Collare, cavigliere, bracciali
Dominare fa "aggiogare, imbrigliare...", come sinonimi. Anche.
(Anche "schiavizzare", ad esempio.)
(Anche "schiavizzare", ad esempio.)
Imbrigliare... è anche mettere i finimenti... bardare.
Oltre che naturalmente"mettere le briglie". I sinonimi di questo, (alcuni interessanti) sono:
Oltre che naturalmente"mettere le briglie". I sinonimi di questo, (alcuni interessanti) sono:
(v.) aggiogare, arginare, canalizzare, contenere, controllare, deviare,
disciplinare, frenare, guidare, impedire, indirizzare, legare, mettere
le briglie, ostacolare, regolare, sellare
bardare, sellare, mettere i finimenti,
frenare, moderare, trattenere, contenere, arginare, dominare, reprimere,
controllare, temperare, tenere a freno, tenere, vincere, costringere,
raffrenare, circoscrivere,
consolidare, rinforzare,
(Questi sono alcuni di schiavizzare: dominare,
sottomettere, piegare, conquistare, opprimere, assoggettare, tormentare,
vessare, vincere, aggiogare, asservire, soggiogare, angariare,
tiranneggiare.)
La Signora ieri sera mi ha "bardato"; mi ha qualcosa di tutto questo. O tutto questo.
Ed oltre a una sessione di frusta, promessa, (e di cui posso solo scusarmi, per quanto vale
-cosa che ho già fatto a voce- per quanto sia poco capace, e quanto sia stato inetto, nel subire le fruste sui fianchi e sulla schiena, sul torace. Non posso qui che rinnovare la richiesta, umile, di addestrami a quanto necessario, e ad un livello di soddisfazione, per Madame. Ed è richiesta, supplica...istanza... FORMALE, cioè ufficiosa e ufficiale, per poter coprire questa mia gravissima lacuna, e dare qualche soddisfazione come schiavo, anche incatenato (come è comodo e come si usa, e come è esteticamente necessario -oltre che eccitante, funzionale-) in piedi, o appeso, che è il classico (o uno dei classici modi) di frustare.
Ma... oltre a questa "investitura..." ufficiale, ed agli addenda che ovviamente ne conseguono (cioè frustate), e sulle quali c'è ben poco da dire (da parte dello schiavo. Se non un feed-back assolutamente conciso e breve. La frequenza dei colpi, forse... a larghi tratti (per quanto leggeri) non è che aiutasse... uno schiavo che già annaspava, o in difficoltà. Sulla pelle dei fianchi ad esempio, o sulle ossa delle spalle, clavicole ecc. Un colpo al secondo (circa) è forse una frequenza che non dà la soddisfazione di poterla protrarre troppoa a lungo, fino alla noia.),
ci sono un altro paio di cose, che lo schiavo è qui per depositare.
Una, è che la Padrona ha avuto il buonissimo gusto e di certo il piacere, di mettere/mandare lo schiavo a dormire, con il corredo o parure addosso, e con i polsi legati.
Su questo, dei bellissimi segnali, e delle azioni o dei rinforzi.
innanzitutto, si sa: avere (o portare) un collare (essere cinto da un collare), da bracciali e da cavigliere, è una cosa materiale, fisica (oltre che simbolico/estetica), e signifcativa. Anzi, direi che la parte materiale sovrasta quella simbolica, ad un ascolto/esperienza un po' sottile.
Avere un collare chiuso al collo, stretto a misura, è diverso da avere un fogliettino a quadretti in tasca, con su scritto "sono uno schiavo", criptato.
O una piuma di fagiano sul cappello, simbolo della Sua Signora.
(Per quanto indubbiamente la piuma di una gallina Faraona sia un raffinatissimo e forse ironico richiamo, ed un fazzoletto di seta legato attorno al collo, o allo scroto, emozionante ed elegante, intenso e quasi snob.). Ma un collare è un collare. E parliamo.. di un'altra cosa.
Neanche i brookers della borsa, che nascono in cravatta (e muoiono con un cappio al collo, impiccati, perchè non sono riusciti a diventare L'Uomo-più-ricco-del-Mondo (o d'Europa, o di Treviso, o del trevigiano..) sono abituati ad avere un collare al collo. E meno che mai a dormirci.
neanche gli allievi di West Point, neanche i camerieri di Vissani.
I collari li hanno solo gli schiavi e i cani, ed a volte non si capisce chi stia peggio fra i due, o quale sia la differenza fra questi e gli altri.
E quindi bene così.
Un collare alto SEI centimetri... si fa sentire, specie quando si cerca di torcere o piegare il collo.. perchè si dorme pert terra e senza cuscino. (e le spalle si ostinano ad avere un volume. maggiore di solito del collo).
