considerazione- che lo schiavo vada educato al dolore. Abituato al dolore, "addestrato" al dolore.
Per il piacere ed il Dominio della Padrona). Che non vi sia altro modo.
E che tutto sommato sia un modo semplice, esatto. Efficace e remunerativo.
Che lo schiavo vada educato e addestrato al dolore.
Quando questo è norma, quotidiano, pratica continua a praticata, nulla insorge.. ad offuscare a velare (nella percezione) il Piacere della Padrona. e il SUO DOMINIO: qui mi sembra una soluzione efficace.
E mi pare (non vedo fin qui, fin lì) ...gratificante per la Padrona.
Piacevole ed come pratica eccitante per La Padrona.
Per lo schiavo, meno.
(ma lo schiavo non si deve eccitare, nè provare piacere. Deve essere schiavo, e basta.
Ogni altra interpretazione è fuorviante, e reca confusione. Deve vivere e nutrirsi, assorbire..
E SERVIRE.. IL PIACERE DELLA PADRONA. E basta.
Quello è l'unico piacere.. legittimo nel suo mondo.
Gli altri fanno solo confusione, e non portano nessun costrutto.
Nessuna produttività, nessuna schiavitù.
Nessun piacere NE' per La Padrona, nè per lui, che ne è servo e ne gode.
Gode di LEI, ne è servo ed innamorato.
Schiavo, come tutti gli schiavi, di Lei e del Suo PIACERE.
Nei sogni, questo sovrasta il dolore.
nella realtà, bisogna arrivare a questo, realizzarlo con l'addestramento. Mi pare.
E questo lo può e lo deve solo la Padrona.
Lo schiavo, cambierebbe strada ad ogni incrocio, ed anche prima. Perderebbe strade e battelli, avrebbe mille impegni e mille giustificazioni; mille cose PIU' IMPORTANTI
se fosse per lui..