venerdì 17 febbraio 2012

Insegnamenti




Mangiar.. sano




per essere uno schiavo sano di Madame.
-peperoni alla griglia con salsa allo yogurt messicana e spezie per kebab turche.
  Insalata di radicchio di Treviso, arance e pecorino toscano fresco, in larga parte avanzi dalle 
  cene di Madame. 










Preparare  il Bagno di Madame





 Esso deve avere, oltre agli oli essenziali da lei desiderati, la temperatura che lei preferisce
 e che ama di più.
 Salvo sanzioni.




 Omaggio



Una boccetta di olio d'Ambra di India; Bangalore. Anche se non sarà sicuramente gradito era quello più potabile che ci fosse. Gli altri erano popper d'elefante e fragranze psichedeliche da discoteca. Per quindicenni però. O cinquantacinquenni fricchettone. Madame non è nè l'una nè l'altra. Anche in apnea nella vasca da bagno.


-Ci avevo messo meno di un quarto d'ora. Stamattina. A pelo. Quattordici minuti e il naso devastato. ma devono vivere anche quelli di Bangalore.
Mi hanno detto che procura orgasmi magici e stupendi, circa, ma non so come si dica "orgasmo" in Kannada (che è la lingua parlata a Bangalore.). Confido quindi solo su Madame, per i suoi magnifici orgasmi e meravigliosi.








Ordini.. e Punizioni



mi è venuto in mente che si possa incorrere in "punizioni automatiche", ovvero che a volte non si possa fare a meno di pensare di venir puniti, senza aver messo nessuna intenzione per meritarlo.
Oggi è successo questo.
(E questa... è una confessione a Madame. Su una mia ritengo "trasgressione....", di cui mi ritengo più "vittima" che responsabile. E in quel momento, per strada, ho capito che essere schiavi vuol dire anche incorrere in punizioni che non si vorrebbe, obbligatoriamente, nel senso che le situazioni esterne ne causano le condizioni.
Ci si comporta in maniera tale da "meritare" una punizione... essendo in una condizione inesorabile, e la punizione potrebbe essere (non lo so, non sta a me saperlo) necessariamente (e giustamente ) ugualmente inesorabile, proprio in quanto neutra e non legata ad un giudizio personale. della Padrona. La quale non può che "prendere atto" di tale situazione, pur non sentendosi offesa (o oltraggiata).
"Non fermarti al bar lungo la strada".
-No-.

Vado dal neno per la macchina fotografica. Neno è un pezzo di marcantonio alto due metri. Determinato e assoluto e se non fosse che è quasi buono sarebbe tremendamente cattivo. Come dice Massimo della sua famiglia, "I ga 'a co'era dentro". Intendendo la collera, e non il colera.
Dopo svariati passaggi che qui salto neno sentenzia. "Andiamo a bere un bicchiere al bar che voglio mangiarmi un panino". E quando neno dice una cosa non si può dirgli di no, soprattutto se è il gestore della tua tecnologia fotografica digitale.
Ed anche, perchè in trent'anni che lo conosco non è mai accaduto.
Ed anche perchè non va mai al bar ma ci entra solo quando ci passa per andare/tornare dal lavoro, la sera o la mattina. Ed anche perchè se andava da solo la moglie, che era lì presente, lo uccideva anche se pesa 180 chili, e gli trovava di sicuro del lavoro arretrato da fare, o in attesa di essere smaltito.
Risultato... ho trasgredito. Senza nessun piacere o intenzione, e senza nessuna voglia di farlo, e contemporaneamente sapendo in ogni secondo quello che stavo facendo.
In maniera, come mi è venuta in mente mentre accadeva... inesorabile.
E potrebbe (sinceramente non ne ho la minima idea) incorrere o prevedere "una punizione... inesorabile". Senza nessun gioco per meritarla o per ottenerla, o per somministrarla. Nè nessuna intenzione.
E... stante che non vi sarebbe nessun giudizio "personale" (mi viene la mente di un avvocato, in certe occasioni) potrebbe darsi che fosse pienamente rigida o dura. Proprio perchè non soggetta a giudizio o piacere o intenzione personale... non potrebbe neanche venir scontata. Mitigata, ammorbidita.
Salvo (e fin lì ci arrivo anch'io), diventare... un piacere. cioè fare di necessità virtù. E non venir mitigata quaindi, sinceramente, anche per questo.

Nel tragitto dal bicchiere col neno verso casa, in agitazione -in relazione alla punizione-, ma senza sentirmi un verme, o con sensi di colpa per essermi mal comportato, o non metterci attenzione.
Non so se esista la figura della "punizione automatica (cioè spersonalizzata)." Ma questo è il termine che ho pensato. E solo dopo ho capito cosa voleva dire. Che è quello che ho detto.
Dopodichè, ciò narrato, per me il problema (il dubbio, il quesito, il fatto e l'eventuale risposta) non esiste: non ha nè un indirizzo nè un canone. Nè un codice. Nè un protocollo. Tutto (e dicesi TUTTO ) dipende da Madame. E financo dall'umore del suo mignolo del piede. Oltre che dai suoi massimi sistemi. Dal respiro di una sua farfalla, di un neurone del suo cervello, della vibrazione di un pelo del suo volere. sapere. sentire e sapere.

Mi è dispiaciuta quest'idea del neno.
Ma... essere schiavi vuol dire anche che tutte le cose, il mondo non è che vada esattamente come tu vorresti, o come secondo te dovrebbe andare. Ma essere schiavi è della Padrona e clienti del neno, insieme. Ed una cosa potrebbe serenamente andare a sbatter contro l'altra. Con piacere dell'uno e dell'altra. Che a vicenda si ignorano. E potrebbero, o meno, essere cane o frustate. Con la serenità di un angelo o il distacco di una Padrona. O l' "esigenza" di una Padrona...
a qualunque cosa. E' stato un bicchiere di vino. Va bene rispettare il neno, ma non vi era nessuna intenzione di andare contro gli ordini ricevuti, o di trovare la scusa (o l'opportunità) per farlo.
(E si sa bene come funzioni, quel bar. Bevuta la prima, potrebbe l'alluvione dell'Arno, e l'inondazione di Firenze).
E' un percorso è una scoperta, essere schiavi. Il neno, e venire educati. Anzi: si dice "addestrati".




Ordini

 


"Telefonare al rigattiere ed ordinare, fermare, fissare ed appropriarsi del tavolinetto verde visto l'altro ieri."
Contattare, e-maializzare, telegrafare ed usare la posta pneumatica, a costo.


Fatto. Il tavolino è fissato. Non vuole soldi, basta non ritornare fra tre mesi.
Eventualmente in futuro ritelefonerò.
Non è tanto contento di prendere soldi in maniera ufficiale.


Ottemperato.

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