domenica, 21 febbraio 2010
Sono lo schiavo di Mimosa, "Secondo"
La
confezione, contenente la CBT, l'aveva ritirata Lei stessa; mancava solo
la mia presenza ed il rito si sarebbe consumato tra noi ... tre: Lei (Mimosa), solo_di_Lei (il Suo schiavo), ed io aspirante sottomesso a cui la
Padrona avrebbe data la possibilità di essere adottato dopo un breve ma
intenso scambio di sensazioni e soprattutto di reciproche convergenze di interesse. Il mio viaggio, in treno stavolta, mi aveva dato il tempo e
la possibilità di valutare tutto quello che di lì a poco mi sarebbe
accaduto. Mi aveva dettato le condizioni perchè io potessi diventare Suo
sottomesso: appartenerLe.. rinunciando a qualsiasi mio diritto su di me:
Lei avrebbe deciso ogni cosa per me, a cominciare dalla mia vita
sessuale. La quale non sarebbe stata più gestita da me: la cintura di
castità, appunto,
ne avrebbe sancito la pienezza! Tante paure ballavano nella mia mente;
molte incertezze anche: avrei potuto adeguarmi, io che avevo avuto,
negli ultimi 5 anni, un'attività sessuale piena ed intensa?
Paure ed
incertezze che di colpo svanivano, appena la mia mente andava a Lei. In
fondo Lei mi aveva scelto e aveva realizzato che io potessi essere la
persona giusta perchè potesse realizzare ciò che Le stava a cuore da
molto tempo: uno schiavo, sottomesso, devoto, convinto che
l'appartenenza fosse qualcosa di compiuto a prescindere dal possesso
fisico.
Per me sarebbe stato un cambiamento decisivo e voluto: delegare
ogni mio potere di me stesso ad una persona (che ritenevo) superiore,
carismatica, convinta di voler perseguire un obbiettivo, di aver
individuato la persona adatta per raggiungerlo e coronare con successo
una medesima aspirazione: dominare possedendo, appartenere e esere posseduto.
" In ginocchio, entrambi "
La
Sua voce appena lieve senza toni minacciosi o imperiosi giunse mentre,
nudi, eravamo al Suo cospetto. Lei nella Sua mise di Mistress, minigonna
in lattice nera, corpetto rosso, scarpe con tacchi, frustino in mano.
"Dimmi con voce chiara cosa chiedi alla tua Padrona, alla quale ti sei offerto".
Così
mi rivolse la parola. In ginocchio; testa china, occhi bassi, esitando
solo un attimo pronunciai ciò che mi proveniva dalla testa più che dal
cuore.
"Questo
aspirante schiavo, Signora, Le offre la sua più convinta sottomissione,
senza condizioni. Mi affido alle Sue cure, rinunciando a tutte le mie
facoltà di autodeterminazione: le offro fedeltà, devozione e l'impegno
di farLe onore, riconoscendo in Lei tutte le capacità di dominarmi e di
possedermi. A Lei, Signora, la mia mente, il mio cuore ed il mio corpo: ne faccia Suo possesso" .
Tacqui,
emozionato. Sentivo il Suo sguardo su di me imperioso ed importante, ed
aspettavo una parola sola che sancisse la mia appartenenza a Lei. La
sentii rivolgersi con calma ma con un'autorevolezza mai avvertita in una
donna, prima, al Suo schiavo che mi era vicino, in ginocchio come me,
nudo anche lui. "Accetti
che la Tua amata Padrona abbia deciso di servirsi di un altro schiavo,
senza nutrire alcun sentimento di gelosia nè riserva sull'esercizio
della Sua dominazione su entrambi?"
Il mio compagno tacque per alcuni secondi che mi parvero lunghissimi,
come per contemplare una possibilità di opporsi a quella che sicuramente
gli sarebbe suonata come una divisione da Lei, sia pur parziale.
Lei ,
lo incalzò:
"Allora? che fai, non sei d'accordo? Osi mettere in discussione la mia determinazione di possedere uno schiavo totale che mi dia quel che non posso avere da te?"
Immediatamente, come una liberazione, solo_di_Lei esalò:
"Si
mia Padrona, accetto che Tu possa sottomettere e possedere lo schiavo
che mi è vicino e Ti assicuro che mai mi riterrò meno importante
per Te.
Lui sarà il mio compagno ed insieme faremo in modo, ognuno per la propria parte,
di onorare la Tua supremazia e di esserTi devoti".
Immediatamente
Mimosa riprese la parola e ci invitò ad alzare la testa e rivolgerLe lo
sguardo.
Poi, con la calma e suadente voce , si rivolse a me,
guardandomi intensamente:
"
Da questo momento sarai mio schiavo, il mio secondo schiavo; il tuo
nome sarà, quindi, Secondo; e a te sarà riservato un trattamento diverso;
da te voglio solo il sacrificio della castità come principale
imposizione. Mi servirai come esigo io ed in più rinuncerai ad ogni
forma di sessualità. Essa appartiene alla mia determinazione: ciò
perchè tu stesso me l'hai offerta in segno di totale cessione della tua
facoltà di decidere di te. Da adesso, dipenderà da me ogni comportamento
che riguarda la tua esistenza; avrai solo doveri e nessun diritto,
tanto meno potrai fruire dela tua libertà sessuale. Adesso ti imporrò
la cintura di castità come segno di rinuncia al sesso che sarà mia
facoltà decidere come e quando potrai farne. Verrai da me ogni volta che
lo riterrò opportuno , utile o semplicemente per mio piacere"
Così
concluse mentre, con l'aiuto del mio compagno schiavo,dopo una
macchinosa operazione di assemblaggio dell'attrezzo, alla fine, fece
scattare il meccanismo di chiusura del lucchettino che sancì la mia
definitiva castità.
In
treno,di ritorno a casa, ebbi tutto il tempo e la serenità di
convincermi che il mio sacrificio è donato alla persona giusta e che è
quello che volontariamente, con piena consapevolezza, desideravo.
Sono lo schiavo di Mimosa!
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