Il colpo di fulmine.
7° puntata.
Psicopatologia di un amore improvviso
Scritto da Claudio Castellacci in Colpo di fulmine
Il cavaliere
Leopold von Sacher Masoch ebbe spesso a chiedersi quale disgrazia fu per
lui peggiore fra l’aver sposato Aurora Rümelin e l’esser stato soggetto
di studio per Richard von Kraft-Ebing, psichiatra che gli dedicò la novantina di pagine del nono capitolo della sua celebre opera – Psycopathia sexualis – legando indissolubilmente il suo nome a quello di una psicopatologia sessuale, il masochismo, appunto.
Leopold von Sacher Masoch |
Aurora Rümelin |
Aurora Rümelin incrociò il suo futuro sposo nella Heynaugasse, davanti alla casa dove abitava il capo della polizia di Graz. Fu Anna von Wieser, sua compagna di corso alla scuola di cucito frequentata dalle ragazze appartenenti alle migliori famiglie della città a indicarglielo. «Mi tirò bruscamente per la manica e, tutta agitata, mi disse indicandomi una coppia che camminava davanti a noi: “Ecco Sacher Masoch e la sua fidanzata”».
Lui vestito di nero, la figura sottile e il viso pallido e liscio di cui poteva ammirare il profilo affilato quando, nel parlare, si volgeva verso la sua fidanzata, faceva pensare a un giovane teologo. Di lei registrò soltanto il ricordo di una totale mancanza di eleganza.
La fidanzata in questione era una cugina polacca di Leopold e in giro si diceva «che il suo amore per quella fanciulla era quanto di più elevato e di più puro si potesse immaginare».
Leopold von Sacher Masoch e le sue avventure amorose erano un ghiotto argomento di conversazione nei salotti sonnacchiosi e incipriati di Graz. In quel periodo, fra l’altro, era stato appena pubblicato il suo primo romanzo e questo contribuiva ad aumentare l’interesse verso il trentenne scrittore.
Aurora aveva in Anna von Wieser un canale di informazione di prima mano in quanto la famiglia di quest’ultima era in stretti rapporti personali con quella dell’allora capo della polizia di Graz, il cavaliere von Sacher Masoch, padre di Leopold.
Le notizie che ogni mattina Anna portava alla classe di cucito erano spunto di interminabili discussioni. Aurora parlava poco, ma fantasticava molto e il suo chiodo fisso era diventato uno solo: Leopold. Trovava tanto naturale che Leopold desiderasse una tranquilla felicità domestica dopo un turbinio di relazioni irrequiete tanto da scrivere nel suo diario di invidiare la fidanzata di Sacher Masoch, di sognare di esserne la moglie e di vedersi «protetta dal suo amore forte e puro, in una bella casa elegante, circondata da graziosi bambini».
Leopold esercitava un fascino particolare sulle donne che, dal canto loro, facevano a gara per corrergli dietro. A questo proposito si diceva che Leopold avesse collezionato gli esemplari più eleganti, più belli e più interessanti senza però legarsi durevolmente. Anche se poi all’amico Berthold Frischauer, Leopold aveva confessato di essere stanco di tutte quelle relazioni e di agognare «la serenità del matrimonio».
Ma se c’era un uomo che non era fatto per un legame tradizionale come il matrimonio, quello era lui. «È un uomo troppo immaginoso», soleva dire la signora Frischauer, madre di Berthold. «Lui ha bisogno di una donna che lo soggioghi, che lo tenga incatenato come un cane e che lo prenda a calci se solo osa permettersi di ringhiare»,
Aurora era irritata da questi giudizi, tanto che arrivò ad accettare una sfida della signora Frischauer: «Vuole scommettere con me che la donna peggiore e la più perversa sarebbe la sua favorita?», Ma come provarlo? Semplice, disse, avrebbe scambiato sotto falso nome una corrispondenza «spudorata» con Sacher Masoch. Così fece e la risposta immediata non lascia adito a dubbi: lo scrittore si diceva inebriato e supplicava la sua ignota corrispondente di coprirlo di catene come suo schiavo. La signora Frischauer aveva vinto la scommessa, ma il gioco stava diventando pericoloso: Sacher Masoch insisteva nel volerla conoscere. Fu così che all’appuntamento fatale Aurora prese il posto dell’amica. La vita di entrambi si decise sotto la luce cruda di un lampione.
