domenica 10 giugno 2012

5 giugno, martedì















stendendo la biancheria, di Madame.



Ieri sera me le sono sentite, perchè non ho steso ad asciugare gli indumenti della piscina.
Madame Ha ragione. Il bello è che Madame ha comunque e davvero ragione. Per quanto ci siano molti elementi che hanno condotto a questo fatto. Ieri è uscita, avendo giornata libera dal lavoro.
Ed io non sapevo per dove. PERFETTAMENTE non sapevo per dove. E neanche ovviamente che uscisse.
E quindi rimango, meravigliosamente (sempre meravigliosamente, e con gratitudine, sorpreso. Con gratitudine… perché riesco più facilmente a non elaborare-esprimere giudizi, perché vengo immediatamente collocato –il fatto mi colloca- in una dimensione di sottomissione, e perché non sono tenuto, e non ho il diritto … ecc.. da sapere cosa e dove va Madame. Non ho il possesso –e lo riconosco come perfettamente giusto- dei Suoi movimenti.
Come di niente altro di Lei)
Ho ipotizzato che andasse nei sui luoghi d’origine.
Ho timidamente, umilmente chiesto.. e mi ha risposto che sarebbe tornata per pranzo.
Quindi.. non luoghi d’origine.
Ho pensato, sinceramente,  che andasse da qualche amante.
Bellissima come sempre.
Qualche prossimo, o futuro, o passato amante.  E l’ho preso come possibile ipotesi, senza stare a pensarci tanto sopra. Poi ho lavorato tutta la mattina nell’orto per LEI, senza sapere (né cercare d’investigare, di scoprire) dove fosse.
Come deve fare uno schiavo.
Della piscina.. io credevo che fosse finita.

Poi.. ha comunque piovuto tutto il pomeriggio.
(Ah: perché l’amante. Non tanto perché sia un demente, o un fissato. Ma perché avevo avuto la sensazione che Madame andasse  a qualcosa di preciso, di già fissato e deciso –vedi casa d’origine- e non tanto a farsi una passeggiata,o sciopping,s.
E per me, credevo che la piscina fosse finita.)
E con la pioggia non si pensa a stendere.
Poi quando madame è tornata ha riposto lo zainetto in qualche luogo, e a me non viene (e credo non mi debba venire) di andare a frugare e ad aprire zaini se proprio non mi viene detto; credo di NON doverlo fare.

Ecc. Poi ieri sera mi ha sgridato. Per fortuna non mi ha frustato.
E aveva ragione.
Perché.. comunque avrei potevo industriarmi di stenderla in qualche luogo. E quindi il motivo pioggia decadeva.
Perché, forse, da un futuro amante non va con lo zaino della piscina. (Perché no?, magari e per dire che “passava per caso”. Magari per fermarsi poco o poter dire “Devo andare in piscina”. Magari perché lo riempie di corde da bondage ..e questo è un’esperto bondager. Che ne so io delle cose di Madame?)
E perché comunque è affar mio riuscire a stendere le Sue cose della piscina. E se non ci riesco è giusto che venga punito. -In questo caso è stato solo redarguito.-
Non ci sono tante spiegazioni o giustificazioni da dare. (Né posso… mettermi ad argomentare, a discutere o trattare su chi ha ragione, e perché).

Intanto non è andata dall’amante.
(A meno questo non abbia una vasca da bagno piena di cloro. Una mia vecchia datrice di lavoro aveva un amante… nella piscina. Ma questo lo sapevano tutti. Compreso suo marito. Che taceva.)



Poi.
E’ venuta a darmi indicazioni, su come devo comportarmi per lavare le sue calze estive.




Bello.
Nessuna enfasi, nessun calcare la mano, o sottolineatura. Nessuna ironia. Normale.
E’ perfettamente normale che prenda l’attenzione di indicarmi come lavare le sue calze d’estate, particolarmente sottili.
(A me che non ne ho una così perfetta sensazione. Percezione. Sono ancora grossolano)
Ma neanche un barlume d’idea, neanche un neurone nel cervello s’è spostato, ad ipotizzare che potessi non essere io –o, al contrario,  che fosse significativo,cosa  da sottolineare che fossi io) a dover lavare tutta la Sua roba.
E’ stata così gentile da darmi le indicazioni. Ci tiene alle Sue calze.
Nel frattempo ne avevo già bucate un paio.
E forse avrei dovuto impararlo da solo.
(Sono schematico e so che lavare in lavatrice, è il livello a cui sono addetto come schiavo. Devo ancora raggiungere un livello di schiavitù –mi disse un tempo-che mi consenta, o costringa, o entrambi, a lavare la Sua Roba a mano. E comunque non è compito mio stabilire livelli. Di degradazione o di innalzamento. Di umiliazione o di servizio.
Ugualmente potrebbe essere un innalzamento poter lavare la Sua roba in lavatrice. Perché capace, e perché ci si impiega meno.
Quello che è un’onore (o un disprezzo) lo stabilisce UNICAMENTE Madame, e spesso il valore cambia di verso.
Questa è la schiavitù.
Questo è essere schiavi di una Signora; le cose non hanno un valore in sé, definibile. O a cui ancorarsi. Ma sono a Sua discrezione… anche i valori.
E lo schiavo deve aderirvi, seguirli; come segue La Padrona.
Che definisce anche quanta aria può respirare. In quanto sua Padrona.



