DESIderiO
come un cane, come noi immaginiamo che desideri un cane: senza parole, senza nome; senza idee -senza intelligenza- senza ragione... desiderio puro, silenzioso (che non si fa progetto nè iniziativa, ma rimane sola interiore speranza,) desiderio che è "bisogno... senza alcun potere, dipendenza. Felice dipendenza da schiavo, che si strugge senza che valga nulla, senza che La Padrona la consideri più che un petalo di fiore sulla via su cui cammina, Via che deve essere cosparsa di simili fiori che Lei calpesti con i piedi, su cui appoggi i Suoi Tacchi, lungo la Via quotidiana del Piacere.
Fiori di desiderio (e di speranza, di struggimento) di sofferenza e di dolore.
Fiori di seduzione, altri, di ricerca, di attrazione. Fiori di piacere... e spine, da schiacciare, cogliere.. o calpestare. A seconda del soggetto o del piacere.
Desiderio della Padrona.
Di essere nella Sua Stanza. Di ricevere le Sue attenzioni. Di godere della Sua Presenza, di essere solo presente... alla Sua PRESENZA. Di non far nulla, anche; di non ricevere nulla.
Di poter inebriarsi della Sua ESISTENZA. Dei Suoi Piaceri, dei Suoi Compiacimenti.-
E sapere, come schiavo, di non contare niente. Che anzi, proprio il fatto di non contare niente dà il piacere alla Padrona, il compiacimento, l'eccitazione. Che sia reale il suo non contare nulla (i suoi desideri, i suoi aneliti, le sue speranze), che sia concreto, sottomesso, materiale, provoca la lussuria ed eccita il piacere dei sensi, nella padrona.
Non il desiderio ma l'impotenza di questo, il non contare nulla questo, ed essere solo dovuto. E voluto...
Stamattina... sentire alzarsi La Padrona.
mettersi fuori dalla porta della Sua Camera, e desiderarLa uscire. Aprire la porta ed affacciarsi LEI (lui con gli occhi bassi...) sentirLa dire: "Vai sul tappeto" per poi andare verso il bagno.
Significa venir frustato... venir punito.. come primo gesto del mattino. Prima ancora di preparare la colazione alla Signora.
Già la frusta... per il Suo PIACERE.
Al mattino, quando si sveglia, ha il desiderio di frustare. Per iniziare bene la giornata. Non l'aria, non un cuscino, ma il proprio schiavo.
Rimanere con gli occhi chiusi a quattro zampe, su tappeto ai piedi del Suo letto.
Attendere immobile il Suo Ritorno, nella posizione di punizione, di educazione, e sentirLa tornare, senza parole, senza spiegazioni.
Non ci sono spiegazioni per uno schiavo.
E immobile, ad occhi chiusi, sentir aprire il cassetto delle fruste. Verrà frustato...
Ed al rumore dello scorrere del legno, un brivido gli percorre le carni. Di paura, di timore.
Di appartenere completamente a una sadica Signora. A una Padrona.
Alla PADRONA.
Ed offrire le carni nude, spingere le carni nude verso di Lei. Consegnarle alla Sua frusta, alle SUE MANI. Al SuO PIACERE.
Poi... preparatoLe La Colazione... in ginocchio ai Suoi piedi.
E mentre consumava i vari componenti praparati sulla tavola (lo schiavo sostiene sempre la bellezza di essere ai piedi della Sua SIGNORA, della sua DOMINANTE quando mangia: di essere dedicato Solo a rendere omaggio, nient'altro che omaggiare il fatto che LEI MANGI. LEI... e che stia mangiando. Impegnato completamente ad essere chino, o in ginocchio, davanti a questo. Immobile, a disposizione. per niente.)...
ha messo un piattino a terra, con dei pezzi di mela che Lei ha rifiutato. Perchè li mangiasse direttamente dal piatto, prendendoli con la bocca direttamente dal piatto.
Solo la mela.
Mentre Lei aveva sul tavolo pera, banane, fragole e biscotti. Marmellate, yogurt, caffè, pane.
Due pezzi di mela sul piatto.
Per terra, così che chinandosi vedeva solo un pezzetto di pavimento, oltre il bordo del piatto, vicino ai piedi della Padrona, neanche questi.
E LEì, sopra i piedi/pavimento... sopra la sedia. Sopra il tavolo (da lì, molto in alto.. come una vetta inaccessibile, posta in insuperabili nubi, cinta e avvolta da nubi... invisibile), ancora più in alto, sopra, il piano del tavolo, all'altezza del Suo volto, che mangiava altera e indifferente; impassibile, gustava qualcosa.
E chinandosi sul piatto, lui sentiva l'odore DELLE FRAGOLE che la Padrona stava mangiando, più forte di quello delle mele, che Lei aveva tagliato sul piatto.
Le Fragole della PAdrona!! E mentre mangiava mele, sentiva La Padrona e le fragole, entrambe invisibili (ai suoi occhi), ed irraGIUNGIBILI.
E mangiava mele, ed era con l'attenzione alla Padrona, ed alle molecole odorose delle fragole.
E che gli aveva donato tanto piacere . di mangiare, ciò che Lei avanzava, o non voleva, direttamente da un piatto che Lei gli aveva posato. E tutto questo ai SUOI piedi!
Era uno schiavo fortunato. ADORAVA quella SIGNORA. E Lei... lo dominava.
Si faceva servire completamente da lui. Lo teneva solo per quello. E lo usava, lo frustava.
Lo puniva e ne godeva, come godeva della sua umiliazione e della sua schiavitù: ne traeva piacere.
Gli dava le mele..
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