Le frustate di prima mattina (appena svegli...) sono indispensabili: infatti servono per cominciare bene la
giornata.
Ma sono come la
colazione rispetto al pranzo. Essa è fondamentale ed è chiaro e risaputo che non può essere sostituita ma, per sua natura, non ha la
stessa consistenza (o importanza) dei pasti così propriamente detti. (E meno che mai, come la rivoluzione, di un pranzo di gala.)
Così... le frustate all'alba rispetto a una sessione vera e propria. La quale riempie di presenza, si articola, si sviluppa
e prosegue, insiste, SATURA ed esprime l’esperienza, la... ricerca, la comunicazione, il Piacere.. (così come un pasto importante) fino ad arrivare alla necessità dello sgroppino finale. O del tempo per... digerirla.
Le frustate appena alzati sono uno spuntino, per iniziare la
giornata.
Quelle più consistenti devono per forza venire dopo, quando la giornata, il corpo, i sensi (sia fisici,
che mentali, che culturali o razionali, e anche quelli emozionali e d’eccitazione, ed infine quelli sottili) si
sono coordinati e messi in moto, e funzionano a pieno regime. Intrecciati.
Lì c’è spazio per "primo, secondo e contorno"; "formaggi,
dessert... frutta e caffè."
Ognuno con il proprio piacere. (O dispiacere.) Limite,
passaggio successivo, o soluzione.
Espressione. Con il tempo per esprimere o realizzare i passaggi. I cambi di stato. Anche mentali.
Le esplorazioni, gli esperimenti. Il coro e gli assolo in successione. La lirica e la rapsodia. Insomma l'opera intera. Forse al nero.
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