martedì 21 febbraio 2012

Il libro dei piaceri





“...
Esclusi dalla partecipazione autentica, i gesti dell'uomo deviano nella fragile illusione di essere insieme o nel suo contrario, il rifiuto brutale e assoluto del sociale. Essi oscillano all'uno all'altra in un movimento da bilancere che fa scorrere le ore sul quadrante della morte.

Sei pronto, perché mai il tuo desiderio debba infrangersi, sei pronto a infrangere gli scogli del vecchio mondo?
Ciò che fa difetto agli amanti è di amare il loro piacere con più conseguenza e più poesia. Il principe Shekur, si dice, conquistò una città e la offrì alla sua favorita per il prezzo di un sorriso.
Ecco dunque in alcuni presi dal piacere di amare senza riserve abbastanza appassionatamente per offrire all'amore il letto sontuoso di una rivoluzione.”

Traité de savoir-vivre à l'usage des jeunes générations. -1967, Gallimard-.
pag 28 dell'ed. italiana -Vallecchi, agosto '73-. Prima pag, scritto a mano: claudia '74.


1974!! Signori. Neanche un anno dopo, la sua uscita italiana.
“amare senza riserve abbastanza appassionatamente per offrire all'amore il letto sontuoso di una rivoluzione“.




Ora, circa settant'anni.. dopo, e molte vite e molti “mondi” (mondi reali, e mondi immaginali) dopo, oggi abbiamo alcuni strumenti.. per capire.
Strumenti strappati con le lime, con denti ai lupi dentro notti gelide e artiche, e le atmosfere scure.
Abbiamo degli strumenti per spiegare. 
Strumenti forgiati nell'acciaio della... merda, del lavoro di ogni giorno (quello di vivere) e delle galere... della vita.
Strumenti semplici -grimaldello, martello, leva, lama - ed impeccabili, con cui entrare in merito, e con cui decodificare. Anche. Vedere/dire.
Taglienti. Non male.



Nel lessico, nell'uso del lessico. Finiti gli anni post sessantotto, i sogni dei giovani coi fiori, e le atmosfere di “liberazione sessuale”... cosa ne resta dell' “amore”? Ovvero, cosa vuol dire (e come si può intendere) oggi.. l'amore? Se lo consideriamo come gli innamoratini di Peynet




forse siamo fuori strada. Perché giustamente lui è nato nel 1908 (sessant'anni prima, del '68) anche se li ha fatti per 150 anni, diventando eterno.






Non vanno più perfettamente bene, gli innamorati di Peynet, anche se tengono in piedi il moccolo, a San Valentino:essi  non sono più perfettamente... oliati, sincronizzati ed espressivi. Di questi tempi.
L'amore non è più la famiglia (casa tetto e chiesa) e neanche la coppia (anche), rilassata.
(intesa nell'etimo di Severino. Lett: “rilasciata”. -Severino faceva il filosofo, e il falegname. Il primo decisamente male, il secondo... così così. Ora riposa).
Non è neanche il miele della new-age.
Non è né carne né pesce: cos'è?

Proviamo... (levati gli strumenti da scassinatore dalla borsa dei ferri) a sostituire l'amore, gli amanti dei primi anni settanta con pratica, e praticanti. Gli amatori di discipline tradizionali sapranno ciò che si intende dire. Gli stagisti dei corsi post-infermieristici e ospedalieri, meno.

Ed armati di questi tronchesi che ci fanno tagliare le reti, come in val Susa procediamo.

Il Maestro... bastona “per amore” il discepolo.. nella pratica dello zen? O per interesse personale?
Marpa, il discepolo di Naropa, fu per amore o cosa che costrinse a costruire torri di 9 piani a Milarepa, che poi gli faceva distruggere, e ricostruire?
(“Fu così che, all'età di 38 anni, Mila divenne allievo del grande traduttore Lotsawa Marpa, il quale gli concesse di restare nei suoi terreni, ma si rifiutò di ammetterlo tra i suoi studenti e di concedergli qualsiasi insegnamento.
Per sei anni Mila venne trattato come un servo e gli fu ordinato di svolgere lavori che mettevano alla prova il suo fisico con difficoltà insostenibili. Gli fu addirittura ordinato di costruire e distruggere ripetutamente una torre di nove piani. Non lasciandosi scoraggiare dai progetti alquanto mutevoli di Marpa, Milarepa riuscì a completare il lavoro (e si dice che la torre da lui costruita svetti tuttora in Tibet). Wiki). O era pazzo Marpa, o disinnamorato?

Non era per "amore" che Giordano, Tommaso, Galileo si ersero contro Santa Romana Chiesa, che pure amavano. (Per amorte del vero..) Cosa c'è di diverso nella “pratica” (che è inflessibile, spietata anche, delittuosa. Che non è -per intenderci- niente di simile agli innamoratini di Peynet) che... nell'amore?

Dove l'amore è quello che regge e forma tutto, secondo i testi mistici e sacri; che tutto informa, permea e sostiene. E la via della “pratica” non è la via dell' “amore”? Dell'amore sublime, e divino? (Lo dicono, in malo modo, persino quelli della niù age). La pratica di seguire e di cercare, di uniformarsi a ciò che è. Amore, amanti, praticanti, dio, tao... sono la stessa cosa.
Merda, sasso, sole. (questo per usare i termini tantrici). Anche se trattano Milarepa sei anni come un servo, e con il bastone. Senza riconoscerlo come discepolo e senza insegnargli nulla.
Quanti sono i maestri che spediscono i discepoli per anni a ribaltare i sassi del torrente, a levigare tegole in coccio per farne specchi, a pulire milioni di volte la stessa piastrella? Nulla hanno a che vedere con la melassa della coppietta, degli innamoratini di Peynet. (Che andavano benissimo... circa.. intendiamoci. Rappresentavano un sogno (il poeta, la fanciulla) uscito durante la guerra.
Ora abbiamo gli strumenti (alcuni strumenti) per leggere anche il “Trattato”, fra le righe, Oltre le righe. E divertirci con la scrittura situazionista. Come peraltro ci siamo sempre divertiti.

E dal Trattato al dono, di oggi, per Madame.
Innanzitutto un libro verde, che così sarà gradito.
Poi situazionista (post-situazionista) del buon Raul Vaneigem. Che ha mosso ettolitri di sudori, e di giovanili furori, il raul. Prima di essere espulso, anche lui (o radiato?) dall'Internazionale.
Qui con un libro che almeno nella descrizione di copertina, si muove negli interessi di Madame.
Il piacere, i piaceri.


Ça va sans dire, è un oggetto infrequente e curioso, nel panorama degli incontri librari casuali. Trovato in una bancarella a San Barnaba, è un dono intenzionale e voluto. Per quanto tocchi luoghi marginali e devianti-deviati, rispetto al Tema.. di questo blog. E di questa vita. Ma così è la vita.

Sempre meglio che costruire murette nei valloni tibetani, per capire qualcosa.

La felicità non si paga, si strappa alla società.. che la vende.” pag. 62. Non è “riformismo” puro.
E neanche coccarde di vecchi par
migiani.
L'emancipazione autonoma degli individui è la sola base di una società senza classi.” pag 143.
Poi quello che c'è scritto dentro, se non ricordo male, è solo un bel giocattolo.
'80, Arcana. Sono 22anni che non lo leggo. E ci sarà anche un motivo, ritengo.

Un giocattolino, un dono per Madame, oggi. Vaneigem.
Dal suo schiavo.





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