leggendo le (delle) didascalie
io chiedo scusa a Madame. Non ho serbato a Lei il rispetto, anzi la riverenza, che Le Spetta, sempre, comunque.; in qualsiasi condizione; e permanentemente.
E' vero che c'erano condizioni particolari MA... dovrei imparare ad avere per Lei sempre... una riverenza che supera ogni cosa: infinita. Che è sottomissione, comunque. A.. qualsiasi cosa. in ogni situazione, o condizione.
QUALSIASI cosa accada.
Me ne rendo conto ora.
E che dev'essere a priori; a posteriori e in ogni contempo, totale. Non ho l'umiltà, la sottomissione CHE LE DEVO.
Io... Le chiedo, come già chiesi (ed ora Le chiedo "per FAVORE.."..., sottolineato..) DI PUNIRMI
con attenzione, e con applicazione. Di punirmi cioè davvero, con severità... e costanza, perchè io ne abbia certezza, costante, e costante timore, e perchè attraverso il Suo dolore, e non una semplice, o incostante, saltuaria parodia impari a PERCEPIRLA e a ricordarla, a "memorizzarLA" e a trattarla SEMPRE come devo, e in ogni OCCASIONE. COSTANTEMENTE, come DEVO E SPERO
Come vuole e desidera venire trattata. Come desidero e voglio anch'io (o meglio: vorrei.). Anche quando non ne sono capace. Le punizioni producono questo, consegnano e conducono a questo.
Non c'è altro modo che io sappia.
purtroppo per me, perchè non mi fa nessun piacere. Ma so che solo attraverso queste, con queste, posso arrivare a essere... quello che io desidero essere per MADAME.
E conservarlo. Rimanere tale. DarLE ciò che desidero darLe: La devozione, totale.
Me stesso, a LEI. Per.. servirLA, come a Lei piace. SUO SCHIAVO, SUO .
Ne ho di strada da fare, ma se non me la insegna Lei (se non me la IMPONE.. LEI , cosa posso fare? )
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