E quindi stra...benissimo, dormire bardati o imbrigliati. Lo schiavo si ricorda di essere schiavo, per quanto poca MEMORIA abbia, ed ha intimamente presente la Padrona.
Ma... il tutto potrebbe essere ancora un fatto estetico, simbolico, gratificante e persino narcisista:
"Ho il collare... che figo di schiavo sono. Sono lo schiavo perfetto". Ed avanti con onanismi onirici, e da desti.
Il fatto invece... di avere i polsi legati... è una condizione "di contenzione e di costrizione" (come si dice delle manette..) e rende... il sonno più complicato, o disagiato; l'attenzione desta, la presenza consapevole e la mente dedicata. Il corpo/coscienza... vigile, schiavo.
Per cui l'essere andato a dormire legato... ha sgomberato il campo da qualsiasi narcisismo ed ha reso la sera e la notte un esercizio di presenza, ed una pratica di sottomissione: una condizione di schiavitù... reale, materiale. E pertanto felice (e perfetta, non consentendo vizi... edonistici)... dal punto di vista della Dominazione (La Padrona) e della schiavitù (con lo schiavo a subirla. Ad apprenderla, a praticarla.)
Ed un'emozione una sensazione... una "consapevolezza" (che oltre ad essere inesorabile.. e muta -nel senso che non aveva bisogno di parole...-) molto intensa.
E di questo (di quest' "esperienza") lo schiavo non può che ringraziare la Padrona.
La seconda cosa... è che stamattina, quando lo schiavo è andato a svegliare la Padrona, e questa l'ha invitato (ordinato, comandato) con un gesto a letto... egli è salito per la PRIMA Volta sul letto della Padrona, e con Lei lì stesa, toccandola ed essendo toccato... mentre portava i bracciali. I SUOI... bracciali, e il collare le cavigliere, che dimostravano, affermavano dichiaravano e "certificavano", nella carne e sulla pelle nuda... la condizione di schiavitù.
La differenza (una differenza materiale... "pesante..", percettibile e significativa) fra La Padrona ...libera e nuda, e lo schiavo cinto da cinte e da cinturini, chiusi.
Una differenza (e una appartenenza) indiscutibile ed irrisolvibile, materiale oltre che essenziale; visibile, riconoscibile.
E' stato per lo schiavo un momento di forte emozione.
Di trepidazione... nell'appartenenza alla Sua Signora (Sua nel senso di a sè stessa, sia ben chiaro.
*come quando si dice Sua Signoria, ed il possessivo non si regola sul soggetto, prima persona singolare, ma sulla terza. Appunto non si dice "mia Signoria".*), nell'essere Sua proprietà, Suo servo e schiavo.
Una fortissima, tremante emozione, essere da Sua Signoria con il collare, bardato.
Come uno schiavo.
(Questo schiavo.. che vede sempre alla grande, e conquiste di vette esotiche estreme, già vedeva
il futuro questa notte, in cui avrebbe dormito SEMPRE con il collare e imbrigliato. Per essere SEMPRE schiavo di Madame, anche nel sonno o in riposo.
Sempre costretto, e sempre tenuto come uno schiavo, a regime stretto. Obbligato ad abituarsi.. ai segni e alle insegne di Madame; ai simboli e agli oggetti del Suo possesso. E della sua sottomissione, della sua appartenenza, della sua aderenza alla schiavitù per Madame.
Tanto... diceva: "L'anno scorso non sapevo/potevo dormire a terra: mai saputo. Poi ho imparato... ma non potevo dormire senza cuscino. (per il problema della spalla/collo-nuca, citato, e ) perchè non potevo dormire su un fianco, a causa delle teste delle ossa sporgenti.
Ora.. non solo lo schiavo ha imparato.. (ghe sboro ha "imparato") a dormire senza cuscino, non solo dorme (semi)benissimo per terra, ma con la sua intelligenza da dinosauro ha imparato persino a dormire su un fianco, senza svegliarsi per girarsi. A calci e con il tempo... si impara qualunque cosa.
Immaginarsi se non può imparare a dormire imbrigliato, o legato.
Anche perchè si parla (per ora? :) di cose ben distanti dal Gimp citato... di Pulp Fiction.
Questi.. sono due feed-back della sera-nottata. Grazie Padrona.
L'unica "tortura..." forse non deliberata... è stata forse non accendere la spirale, contro le zanzare.
Mi hanno tormentato (pur senza "mordermi") fino a quando non mi sono deciso di avventurami ad accenderne uno (trovarlo, ecc) con le mani legate (e mezzo addormentato), sperando di non incendiare la casa.