Infine, stendendo i panni, oggi. (ed ovviamente gli indumenti della piscina). Prima di lavare i piatti, rigovernare la cucina.




Seguire ancora l’orto, e lucidare i sandali di Madame, che sono ancora umidi dall’altra sera.
(Con chi era nella vigna di Franco Madame? E’ lo stesso discorso della piscina. Da sola? Con un qualche futuro amante? I sandali non ci danno indicazioni. Allo schiavo lo fanno però chiedere, mentre li pulisce. Domanda a cui evita ACCURATAMENTE di avere una risposta.
Perché non deve avere una risposta, in quanto schiavo. Deve essere schiavo allo stesso modo, per qualsiasi possibile risposta. E soprattutto quando non ha informazioni esplicite, o senza risposte.)




E’ stato bello lavare i piatti e fare i lavori domestici ieri, pulire la cucina, mentre Madame faceva cose Sue.
Senza essere minimamente badato da Madame. Per tutto il pomeriggio, ma con Lei lì presente.
Forse perché pioveva (fortunata pioggia). Essere alla presenza di Madame, fare ininterrottamente umili lavori, con Lei che fa tutt’altro (ed ovviam.  neanche 1 di questi.) Mi ha chiesto un bicchiere di succo di mela.
Questo schiavo adora servire… e solo SERVIRE la BELLEZZA di Madame.
Essere per Lei solo uno schiavo, lo mette in una condizione di ineluttabile quiete.
Può solo servirLa, subirLa meglio che può. Ed essere così vicino alla Sua Bellezza, al Suo piacere.
La Sua Presenza è un regalo.
Il fatto di lavare i mobili, i piatti, la biancheria o pulire le scarpe mentre Lei è al tavolo, con Le Dita sulla tastiera (e mettiamoci anche le unghie laccate..) una bellezza.
Di doverLe tutti questi lavori per poter SUBIRLA, ADORARLA, AMMIRARLA la cosa più giusta di questo mondo.
Diciamo che in questo la Padrona è forse troppo poco arrogante (nei toni nei modi più che nella sostanza, ma in realtà anche in questa), ma… diciamo che sta  “imparando”.  A tenere lo schiavo nel modo e nel posto giusto.
Il 24/7, la convivenza ipotizzo che obblighino a puntualizzare con i giusti modi, i giusti gesti (toni e parole,) con i capricci o la perentorietà, l’essere altere oltre che Dominanti ed appunto… arroganti… per stabilire, realizzare le giuste distanze… nelle vicinanze.
La Padrona “deve” essere ubbidita anche (e forse soprattutto) in quanto “stronza, ed ingiusta” e non solo in quanto “giusta”, altrimenti si instaura un meccanismo –o un’abitudine, una consuetudine- alla “giustizia” ed alla giusta misura che contrastano con i fini e luoghi, con i piaceri di dominazione e di schiavitù.
Perché la schiavitù è tutto fuorchè giusta, e proprio su questo si basa… il piacere e la sottomissione.
Altrimenti è tutoraggio, non S/m.

Quindi venire ignorato, dato come scontato e non meritevole di considerazione e di attenzione… è perfetto: il giusto modo di essere percepito dalla Padrona. Il giusto modo di percepire LA PADRONA… nella Sua arrogante bellezza e Perfezione.

E quindi non posso che essere grato, delle poche volta in cui si dà che Lei è in qualcosa di suo affaccendata, e mi usa come lo schiavo che Le spetta, che Lei Vuole e che Le appartiene.
Realmente a Lei senza nessun diritto, e solo con doveri. Come supporto (e a fondamento ) del Suo ESSERE PADRONA, e sessualmente REGINA. Domina sadisticamente, e libera Padrona e SADICA, come Donna.
A partire dalla colazione e dalla tovaglia apparecchiata del mattino, fino alle frustate della sera. O alle Sue assenze della Sera. Alle presenze Dispotica quando vuole, desiderosa e compiaciuta di farsi adorare, ECCITATA E appagata del DOMINARE.





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