A quanto mi appare... Madame abbisogna sul serio di uno o qualche frustino.
(Non posso dire "a quanto vedo", in quanto spesso non vedo niente. A quanto "sento" forse è più corretto; ha una qualche parvenza di verosimiglianza.)
Come Bettie Page, al n. 293.
Fra quelli che ha (credo, non sono molto sicuro di quello che ha) quelli col manico rigido sono veramente duri (intesi come rigidi, non come pesanti) e le cosce posteriori di un puledro, o di un cavallo... hanno Molta ma molta più carne di un essere umano (e sicuramente una pelle molto più dura) per cui se applicati sulle costole o sui fianchi si avvicinano di più a colpi di bastone o verga di legno che a una frustata (a mio modestissimo parere). E questo è un feed-back, su quanto mi pare.
Ci vuole una maestria che mi sembra che vada coltivata, per ottenere e fare ciò che si vuole, con attrezzi simili. Più che maestria (che è parola poco precisa) forse sensibilità, o abilità che va solo perseguita.
Per quanto riguarda le fruste con il fiocco, o nastro apicale, credo che sia quello che deve colpire, nella frustata. La battuta del nerbo nella sua parte finale, garantiscono sì la certezza del risultato, ma danno sempre l'effetto della botta di bastone, in una sua certa parte. Mentre il fiocco è bruciante
(anche questo soprattutto sulle parti con meno muscoli e pelle meno dura. Ad esempio i fianchi sono diversi dai glutei, anche se entrambi non hanno ossa. La pelle dei fianchi è MOLTO meno spessa.)
Caratteristica significativa ad esempio sulle costole e il torace, Le spalle.
Quello che ho notato l'altra sera era come, nella parte alta del torace, ad esempio sia molto diverso il luogo fra la parte alta delle scapole e la spina dorsale (diciamo sotto le cervicali), che dove finisce l'osso c'è un muscolo (è il trapezio?) che copre le costole alte, la gabbia toracica, ed anche SOTTo le scapole verso l'ascella (in cui c'è un muscolo non uguale ma similmente consistente) e le scapole stesse, che hanno meno carne sotto la pelle. Per cui i colpi "giusti" non sono solo distinti per arti o tronco, ma anche con spostamenti di qualche centimetro o mezzo centimetro, in questo caso.
Come tutte le parti dell'umano.. che non sono larghe chilometri. Ma cinque o pochi centimetri, al massimo.
(ed anche questo è un mio feed-back, per quel poco che vale).
Ciò premesso, o condiviso, mi pare che il frustino classico sia quello più facile da maneggiare, e che dia più facilmente soddisfazioni, contribuendo a dare informazioni, sullo schiavo.
Che poi vengono facilmente riversate, su fruste diverse o più particolari; consentendo di usarle anche contemporaneamente, in maniera più raffinata. O efficace, o piacevole, o precisa.
Detto questo, e per quel poco (o nulla) che valgono le mie impressioni...
vorreio chiedere a Madame di poter comprar..LE (donarLE?) qualche possibile frustino (se se ne presentasse l'occasione). Per l'amor di dio anche fruste, se ne capitassero di gradevoli, ma frustino soprattutto per la sua comodità d'uso unita, credo, alla Sua eccitante soddisfazione.
(E l'addestramento alla frusta dello schiavo, ce va sans dire.).
Ora, parrà strano (e mi parve "sospetto", o inopportuno ) che uno schiavo provveda od acquisti frustini destinati alla sua Padrona (e quindi a lui alla fine), come se il torturato dovesse scegliere la tortura; che sarebbe senza dubbio per lui la meno impegnativa o dolorosa.
Eppure, come dice Donna F. , basta cambiare punto di vista (anche se lei lo dice con la facilità di una giaculatoria). E quindi pensare che lo schiavo prende un frustino NON.. "per sè", ma per donarlo alla PADRONA.
Cioè come dono, attenzione, tensione e ricerca, cura, del SUO PIACERE (o delle Sue necessità d'educazione. O d'addestramento, di punizione, ecc. Estetiche o tattili, sensoriali infine) e basta. E lo consegni (regali, doni: offra) e poi Lei ne faccia quel che vuole.
Con lui o con altrio schiavi, con cavalli o cani, o per battere le lenzuola. I cuscini i tappeti. O solo per il piacere di averli.
A questo (inteso cioè nella sua ultima parte..) questo schiavo chiede con umiltà autorizzazione.
E ringrazia per l'attenzione. LE attenzioni, "attenzioni", La Padrona.
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