Di Madame.
Grazie Madame. E buona giornata.
La Signora ieri sera mi ha "bardato"; mi ha qualcosa di tutto questo. O tutto questo.
Ed oltre a una sessione di frusta, promessa, (e di cui posso solo scusarmi, per quanto vale
-cosa che ho già fatto a voce- per quanto sia poco capace, e quanto sia stato inetto, nel subire le fruste sui fianchi e sulla schiena, sul torace. Non posso qui che rinnovare la richiesta, umile, di addestrami a quanto necessario, e ad un livello di soddisfazione, per Madame. Ed è richiesta, supplica...istanza... FORMALE, cioè ufficiosa e ufficiale, per poter coprire questa mia gravissima lacuna, e dare qualche soddisfazione come schiavo, anche incatenato (come è comodo e come si usa, e come è esteticamente necessario -oltre che eccitante, funzionale-) in piedi, o appeso, che è il classico (o uno dei classici modi) di frustare.
Ma... oltre a questa "investitura..." ufficiale, ed agli addenda che ovviamente ne conseguono (cioè frustate), e sulle quali c'è ben poco da dire (da parte dello schiavo. Se non un feed-back assolutamente conciso e breve. La frequenza dei colpi, forse... a larghi tratti (per quanto leggeri) non è che aiutasse... uno schiavo che già annaspava, o in difficoltà. Sulla pelle dei fianchi ad esempio, o sulle ossa delle spalle, clavicole ecc. Un colpo al secondo (circa) è forse una frequenza che non dà la soddisfazione di poterla protrarre troppoa a lungo, fino alla noia.),
ci sono un altro paio di cose, che lo schiavo è qui per depositare.
Una, è che la Padrona ha avuto il buonissimo gusto e di certo il piacere, di mettere/mandare lo schiavo a dormire, con il corredo o parure addosso, e con i polsi legati.
Su questo, dei bellissimi segnali, e delle azioni o dei rinforzi.
innanzitutto, si sa: avere (o portare) un collare (essere cinto da un collare), da bracciali e da cavigliere, è una cosa materiale, fisica (oltre che simbolico/estetica), e signifcativa. Anzi, direi che la parte materiale sovrasta quella simbolica, ad un ascolto/esperienza un po' sottile.
Avere un collare chiuso al collo, stretto a misura, è diverso da avere un fogliettino a quadretti in tasca, con su scritto "sono uno schiavo", criptato.
O una piuma di fagiano sul cappello, simbolo della Sua Signora.
(Per quanto indubbiamente la piuma di una gallina Faraona sia un raffinatissimo e forse ironico richiamo, ed un fazzoletto di seta legato attorno al collo, o allo scroto, emozionante ed elegante, intenso e quasi snob.). Ma un collare è un collare. E parliamo.. di un'altra cosa.
Neanche i brookers della borsa, che nascono in cravatta (e muoiono con un cappio al collo, impiccati, perchè non sono riusciti a diventare L'Uomo-più-ricco-del-Mondo (o d'Europa, o di Treviso, o del trevigiano..) sono abituati ad avere un collare al collo. E meno che mai a dormirci.
neanche gli allievi di West Point, neanche i camerieri di Vissani.
I collari li hanno solo gli schiavi e i cani, ed a volte non si capisce chi stia peggio fra i due, o quale sia la differenza fra questi e gli altri.
E quindi bene così.
Un collare alto SEI centimetri... si fa sentire, specie quando si cerca di torcere o piegare il collo.. perchè si dorme pert terra e senza cuscino. (e le spalle si ostinano ad avere un volume. maggiore di solito del collo).
E quindi stra...benissimo, dormire bardati o imbrigliati. Lo schiavo si ricorda di essere schiavo, per quanto poca MEMORIA abbia, ed ha intimamente presente la Padrona.
Ma... il tutto potrebbe essere ancora un fatto estetico, simbolico, gratificante e persino narcisista:
"Ho il collare... che figo di schiavo sono. Sono lo schiavo perfetto". Ed avanti con onanismi onirici, e da desti.
Il fatto invece... di avere i polsi legati... è una condizione "di contenzione e di costrizione" (come si dice delle manette..) e rende... il sonno più complicato, o disagiato; l'attenzione desta, la presenza consapevole e la mente dedicata. Il corpo/coscienza... vigile, schiavo.