«Sono sconvolto dal pensiero che se adesso, fra un momento, ci separeremo, non la rivedrò più, così facendo mi causerebbe una sofferenza indicibile», disse Leopold. Aurora non lo lasciò. Anzi di lì a poco si parlò di matrimonio. Lui travolto da questa nuova passione, lei apparentemente reticente, dubbiosa della sua possibile costanza: era forse stato fidanzato troppo spesso e sicuramente aveva amato le sue fidanzate quanto diceva di amare lei. Eppure Aurora era decisa a darsi a lui: «Volevo essere soltanto un bell’episodio nella sua vita».
Il «bell’episodio» decisero di compierlo il 15 novembre, giorno di San Leopoldo. Aurora annota nel suo diario: «Questo sarebbe stato il nostro vero matrimonio, mentre quello che sarebbe avvenuto più tardi, quando le circostanze lo avrebbero permesso, non sarebbe stato che una mera formalità».
Fu un «bell’episodio» tranquillo. Lui l’accolse in frac e cravatta bianca. Lei indossava un vestito di seta nera. Come regalo di nozze ricevette una pelliccia da camera che ebbe modo di usare subito e di restare incinta.
Il matrimonio come formalità burocratica fu celebrato l’anno seguente, il 12 ottobre 1873, in tono dimesso a causa delle dissestate finanze dei Sacher Masoch. La chiesa parrocchiale del Santo Sangue era priva di addobbi eccezion fatta per due candele sull’altare, ma stracolma di gente, di curiosi, già un’ora prima della cerimonia. Questa volta Leopold indossava una redingote e Aurora – che d’ora in poi si farà chiamare Wanda, come la protagonista della Venere in pelliccia, il romanzo più celebre di Sacher Masoch – un abito da passeggio nero.
Le conseguenze di questo matrimonio causato da quello che i due ritennero un colpo di fulmine, furono disastrose. Del suo passato che vantava discrete esperienze (un prete, un parrucchiere, un pittore, un ufficiale) Aurora informò Leopold ormai accecato dal suo colpo di fulmine, a cose fatte, dopo la cerimonia nuziale vera, mentre litigavano perché lui si era dimenticato di comprare le paste per il rinfresco.
Il decadimento psichico di Leopold, in parte assecondato dalla moglie, fu progressivo e inarrestabile: dalle richieste di voler assaporare la voluttà della frusta (per garantirsi un piacere sicuro
Leopold si era fatto fabbricare un knut a sei corde, cosparso di chiodi ) all’ossessione di trovare un amante per la moglie («Bisogna amare una donna fino alla follia perché la sua infedeltà ci faccia soffrire un martirio così delizioso come quello che soffrirò io quando ti vedrò fra le braccia di un altro uomo»).
La fine arrivò quando una sera Leopold strangolò il suo gatto preferito. Fu ricoverato al manicomio di Mannheim dove trovò la morte dieci anni più tardi, nel 1905.
Idem con patate,
RispondiEliminaPensi che un copincolla da http://blog.leiweb.it/claudio-castellacci/2011/02/28/il-colpo-di-fulmine-7-puntata-psicopatologia-di-un-amore-improvviso/ mi possa bastare?
:)
Trovarlo madama... ci vogliono coglioni.
RispondiEliminaSe non si sa cosa cercare.
perchè di madre(puttana)lingua inglese.
A fare i fioretti sui bordi sono tutti buoni.
Sono i cieli dello scibile, a mancare.
Copia incolla... so sorea. Ho ricopito tutto tuttissimo a mano. Con le mani sante mie.
Adesso cerchi "manicomio di schiller" e dopo dica che basta taglia-incollare.
I tredici giorni prima del manicomio.. di schiller, non i dieci anni del von.
E poi mi sappia dire.
(Il Von... è da arancia meccanica naturalmente. Tanto per restare in tema ed ambiente.
"È un Delitto!!! Delitto! Delitto! Delitto! Usare Ludovico Van in questo modo! Lui non ha mai fatto male a nessuno!! Beethoven ha solo scritto musica!! Non è giusto! "
"Alex (Alexander De Large)
Oh deliziosa delizia e incanto. Era piacere impiacentito e divenuto carne. Come piume di un raro metallo spumato, o come vino d'argento versato in nave spaziale. Addio forza di gravità, mentre slusciavo... quali visioni incantevoli! ..."
Copia/incolla Ta' mare.
:).. Non si dice "Ta' mare." Zut zut.. (citando Paperon De Paperoni)
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