“...
Esclusi dalla partecipazione autentica,
i gesti dell'uomo deviano nella fragile illusione di essere insieme o
nel suo contrario, il rifiuto brutale e assoluto del sociale. Essi
oscillano all'uno all'altra in un movimento da bilancere che fa
scorrere le ore sul quadrante della morte.”
…
“Sei pronto, perché mai il tuo
desiderio debba infrangersi, sei pronto a infrangere gli scogli del
vecchio mondo?
Ciò che fa difetto agli amanti è di
amare il loro piacere con più conseguenza e più poesia. Il principe
Shekur, si dice, conquistò una città e la offrì alla sua favorita
per il prezzo di un sorriso.
Ecco dunque in alcuni presi dal piacere
di amare senza riserve abbastanza appassionatamente per offrire
all'amore il letto sontuoso di una rivoluzione.”
Traité de savoir-vivre à l'usage
des jeunes générations. -1967, Gallimard-.
pag 28 dell'ed. italiana -Vallecchi,
agosto '73-. Prima pag, scritto a mano: claudia '74.
1974!! Signori. Neanche un anno dopo,
la sua uscita italiana.
“amare senza riserve abbastanza
appassionatamente per offrire all'amore il letto sontuoso di una
rivoluzione“.
Ora, circa settant'anni.. dopo, e molte
vite e molti “mondi” (mondi reali, e mondi immaginali) dopo, oggi
abbiamo alcuni strumenti.. per capire.
Strumenti strappati con le lime, con
denti ai lupi dentro notti gelide e artiche, e le atmosfere scure.
Abbiamo degli strumenti per spiegare.
Strumenti forgiati nell'acciaio della... merda, del lavoro di ogni
giorno (quello di vivere) e delle galere... della vita.
Strumenti semplici -grimaldello,
martello, leva, lama - ed impeccabili, con cui entrare in merito, e
con cui decodificare. Anche. Vedere/dire.
Taglienti. Non male.
Nel lessico, nell'uso del lessico.
Finiti gli anni post sessantotto, i sogni dei giovani coi fiori, e le
atmosfere di “liberazione sessuale”... cosa ne resta dell'
“amore”? Ovvero, cosa vuol dire (e come si può intendere) oggi..
l'amore? Se lo consideriamo
come gli innamoratini di Peynet
forse
siamo fuori strada. Perché giustamente lui è nato nel 1908
(sessant'anni prima, del
'68) anche se li ha fatti per 150 anni, diventando eterno.
Non vanno più perfettamente bene,
gli innamorati di Peynet, anche
se tengono in piedi il moccolo, a San Valentino:essi non sono
più perfettamente... oliati, sincronizzati ed espressivi. Di questi
tempi.
L'amore
non è più la famiglia (casa
tetto e chiesa) e neanche la coppia (anche), rilassata.
(intesa
nell'etimo di Severino. Lett: “rilasciata”. -Severino
faceva il filosofo, e il falegname. Il primo decisamente male, il
secondo... così così. Ora riposa).
Non è
neanche il miele della new-age.
Non è
né carne né pesce: cos'è?
Proviamo...
(levati gli strumenti da scassinatore dalla borsa dei ferri) a
sostituire l'amore, gli amanti dei primi anni settanta con pratica,
e praticanti.
Gli amatori di discipline tradizionali sapranno ciò che si intende
dire. Gli stagisti dei corsi post-infermieristici e ospedalieri,
meno.
Ed
armati di questi tronchesi che ci fanno tagliare le reti, come in val
Susa procediamo.
Il
Maestro... bastona “per amore” il discepolo.. nella pratica
dello zen? O per interesse personale?
Marpa,
il discepolo di Naropa, fu per amore o cosa che costrinse a costruire
torri di 9 piani a Milarepa, che poi gli faceva distruggere, e
ricostruire?
(“Fu
così che, all'età di 38 anni, Mila divenne allievo del grande
traduttore Lotsawa Marpa, il quale gli concesse di restare nei suoi
terreni, ma si rifiutò di ammetterlo tra i suoi studenti e di
concedergli qualsiasi insegnamento.
Per sei anni Mila venne trattato come
un servo e gli fu ordinato di svolgere lavori che mettevano alla
prova il suo fisico con difficoltà insostenibili. Gli fu addirittura
ordinato di costruire e distruggere ripetutamente una torre di nove
piani. Non lasciandosi scoraggiare dai progetti alquanto mutevoli di
Marpa, Milarepa riuscì a completare il lavoro (e si dice che la
torre da lui costruita svetti tuttora in Tibet). Wiki). O era pazzo Marpa,
o disinnamorato?
Non era per "amore" che Giordano,
Tommaso, Galileo si ersero contro Santa Romana Chiesa, che pure
amavano. (Per amorte del vero..) Cosa c'è di diverso nella “pratica” (che è
inflessibile, spietata anche, delittuosa. Che non è -per intenderci-
niente di simile agli innamoratini di Peynet) che... nell'amore?
Dove l'amore è quello che regge e forma tutto, secondo i testi mistici e sacri; che tutto informa, permea e sostiene. E la via della “pratica” non è la via dell' “amore”? Dell'amore sublime, e divino? (Lo dicono, in malo modo, persino quelli della niù age). La pratica di seguire e di cercare, di uniformarsi a ciò che è. Amore, amanti, praticanti, dio, tao... sono la stessa cosa.
Merda, sasso, sole. (questo per usare i
termini tantrici). Anche se trattano Milarepa sei anni come un servo,
e con il bastone. Senza riconoscerlo come discepolo e senza
insegnargli nulla.
Quanti sono i maestri che spediscono i
discepoli per anni a ribaltare i sassi del torrente, a levigare
tegole in coccio per farne specchi, a pulire milioni di volte la
stessa piastrella? Nulla hanno a che vedere con la melassa della
coppietta, degli innamoratini di Peynet. (Che andavano benissimo...
circa.. intendiamoci. Rappresentavano un sogno (il poeta, la
fanciulla) uscito durante la guerra.
Ora abbiamo gli strumenti (alcuni
strumenti) per leggere anche il “Trattato”, fra le righe, Oltre
le righe. E divertirci con la scrittura situazionista. Come peraltro
ci siamo sempre divertiti.
E dal Trattato al dono, di oggi, per
Madame.
Innanzitutto un libro verde, che così
sarà gradito.
Poi situazionista (post-situazionista)
del buon Raul Vaneigem. Che ha mosso ettolitri di sudori, e di
giovanili furori, il raul. Prima di essere espulso, anche lui (o
radiato?) dall'Internazionale.
Qui con un libro che almeno nella
descrizione di copertina, si muove negli interessi di Madame.
Il piacere, i piaceri.
Ça va sans dire, è un oggetto infrequente e curioso, nel panorama degli incontri librari casuali. Trovato in una bancarella a San Barnaba, è un dono intenzionale e voluto. Per quanto tocchi luoghi marginali e devianti-deviati, rispetto al Tema.. di questo blog. E di questa vita. Ma così è la vita.
Sempre
meglio che costruire murette nei valloni tibetani, per capire
qualcosa.
“La
felicità non si paga, si strappa alla società.. che la vende.”
pag. 62. Non è “riformismo” puro.
E neanche coccarde di vecchi parmigiani.
E neanche coccarde di vecchi parmigiani.
“L'emancipazione
autonoma degli individui è la sola base di una società senza
classi.” pag 143.
Poi
quello che c'è scritto dentro, se non ricordo male, è solo un bel
giocattolo.
'80,
Arcana. Sono 22anni che non lo leggo. E ci sarà anche un motivo,
ritengo.
Un
giocattolino, un dono per Madame, oggi. Vaneigem.
Dal
suo schiavo.
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