1955, Longanesi
Purtroppo, parla di tigri.. intese davvero come animali.
E quindi la dedica è solo metaforica.
La speranza era che parlasse di tigri Vere... intese come predatrici, come fiere
MANGIATRICI D'UOMINI.
Sarebbe stato un eccitante regalo.
Così è solo un gioco, un'allusione onirica,
simbolica; uno stuzzicare.
La copertina di un libro. Per quanto selvagge e sanguinarie siano, orrendamente esotiche, le righe che narrano di queste fiere, dei loro artigli e delle loro fauci. Del loro sbranare quei poveri uomini, inermi e molto più piccoli di loro.
Esaltanti, nel loro sapore di sangue. Selvaggio. Estreme e spietate... le Tigri.
Non ci sarà nulla più di tutto questo: non esistono più nè quelle condizioni, nè quei libri.
Colpiscono l'immaginario.
Come le ombre di un fuoco da bivacco sul fondo verde, nero, di una notte nella giungla.
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