martedì 14 febbraio 2012

Frusta, e tremiti







Tremiti in tutto il corpo stamane, per poche frustate. (pochissime frustate a dire il vero, una cosa praticamente ridicola... sessioni di forse cinque minuti. Una manciata di minuti. E per di più -me ne rendo conto- leggere. Quasi vergogna in questo, per la pochezza del mio saper stare.)
Tremiti fino a quando preparavo la colazione, che han continuato.
E poi anche oltre, che percorrevano tutto il corpo, mentre ero già con la tazzina in mano.
Tremiti, e tremori, per poche frustate; e non solo.. per le frustate .
Per... come chiamarla? Non ha un nome, che non sia il suo: non ce l'ha per me. Qui, per Madame.

Tremiti e tremori che attraversano il corpo dall'alto in basso, e dal basso in alto, e attorno, impossessandosene e facendolo vibrare. Per la frusta e per Madame insieme.
Quanto la sento vicina in questi casi: quanto la sento...
E' una totalità intima che trascende il gesto, il fatto: la sento intimamente e totalmente; il suo dominio, la sua libertà e potere.. il suo piacere. Tutto passa attraverso o insieme alle frustate. O attorno, o immediatamente dopo.
Ed appartenerle, essere suo: mi sento voluto. Tutto questo oltrepassa ovviamente il pensiero. E diventa “stato”. Essere completamente suo, nel corpo e nella mente, senza il controllo di questa.
Essere, anche attraverso il dolore. Che diventa (e contemporaneamente è..) il suo piacere.
E non solo. È dominio, possesso, sopraffazione. Goduta e sostenuta, dichiarata. Autorità piena.
Solo con qualche piccola frustata.

Vorrei, se potessi avere desideri, essere da lei educato. Addestrato, abituato (e non è cosa che possa passare per la mente: è solo “pratica” -e noi sappiamo che questo ha piene valenze spirituali. Per tutti, per tutti e due) a sopportare -e quindi subire- ampi... e dignitosi livelli di frustate.
Ampi, perchè il suo piacere possa essere di soddisfazione, con agio, dispiegato. Sufficientemente lungo da poter essere apprezzato, e comodo. Protratto e lento, studiato. Ricercato.
Con spazi d'azione e di manovra.
Dignitoso per me, perchè non abbia ad averne continuamente vergogna. Di fronte a lei (e altri), al piacere. Ed per ultimo di fronte a me.

Se potessi avere desideri o richieste, questa sarebbe una.
Di poter servire (qui, questo) in maniera diognitosa.

Gratitudine, oggi, per tutti questi tremiti, che mi muovono a lei. Che mi fanno sentire lei, che mi sciolgono a lei, che mi fanno percepire la sua dominazione e il suo piacere

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