domenica 29 aprile 2012

blog(s)




domenica, 21 febbraio 2010
 

 Sono lo schiavo di Mimosa, "Secondo"


leiLa confezione, contenente la CBT, l'aveva ritirata Lei stessa; mancava solo la mia presenza ed il rito si sarebbe consumato tra noi ... tre: Lei (Mimosa), solo_di_Lei (il Suo schiavo), ed io aspirante sottomesso a cui la Padrona avrebbe data la possibilità di essere adottato dopo un breve ma intenso scambio di sensazioni e soprattutto di reciproche convergenze di interesse. Il mio viaggio, in treno stavolta, mi aveva dato il tempo e la possibilità di valutare tutto quello che di lì a poco mi sarebbe accaduto. Mi aveva dettato le condizioni perchè io potessi diventare Suo sottomesso: appartenerLe.. rinunciando a qualsiasi mio diritto su di me: Lei avrebbe deciso ogni cosa per me, a cominciare dalla mia vita sessuale. La quale non sarebbe stata più gestita da me: la cintura di castità, cbtappunto, ne avrebbe sancito la pienezza! Tante paure ballavano nella mia mente; molte incertezze anche: avrei potuto adeguarmi, io che avevo avuto, negli ultimi 5 anni, un'attività sessuale piena ed intensa? 
Paure ed incertezze che di colpo svanivano, appena la mia mente andava a Lei. In fondo Lei mi aveva scelto e aveva realizzato che io potessi essere la persona giusta perchè potesse realizzare ciò che Le stava a cuore da molto tempo: uno schiavo, sottomesso, devoto, convinto che l'appartenenza fosse qualcosa di compiuto a prescindere dal possesso fisico. 
Per me sarebbe stato un cambiamento decisivo e voluto: delegare ogni mio potere di me stesso ad una persona (che ritenevo) superiore, carismatica, convinta di voler perseguire un obbiettivo, di aver individuato la persona adatta per raggiungerlo e coronare con successo una medesima aspirazione: dominare possedendo, appartenere e esere posseduto.
" In ginocchio, entrambi "
La Sua voce appena lieve senza toni minacciosi o imperiosi giunse mentre, nudi, eravamo al Suo cospetto. Lei nella Sua mise di Mistress, minigonna in lattice nera, corpetto rosso, scarpe con tacchi, frustino in mano.
"Dimmi con voce chiara cosa chiedi alla tua Padrona, alla quale ti sei offerto".
Così mi rivolse la parola. In ginocchio; testa china, occhi bassi, esitando solo un attimo pronunciai ciò che mi proveniva dalla testa più che dal cuore.
"Questo aspirante schiavo, Signora, Le offre la sua più convinta sottomissione, senza condizioni. Mi affido alle Sue cure, rinunciando a tutte le mie facoltà di autodeterminazione: le offro fedeltà, devozione e l'impegno di farLe onore, riconoscendo in Lei tutte le capacità di dominarmi e di possedermi. A Lei, Signora, la mia mente, il mio cuore ed il mio corpo: ne faccia Suo possesso" .
Tacqui, emozionato. Sentivo il Suo sguardo su di me imperioso ed importante, ed aspettavo una parola sola che sancisse la mia appartenenza a Lei. La sentii rivolgersi con calma ma con un'autorevolezza mai avvertita in una donna, prima, al Suo schiavo che mi era vicino, in ginocchio come me, nudo anche lui. "Accetti che la Tua amata Padrona abbia deciso di servirsi di un altro schiavo, senza nutrire alcun sentimento di gelosia nè riserva sull'esercizio della Sua dominazione su entrambi?"
Il mio compagno tacque per alcuni secondi che mi parvero lunghissimi, come per contemplare una possibilità di opporsi a quella che sicuramente gli sarebbe suonata come una divisione da Lei, sia pur parziale. 
Lei , lo incalzò:
"Allora? che fai, non sei d'accordo? Osi mettere in discussione la mia determinazione di possedere uno schiavo totale che mi dia quel che non posso avere da te?"
Immediatamente, come una liberazione, solo_di_Lei esalò:
"Si mia Padrona, accetto che Tu possa sottomettere e possedere lo schiavo che mi è vicino e Ti assicuro che mai mi riterrò meno importante per Te.
Lui sarà il mio compagno ed insieme faremo in modo, ognuno per la propria parte,
di onorare la Tua supremazia e di esserTi devoti".
chiaveImmediatamente Mimosa riprese la parola e ci invitò ad alzare la testa e rivolgerLe lo sguardo. 
Poi, con la calma e suadente voce , si rivolse a me, guardandomi intensamente:
" Da questo momento sarai mio schiavo, il mio secondo schiavo; il tuo nome sarà, quindi, Secondo; e a te sarà riservato un trattamento diverso; da te voglio solo il sacrificio della castità come principale imposizione. Mi servirai come esigo io ed in più rinuncerai ad ogni forma di sessualità. Essa appartiene alla mia determinazione: ciò perchè tu stesso me l'hai offerta in segno di totale cessione della tua facoltà di decidere di te. Da adesso, dipenderà da me ogni comportamento che riguarda la tua esistenza; avrai solo doveri e nessun diritto, tanto meno potrai fruire dela tua libertà sessuale. Adesso ti imporrò la cintura di castità come segno di rinuncia al sesso che sarà mia facoltà decidere come e quando potrai farne. Verrai da me ogni volta che lo riterrò opportuno , utile o semplicemente per mio piacere"
Così concluse mentre, con l'aiuto del mio compagno schiavo,dopo una macchinosa operazione di assemblaggio dell'attrezzo, alla fine, fece scattare il meccanismo di chiusura del lucchettino che sancì la mia definitiva castità.
In treno,di ritorno a casa, ebbi tutto il tempo e la serenità di convincermi che il mio sacrificio è donato alla persona giusta e che è quello che volontariamente, con piena consapevolezza, desideravo.
Sono lo schiavo di Mimosa! 
 
 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento