sabato 16 giugno 2012

Attrezzistica, di complemento










Nel kit








è compreso un altro pezzo/accessorio…
90 mt di cordicella in Sisal, spessore 2 mm, come modello di studio.
Cioè materiale di sacrificio per provare ad impacchettare ciò che si desidera in diverse forme, formati e maniere, e capire quali sono le lunghezze delle corde vere che più si preferiscono, per non averne di più e d’ingombro o di meno e mancanti.

Quando Madame avrà un quadro impostato nel “kit…” è compreso un viaggio omaggio nell’unico negozio rimasto a Mestre di corde e cordami (se è ancora aperto…) in cui acquistare il necessarie per l’imballaggio. Pur sapendo che non ce n’è mai abbastanza, e che quello è un campo aperto per regalie e regalucci successivi, per materiali, spessori e colori. Si sa che tutti i toni di verde sono enormemente graditi, e si evitino i colori psichedelici o juventini.
Il classico non tramonta mai, neanche nel bondage.
Beat, pop-art e freak-psichedelia non hanno mai costruito il Partenone.








 
Altro aspetto.
A Madame si è posto un problema,
con il moschettone. 




 
Che di notte si apriva, si sganciava.

Lo schiavo deve avere installato un attrezzo che facilita le evasioni.
Nei cromosomi, nel dna. Sottopelle, anche quando è nudo. E non vi sono grimaldelli visibili in giro.
Con il lucchetto forse viene risolto il problema. Cavo d’acciaio, non ha spigoli vivi (lucchetti antiinfortunistici, lo schiavo ci può dormire sopra senza correre il rischio di far hara-kiri), la chiave non si perde perché è a combinazione numerica.
Bisogna solo stare attenti di non fare un ictus prima del mattino, e scordare la combinazione. Lo schiavo ci si affida.











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