Per cui l'essere andato a dormire legato... ha sgomberato il campo da qualsiasi narcisismo ed ha reso la sera e la notte un esercizio di presenza, ed una pratica di sottomissione: una condizione di schiavitù... reale, materiale. E pertanto felice (e perfetta, non consentendo vizi... edonistici)... dal punto di vista della Dominazione (La Padrona) e della schiavitù (con lo schiavo a subirla. Ad apprenderla, a praticarla.)
Ed un'emozione una sensazione... una "consapevolezza" (che oltre ad essere inesorabile.. e muta -nel senso che non aveva bisogno di parole...-) molto intensa.
E di questo (di quest' "esperienza") lo schiavo non può che ringraziare la Padrona.
La seconda cosa... è che stamattina, quando lo schiavo è andato a svegliare la Padrona, e questa l'ha invitato (ordinato, comandato) con un gesto a letto... egli è salito per la PRIMA Volta sul letto della Padrona, e con Lei lì stesa, toccandola ed essendo toccato... mentre portava i bracciali. I SUOI... bracciali, e il collare le cavigliere, che dimostravano, affermavano dichiaravano e "certificavano", nella carne e sulla pelle nuda... la condizione di schiavitù.
La differenza (una differenza materiale... "pesante..", percettibile e significativa) fra La Padrona ...libera e nuda, e lo schiavo cinto da cinte e da cinturini, chiusi.
Una differenza (e una appartenenza) indiscutibile ed irrisolvibile, materiale oltre che essenziale; visibile, riconoscibile.
E' stato per lo schiavo un momento di forte emozione.
Di trepidazione... nell'appartenenza alla Sua Signora (Sua nel senso di a sè stessa, sia ben chiaro.
*come quando si dice Sua Signoria, ed il possessivo non si regola sul soggetto, prima persona singolare, ma sulla terza. Appunto non si dice "mia Signoria".*), nell'essere Sua proprietà, Suo servo e schiavo.
Una fortissima, tremante emozione, essere da Sua Signoria con il collare, bardato.
Come uno schiavo.
(Questo schiavo.. che vede sempre alla grande, e conquiste di vette esotiche estreme, già vedeva
il futuro questa notte, in cui avrebbe dormito SEMPRE con il collare e imbrigliato. Per essere SEMPRE schiavo di Madame, anche nel sonno o in riposo.
Sempre costretto, e sempre tenuto come uno schiavo, a regime stretto. Obbligato ad abituarsi.. ai segni e alle insegne di Madame; ai simboli e agli oggetti del Suo possesso. E della sua sottomissione, della sua appartenenza, della sua aderenza alla schiavitù per Madame.
Tanto... diceva: "L'anno scorso non sapevo/potevo dormire a terra: mai saputo. Poi ho imparato... ma non potevo dormire senza cuscino. (per il problema della spalla/collo-nuca, citato, e ) perchè non potevo dormire su un fianco, a causa delle teste delle ossa sporgenti.
Ora.. non solo lo schiavo ha imparato.. (ghe sboro ha "imparato") a dormire senza cuscino, non solo dorme (semi)benissimo per terra, ma con la sua intelligenza da dinosauro ha imparato persino a dormire su un fianco, senza svegliarsi per girarsi. A calci e con il tempo... si impara qualunque cosa.
Immaginarsi se non può imparare a dormire imbrigliato, o legato.
Anche perchè si parla (per ora? :) di cose ben distanti dal Gimp citato... di Pulp Fiction.
Questi.. sono due feed-back della sera-nottata. Grazie Padrona.
L'unica "tortura..." forse non deliberata... è stata forse non accendere la spirale, contro le zanzare.
Mi hanno tormentato (pur senza "mordermi") fino a quando non mi sono deciso di avventurami ad accenderne uno (trovarlo, ecc) con le mani legate (e mezzo addormentato), sperando di non incendiare la casa.
Di Madame.
Grazie Madame. E buona giornata.
Ieri sera lo zampirone è stato, non ci crederai, deliberato.
RispondiEliminam.
Meravigliosa, MADAME.
RispondiEliminaLei supera... la mia ammirazione. Oltre alla mia immaginazione.
Mi aspetto... non mi aspetto NULLA, come si sa; ma ritengo possibili vette o picchi, "abissi" di Dominante (o Dominatrice) crudeltà.
Vere quindi, e non di maniera... (se questo è quanto..).
Lei e questi fonte per me non di gioia, si sa, ma di inusitata meraviglia.
Di meravigliata.... AMMIRAZIONE.
Di sconcertata ... ammirazione.
Di sottomissione... adesione all' "orrore", ed accettazione della Sua VIRTU'. Del Suo PIACERE.
Come schiavo. Di Vostra... Libidine.. e Maestà.
Terrifica Signora.
Credo che Tutto FOSSE DELIBERATO, Se LO DICE LEI.
