giovedì 4 aprile 2013

Come uno schiavo... vede la PADRONA








cioè come uno schiavo... vede 
la bocca della Padrona.
Per giorni interi
(se... riesce a vederla.) 













il 12 marzo... sbarazzando la tavola.
E poi come cerchi... nei giorni successivi, e le raccolga... le svolga, le salviette stropicciate, che
Lei ha usato, conservandole, fin che non è la loro ora, nella "raccolta rifiuti".
Di come la SUA bocca, l'IMPRONTA della SUA BOCCA... gli sia COSA Preziosa.


Il rossetto, fetish, il pensiero del SUO stenderselo sulle labbra....
Il suo considerarlo... destinarlo distrattamente... alla spazzatura.
Il suo (e Suo) essere TESORO per lo schiavo.
Felice e fortunato, nel ri-governare la Sua tavola.

Nel non potere ammirare le SUe LABBRA, la Sua BOCCA... ma nel trovarne traccia.

Impronta, e nel serbarla come tesoro, della sua PADRONA.

La Sua bocca... usata (qui) per mangiare.
Stronza, divina, cattiva, goduriosa quando... felice.

Lo schiavo la vuole felice. Appagata. Sorridente di piacere.
Nella pienezza di essere Padrona.

Ma questa è solo un'immagine, una scena.
Fra poco, di un mese fa.

Resta la traccia, messa nel cestino. E la memoria fotografica di ciò. Una vibrazione. Lussuria,
un piacere, averla trovata. (la salvietta, non la Padrona. La Padrona era nella lussuria di Suo.
Con la felicità dello schiavo. Inetto, allora.
Come ora.)

Un inchino alla Signora, dove sia, a Madame.










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