In virtù di una modesta razione di frustate,
ho avvuto un lampo di intelligienza. <cioè mi si è illuminato il cervello come alla luce di un faro,
in virtù e in conformità a una lettura (altrimenti poco toccante nel suo)
e cade a fagiolo sulla "reattanza", proposta dalla Mistress, nei suoi studi.
O in qualche modo si lega, si collega.
Rebellion
A group on FetLife had a question about rebellion...on how slaves rebel. I had a hard time thinking of any but not because I don't rebel because a lot of time my rebellion is on the inside where I tell him off and tell him how I am going to....do or not do such and such and then of course it never comes out of my mouth. That usually happens when I am overwhelmed. I don't act on the things I think about but I do get snappy at times and say things I still don't like but not really the thing I was thinking. I think when overwhelmed I struggle to be serving him on top of the thing I am overwhelmed so it feels like why do I have to do this for him when I have 10 other things I need to do. It is a melt down for me where I just feel like can I please get off the merry go round now and have a bit of down time.
I did think of something...an actual thing not just internal struggle - I have done this but can't think when the last time was that I did this....long ago...but I have to ask for permission for some things while Master is at home. Such as I only have to ask permission to use the bathroom when he is at home. So my rebellion has come in the form of sometimes I don't want to ask but know he is going out in 10 to 30 mins so I will hold it just so I can wait and go without having to ask. I used to do this quite a lot when I was first here with him. That first year or so...he worked outside the house and I would hold it in the morning knowing he was going to leave for work soon so I would just hold it until he left so I didn't have to ask. Very silly and childish but many could say a grown woman asking to use the rest room is the same. But it is control and he likes having control over me and my bodily functions. And most of the time I like it too. :)
Ora.. questa storia personale, della mia collega (slave), è servita a farmi notare una cosa. Cioè a farmi prendere consapevolezza di una cosa, complici le poche frustate (vere) della Mistress, citate.
Di ieri sera.
Che mi hanno reso più recettivo ed "intelligente". (Per oggi.)
E cioè che adotto gli stessi modi.
O in me, e rispolvero, antichi modi. Antiche forme caratteriali. "Ribelli", cioè di quando mi ribellavo.
Non a lei. Da adolescente.
A Lei, ora.
racconto la storia, l'episodio.
Che adesso considero e vedo. Prima lo vidi, ma non gli diedi importanza.
E a cui, senza le frustate, e l'occasione del post, non avrei badato.
venuto a galla sarebbe ed era riaffondato. Rimosso. accantonato.
Domenica scorsa dovevo (o era quasi previsto) andassi in visita dai miei, per la festa.
Ora... non è cosa per cui debba domandare permesso.. allo stato. (allo stato di cose presenti, non allo Stato.) ma e comunque avrei potuto chiedere permesso (chiedo permesso, a volte, di tante cose che non è proprio stabilito che debba farlo; ma come atto di riconoscimento della Sua Autorità: di... sottomissione.)
Ma piuttosto che "chiedere permesso" ho adottato una tecnica (grammaticale) che usavo quando ero giovanissimo, ed intendevo (volevo) fare qualcosa.
Ho detto (MI SONO SENTITO DIRE, e me ne sono accorto): (solo io, certo, Lei non lo sapeva. non lo riconosceva) "Io ANDREI.. dai miei domani.. (o posdomani, non è importante il momento)."
Ho ammesso un' "autorità" possibile o presente, ma non mi sono "abbassato" a chiedere permesso, a chiederle qualcosa. Quella cosa.
Cioè ho ammesso non determinabile da me, quello che intendevo, (usando il condizionale) SENZA completare ciò che lo condizionava ("se me ne dai il permesso"), o senza chiedere il permesso.
Pure la forma scelta dichiarava l'intenzione condizionata. Da cosa? se fosse avrei potuto dire "il maltempo" "la mia poca voglia", o qualsiasi cosa. "SE ME NE DAI IL PERMESSO". Ho prefererito restare nel non detto e nel vago, "Se sono ancora vivo..."
Non ho ammesso di dipendere da Lei per fare questa cosa, o ciò che intendevo. Anche se non era stabilito che il Suo consenso fosse necessario.
Anche se avrebbe potuto aumentare o applicare la Sua autorità dicendo: "no. Domani mi baci i piedi, o rimani in ginocchio (per non avermelo chiesto). Ti inventi una scusa (che sei in viaggio, a un seminario monastico o qualsiasi cosa) e ci vai la settimana prossima. tanto se fossi ad un seminario di preghiera loro non farebbero obiezioni."
Ma non sono stato palese in questo: ho messo la forma in maniera che Lei (e in altro tempo altri) non se ne sarebbero inequivocabilmente accorti.
In questo... ho voluto "ribellarmi" alla SUA AUTORITA' (che evidentemente riconoscevo, altrimenti il fatto non si sarebbe posto) e potere, -usando una circonvoluzione verbale-, evidentemente per il mio orgoglio.
Il post e le due frustate di ieri me l'hanno fatto notare, e venire in mente.
Le scuse sono doverose e tardive. Inutili, e tardive. Mi sono... "ribellato alla Padrona" (senza saperlo chiaramente). Di fatto mi sono ribellato alla padrona. Mi sono finto "libero" (come in realtà non mi sentivo.) E ho "tradito" una cosa che sentivo. Come vera, tanto da comportarmi in conseguenza di questo. Con vecchi modi.
Il fatto di essere schiavo, di Lei padrona. E LEI PADRONA,
Nessun commento:
Posta un commento