E mi inchino, eccitato/estasiato alla "CATTIVERIA " che questa cosa emana. Promette...
Profuma. E al SUO PIACERE, che in questo si inebria e compiace, si tuffa e ne beve, e... ne GODE.
Mi inginocchio ai Suoi PIEDI MADAME. SUO Schiavo.
E il legarti, il bardarti.
RispondiEliminaIl saperti scomodo.
Saperlo e averlo causato. Voluto.
Passata una vita a curare, rinforzare, tenere presente/attiva la parte buona & gentile & affettuosa, di me.
Secondo, anche, la consuetudine,
abitudine
che rende più semplice, e pereferito, l'utilizzo della nostra modalità che necessita meno sforzo perchè più immediata.
Le due cose non si negano,
dolcezza&sadismo,
solo che il secondo non l'avevo mai considerato, nè conosciuto. Esercitato, praticato.
Nemmeno ora lo conosco, riconosco.
Se non nelle mutande bagnate.
E mi causa frizioni di coscienza, patemi.
E mutande bagnate.
Ma mutande bagnate.
Io so di essere dolce, e di amare l'amare.
E di adorare la pelle, il calore, la gentilezza.
E so anche che vorrei la dolcezza, e l'amare.
con te,
e adorarti la pelle, donarti calore, gentilezza e pazienza.
Lo so.
Con te.
Il mettere lo zampirone, ad esempio.
Ma ora evidentemente mi serve esercitare il sadismo,l'intransigenza.
Impormi.
e mi serve ora, forse per.. scardinare immagini di me?
Mi sento così bella, così belli i ricci, le labbra, amo l'odore della mia pelle..
Ma chissà dove arriverà questa pratica, e dove comincia il "tradimento del sè"?
Su questo riesco solo a fare silenzio, ascoltando(mi), ascoltando il corpo.
Però sì, tutto questo che ho scritto. C'è.
Non lo ignoro.
"Per fare limonata coi limoni che il mondo mi ha dato."
Mia.
Io.. di questo... qualcosa so.
EliminaDi più.
Un centimetro di più, del naso.
O almeno.. finora ho saputo. Potrebbe finire qui.
Perchè non è merito mio. EPPURE E'.
Finora ho visto un centimetro più della punta del naso. ... senza sapere di vedere.
Forse ho seguito.
Ho ascoltato, ho intuito ciò che è. Senza sapere cos'è.
Quindi, non so.
Vedo, fin qui, oltre la punta del naso. E lo scopro a posteriori.
Non è molto, come faro.
E' molto, non mettendoci intenzioni.
Ma ascolto silenzio, e velocità folle, guida "sportiva". La strada continua e si snoda, dopo la prossima curva.
Speriamo.
Di solito è così.
Si intuisce il raggio di curvatura senza vedere le strade.
Sono fatte con un senso, le strade.
Quasi sempre.
Altrimenti si va fuori strada. Come nei film degli anni cinquanta sulla costa azzurra, i rapinatori. Belli e tenebrosi. Le rapinatrici, dure e cattive.
E si tromba giù per la scogliera.
E' una strada anche quella. Anche se non si dice.
Ma più spesso la curva prosegue la sua traettoria e la strada continua la sua traettoria, e si finisce in fondo al burrone, dentro la gola più nera. Ma seguendo la strada.
Di solito finisce fra contrabbandieri.
Senza niente da contrabbandare.
Ma in una notte nera senza luna, e il sottomarino non arriva.
Ci sono le stelle da guardare.
Tutta la corsa era per arrivare lì.
E non si sa se si vedrà di nuovo sorgere il sole.
Da lì apoche ore.
Arrivano i flic. O il tenente colombo, o un vecchio colono con l'asino e le gerle in vimini sui due lati.
Ed attraverso un sentiero sospeso, una cengia fra le rocce, aggira la gola dove si trova una casa isolata, donne bellissime nude o vestite in nero, un prato dove ci sono scene S/m, come un Corsica.
E ricomincia una nuova storia, senza automobile e senza luna piena, e forse è solo un sogno con un corvo, come in Corto maltese.
Ma quale è il sogno e quale è il corvo? (Direbbe Zhuang-Tse?)
Quale "rappresentazione di sè?"
Non c'è recita ma solo realtà.
La recita è per chi non c'è. Per chi pensa che ci sia un'alternativa, un sogno... o un'aldilà.
Qualcos'altro che potrebbe essere, un altro SE'.
Così va, al di qua.
Anche troppo di quello che c'è, per vivere La VITA. le altre sono fantasie.
Quisquiglie, pinzillacchere, direbbe Totò.